NIS2: come le aziende possono affrontare i costi per la compliance normativa
NIS2: l’adeguatezza dei budget aziendali per la conformità
La conformità alla NIS2 si rivela un’esigenza cruciale per molte aziende in Europa, e i dati emersi da un recente sondaggio di CensusWide, commissionato da Veeam Software, offrono una chiara illustrazione delle difficoltà affrontate. Come evidenziato, circa il 30% delle organizzazioni intervistate nella regione EMEA ha dovuto utilizzare risorse dai budget dedicati alle assunzioni per rimanere in linea con le nuove normative. Questo riflette un cambio di priorità in un contesto già complicato dalle limitazioni di budget e dalla mancanza di personale qualificato.
Nonostante il 68% delle aziende riporti di aver ricevuto fondi supplementari per far fronte alle necessità di approvvigionamento di risorse e competenze, il 20% di esse vede ancora la mancanza di budget come un ostacolo significativo per la piena conformità. Dunque, è evidente che, sebbene i capitali addizionali siano stati diramati, essi non risolvono le carenze strutturali che moltissime imprese stanno affrontando.
Un dato preoccupante emerge dall’affermazione che quasi il 95% delle aziende ha dovuto dirottare fondi da altre aree, come la gestione del rischio e le riserve di emergenza, per coprire i costi di conformità. La situazione è allarmante: le risorse necessarie per affrontare questa nuova realtà sono principalmente rimosse da settori criticali, il che pone in discussione la stabilità operativa delle organizzazioni a lungo termine.
La dichiarazione di Edwin Weijdema, Field CTO EMEA di Veeam, mette in luce un aspetto fondamentale: “Garantire un budget adeguato per la cybersicurezza è spesso una sfida per i leader IT”. Tuttavia, le sanzioni severe introdotte dalla NIS2 potrebbero incentivare una maggiore allocazione di risorse. Nonostante ciò, il contesto economico sfavorevole, caratterizzato da tagli budgetari e da un’inflazione crescente, rischia di aggravare le difficoltà di adeguamento. È sconcertante notare che diversi fondi vengono distolti anche da aree critiche come il reclutamento.
Le conseguenze di questa situazione non devono essere sottovalutate. Per affrontare la conformità alla NIS2 in modo efficace, le aziende devono ristrutturare e rivalutare le proprie allocazioni di budget in un’ottica a lungo termine. È evidente, quindi, che solo un approccio strategico e ben pianificato potrà garantire il rispetto delle normative, senza compromettere la loro crescita e sviluppo generale.
Sfide per le aziende nella conformità a NIS2
Le aziende si trovano ad affrontare una serie di sfide significative nel tentativo di allinearsi ai requisiti della NIS2. Questo nuovo regolamento, volto a rafforzare la sicurezza informatica a livello europeo, mette in evidenza le difficoltà intrinseche legate all’adeguamento delle risorse e delle competenze necessarie. Un sondaggio condotto da CensusWide per Veeam Software ha rivelato angosce e preoccupazioni diffuse tra i leader IT riguardo a come gestire questi obblighi in un contesto di crescente complessità.
Le principali difficoltà riscontrate nell’ambito della compliance alla NIS2 includono un gap di competenze che colpisce oltre il 24% delle aziende. Le strutture interne sono insufficienti per gestire l’urgenza della trasformazione digitale e delle normative in evoluzione. A questo si aggiungono preoccupazioni relative alla redditività, all’aumento dei costi aziendali e alla mancanza di risorse qualificate, con il 20% delle aziende che si sente sotto pressione per trovare i fondi e le competenze necessarie.
Una riflessione da parte di Andre Troskie, Field CISO EMEA di Veeam, offre un’ulteriore prospettiva sul problema: mantenere sicurezza e conformità non dovrebbe tradursi in un consumo eccessivo del budget IT, ma purtroppo riflette la realtà di molte organizzazioni che non si sono adeguatamente preparate e sono sottofinanziate. Coloro che non possono investire in misure preventive si trovano ora a dover affrontare pressioni significative.
Nonostante il panorama sfidante, è fondamentale per le aziende non solo riconoscere queste problematiche, ma anche elaborare strategie efficaci per affrontarle. Molti stanno già intraprendendo azioni concrete, come audit IT e revisione dei processi di cybersicurezza. Questo è il termine della fase reattiva e l’inizio di un approccio più strategico e proattivo alla conformità.
