Nokia denuncia Apple per violazione di brevetti
L’azienda del melafonino accusa la Nokia di patent trolling. Starebbero rivendicando i loro diritti più del dovuto per estorcere a Apple milioni di dollari.
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Ilkka Rahnasto, responsabile della divisione Patent Business di Nokia, comunica che si è proceduto per vie legali dopo fallimentari tentativi di accordo. L’azienda finlandese starebbe cercando di far rivalere oltre 110 miliardi di dollari spesi in brevetti nel corso di oltre 20 anni di attività.
Le denunce contro la Apple sono state depositate presso le Corti Regionali di Dusseldorf, Mannheim e Monaco in Germania e la Corte Distrettuale del Texas (Stati Uniti). Riguarderebbero 32 brevetti per svariate tecnologie.
Display, interfaccia utente, software, antenne, chipset e codifica video. Nokia non ha ancora finito. Intende depositare ulteriori denunce contro Cupertino anche in altre giurisdizioni.
La corsa ai brevetti
Apple e Google spendono ormai più in registrazione di brevetti che in ricerca. Un ex impiegato della mela sostiene la normalità della faccenda. Se non fosse possibile difendere una legittima proprietà intellettuale, nessuno spenderebbe milioni di dollari per creare prodotti come l’iPhone.
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La mole di richieste è immensa. Il brevetto numero 8.086.604 riguardante Siri è stato approvato al decimo tentativo. Sarebbero 40 mila i brevetti rilasciati ogni anno per proteggere la sola proprietà intellettuale di un programma informatico.
Il presidente del comitato esaminatori dell’ufficio brevetti USA Robert Budens ha dichiarato che un’impiegato ha solo due giorni per decidere se accettare o respingere una domanda di brevetto.
In merito dovrà effettuare ricerche e compilare una relazione tra 10 e 20 pagine. Per questo motivo, sostiene che delle imprecisioni delle volte capitino.
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Infinite battaglie per i brevetti
Nel settore hi-tech la guerra dei brevetti è una pratica comune. Lo stesso Obama era intervenuto per cercare di dare un taglio alle cause legali che coinvolgevano patent trolling. Da tempo ormai le battaglie riguardano anche l’ambito software.
La strategia prevede di minacciare spesso aziende più deboli. Non potendo sostenere la battaglia in tribunale, molte piccole aziende si accordano per cedere la proprietà intellettuale ai giganti del settore.
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