Nel contesto attuale, è chiaro che una percezione errata della conformità alla NIS2 come una mera esigenza burocratica potrebbe portare a decisioni controproducenti. La NIS2 non rappresenta solo un obbligo normativo, ma un’opportunità per le aziende di rafforzare la loro resilienza e sicurezza informatica, creando al contempo valore e proteggendo le loro operazioni a lungo termine. L’adattamento proattivo alle disposizioni di NIS2 potrebbe rivelarsi cruciale per prosperare in un mercato sempre più competitivo e regolamentato.
Risorse e competenze insufficienti
La conformità alla direttiva NIS2 rappresenta una sfida considerevole per le aziende di ogni dimensione e settore. Le difficoltà nell’adeguarsi non sono dovute solo ai requisiti normativi severi, ma anche a un’inadeguatezza strutturale in termini di risorse e competenze. Secondo il recente sondaggio realizzato da CensusWide per Veeam Software, una percentuale significativa di leader IT ha indicato la mancanza di personale qualificato come una delle barriere principali nell’implementazione delle misure richieste dalla normativa. Circa il 24% degli intervistati ha segnalato questo gap di competenze come un ostacolo importante, evidenziando la necessità di investire in formazione e assunzioni mirate.
In questo contesto, non sorprende che oltre il 20% delle aziende stia affrontando una pressione crescente in termini di budget e risorse. Mentre il 68% degli intervistati ha ricevuto finanziamenti aggiuntivi per affrontare le esigenze di conformità, la realtà è che molti settori critici delle aziende subiscono un ridimensionamento delle risorse. È preoccupante notare che molte organizzazioni stanno dirottando fondi da aree essenziali come la gestione del rischio e le risorse umane, con conseguenze potenzialmente dannose per la loro operatività futura.
Come evidenziato da Edwin Weijdema, Field CTO EMEA di Veeam, il contesto attuale, caratterizzato dalla pressione economica e dall’aumento dei costi, rende la situazione ancora più ardua. “La cybersicurezza deve essere una priorità, ma per molte aziende, il budget riservato a questo settore è limitato”, ha affermato Weijdema. Le sanzioni previste dalla NIS2 rappresentano un incentivo a garantire un adeguato finanziamento, ma le aziende faticano a reperire le risorse necessarie in un momento in cui i costi aziendali stanno aumentando.
Inoltre, la percezione di affrontare una crisi può amplificare ulteriormente il problema. Una quota significativa delle aziende considera la NIS2 come un’emergenza, il che può portare a scelte finanziarie poco oculate. Ciò che serve è un cambio di paradigma: le aziende devono iniziare a vedere la conformità non solo come un obbligo normativo, ma come un investimento strategico per il futuro. L’adeguata contrattazione di talenti e risorse è cruciale per garantire non solo la conformità, ma anche la sostenibilità e la competitività a lungo termine.
Per fronteggiare efficacemente le sfide connesse alla carenza di risorse e competenze, le aziende dovrebbero attuare piani strategici che includano la formazione continua, gli audit delle competenze e l’adozione di tecnologie avanzate. Questo approccio consentirà di mitigare il gap di competenze e di sviluppare una robusta cultura di sicurezza e conformità, fondamentale nel contesto di un panorama normativo in continua evoluzione.
Strategie adottate dalle aziende
Strategie adottate dalle aziende per la conformità a NIS2
Per affrontare le sfide imposte dalla NIS2, le aziende stanno implementando una serie di strategie mirate, necessarie per garantirne la conformità e, al contempo, preservare la loro operatività. La necessità di ristrutturare i piani e le politiche aziendali è emersa chiaramente dai risultati di un sondaggio condotto da CensusWide per Veeam Software, in cui il 29% delle aziende ha avviato audit IT come primo passo fondamentale. Questi audit servono a mappare i punti di vulnerabilità e a garantire che le pratiche di cybersicurezza siano adeguate alle nuove normative.
Un’altra strategia osservata è la revisione dei processi e delle best practice di cybersicurezza, adottata dal 29% delle aziende. Questo processo non solo implica l’aggiornamento delle procedure esistenti, ma anche l’implementazione di nuove soluzioni tecnologiche e operative, al fine di rispondere meglio alle esigenze regolamentari e ai rischi emergenti. La maggior parte delle organizzazioni comprende che la trasformazione digitale può esporre a nuove minacce, e aggiornare le pratiche interne diventa imperativo.
La formazione continua e lo sviluppo di nuove politiche interne (utilizzati dal 28% delle aziende) sono considerati altrettanto cruciali. Investire nelle competenze del personale e garantire che i collaboratori siano informati e preparati per affrontare le sfide della sicurezza informatica è una strategia chiave. Questo approccio non solo migliora il livello di consapevolezza all’interno dell’organizzazione, ma rafforza anche la resilienza globale del sistema. Inoltre, l’implementazione di nuove tecnologie, sempre adottata dal 28% delle aziende, rappresenta un investimento diretto nel futuro della cybersicurezza, permettendo di adattarsi rapidamente ai requisiti emergenti della NIS2.
Per non trascurare il fattore economico, il 28% delle imprese ha deciso di aumentare l’allocazione del budget per la cybersicurezza. Riconoscere la necessità di risorse adeguate è un passo necessario, sebbene molte aziende si trovino a fronteggiare tagli o limitazioni di budget generali. Come commentato da Andre Troskie, Field CISO EMEA di Veeam, è fondamentale che le organizzazioni adottino un approccio olistico alla sicurezza per evitare di trovarsi sotto pressione al momento di adeguarsi ai requisiti legislativi.
Inoltre, è importante notare che le azioni di conformità non dovrebbero essere viste come obbligazioni burocratiche, ma come opportunità per rafforzare la sicurezza e ottimizzare le pratiche aziendali. Le imprese, dunque, possono trasformare le sfide presentate dalla NIS2 in opportunità strategiche per consolidare la loro posizione nel mercato. Attraverso investimenti mirati e l’adozione di pratiche proattive, possono non solo rispettare i requisiti normativi, ma anche costruire un sistema di cybersicurezza robusto e resiliente in grado di sostenere la crescita e l’innovazione nel lungo periodo.
Impatto del budget sulla cybersicurezza
Il panorama della cybersicurezza è fortemente influenzato dalle dinamiche di budget delle aziende, specialmente in relazione alla conformità alla NIS2. Gli impegni normativi derivanti da questa direttiva pongono una pressione crescente su risorse già limitate. Le aziende si trovano spesso a dover dirottare fondi da altre aree, un dato che sorprendentemente colpisce il 95% delle organizzazioni interrogate. Questo riallocamento di risorse non solo mette a repentaglio altre funzioni critiche, come la gestione del rischio e le riserve per emergenze, ma sottolinea anche la fragilità delle strutture aziendali nel lungo termine.
La difficoltà di garantire un adeguato budget per la cybersicurezza emerge come una delle sfide più significative. Gli leader IT segnalano che, nonostante il 68% delle aziende abbia ricevuto finanziamenti supplementari per soddisfare le necessità normative, il 20% percepisce ancora questi vincoli di budget come un ostacolo critico. La situazione è aggravata da un contesto economico caratterizzato da pressioni inflazionistiche e tagli generali. In questo scenario, Edwin Weijdema, Field CTO EMEA di Veeam, ha affermato che “garantire il giusto budget per la cybersicurezza è una sfida, ma le severe conseguenze legate alla non conformità potrebbero spingere le aziende a investire di più”. Tuttavia, il rischio principale è che le aziende, nel tentativo di adeguarsi alle normative, possano trascurare aree già vulnerabili.
Le conseguenze di tali scelte possono avere ripercussioni significative. Investire in cybersicurezza non dovrebbe essere visto come una spesa, ma piuttosto come un investimento cruciale per garantire la resilienza a lungo termine dell’organizzazione. Tuttavia, questa visione è ancora poco diffusa, e molte aziende possono considerare la conformità alla NIS2 come un mero adempimento burocratico, anziché uno strumento per migliorare le proprie pratiche di sicurezza.
In questo contesto, è fondamentale che le aziende adottino un approccio strategico e a lungo termine nella pianificazione del budget, enfatizzando l’importanza della cybersicurezza come priorità aziendale primaria. Solo così le organizzazioni saranno in grado di affrontare efficacemente le sfide impostate dalla NIS2 senza compromettere la propria operatività o la sicurezza complessiva.
Le aziende dovrebbero esplorare maggiormente l’equilibrio tra il rispetto delle normative e i costi operativi complessivi. Implementare audit periodici e revisioni di budget orientate alla sicurezza può contribuire significativamente a ottimizzare le allocazioni di fondi, garantendo che la cybersicurezza non venga mai relegata a una seconda priorità. La ridefinizione delle priorità di budget non è solo una necessità, ma un imperativo strategico in un’epoca caratterizzata da crescenti minacce informatiche e normative rigorose.
Il ruolo del Regno Unito negli investimenti
Il Regno Unito si presenta come un caso peculiare nel contesto della NIS2, dal momento che, sebbene la direttiva non lo colpisca direttamente, le aziende britanniche che collaborano con entità dell’Unione Europea sono comunque tenute a conformarsi rispetto ai requisiti stabiliti. Un recente sondaggio condotto da CensusWide per Veeam Software ha rivelato informazioni interessanti sui livelli di investimento e sullo stato di preparazione delle aziende del Regno Unito per affrontare la necessità di conformità alla NIS2.
Il 62% dei leader IT britannici ha ricevuto segnali positivi riguardo all’incremento del proprio budget IT dal gennaio 2023. Questa cifra è notevole, considerando che solo il 14% dichiara una riduzione del budget. Il contesto favorevole al finanziamento riflette una consapevolezza crescente dell’importanza della cybersicurezza e della conformità normativa. I decisori delle aziende si mostrano fiduciosi, con il 90% di essi convinto della propria capacità di rispettare i requisiti previsti dalla normativa, un livello di fiducia che risulta essere il più elevato tra le organizzazioni della regione EMEA.
Come sottolinea Dan Middleton, Regional Vice President di Veeam per il Regno Unito e l’Irlanda, l’approccio proattivo delle aziende britanniche è destinato a fornire loro un vantaggio competitivo in vista dell’implementazione del previsto Cyber Security and Resilience Bill. Questa normativa potrebbe apportare ulteriori obblighi e responsabilità nel campo della cybersicurezza, ed è prevedibile che le imprese che hanno già investito nella propria resilienza otterranno benefici a lungo termine. Nel sondaggio, oltre un terzo (36%) dei partecipanti britannici ha indicato che prevede di concentrarsi sulla formazione del personale esistente, un passo importante per affrontare la mancanza di competenze critiche.
La tendenza verso la revisione dei processi di cybersicurezza e delle best practice è fortemente presente. Il 38% delle aziende del Regno Unito ha già avviato investimenti in questo ambito, con un ulteriore 34% che ha concentrato le proprie risorse nell’acquisto di nuove tecnologie. Rispetto ad altri paesi della regione EMEA, la scoperta che il 30% delle aziende britanniche pianifica ulteriori revisioni e aggiornamenti nel prossimo futuro, in confronto a una media del 15% e 16% per altre nazioni, illustra bene l’impegno orientato all’adeguamento delle pratiche di cybersicurezza.
La capacità del Regno Unito di mobilitare risorse e investimenti per la conformità alla NIS2 dimostra come le organizzazioni possano rispondere in modo strategico e tempestivo alle necessità di sicurezza informatica. L’investimento significativo nella formazione e nello sviluppo di tecnologie avanzate non soltanto prepara le aziende a una migliore conformità alle normative, ma contribuisce anche a rafforzare la loro posizione competitiva in un ambiente in continua evoluzione.
Percezione della NIS2 come crisi
Un aspetto cruciale emergente dal contesto della NIS2 è la percezione predominante tra le aziende, che vedono la conformità a queste nuove normative come una vera e propria crisi. Questa visione distorta può alterare le decisioni strategiche, spingendo le organizzazioni a trattare le misure di conformità come dazi da pagare anziché opportunità di miglioramento. È preoccupante che, in effetti, una quota significativa delle aziende consideri l’adeguamento alla NIS2 come un’emergenza, con il rischio di indirizzare in modo inadeguato risorse critiche.
Edwin Weijdema, Field CTO EMEA di Veeam, sottolinea che “la NIS2 non dovrebbe essere considerata una crisi”, ma purtroppo, molte organizzazioni si trovano a esaminare questi requisiti normativi da una prospettiva reattiva. La contrazione delle risorse, essenzialmente distolte da aree vitali, come le riserve di emergenza e il reclutamento, genera un ciclo sconveniente in cui l’urgenza della conformità alimenta ulteriori vulnerabilità strutturali.
Le aziende, invece, dovrebbero adottare un approccio proattivo, in cui la compliance non è semplicemente un obbligo, ma una leva strategica per alzare il livello di sicurezza e resilienza. Dato il 24% di gap di competenze evidenziato dai professionisti IT, la mancanza di preparazione può rendere le organizzazioni persino più suscettibili agli attacchi informatici, se non viene riconosciuta e affrontata in modo sistematico.
Il cambio di paradigma è essenziale. È fondamentale che i leader aziendali inizino a considerare la conformità a NIS2 come parte integrante della loro strategia di crescita e di protezione. Solo affrontando questi requisiti normativi con una mentalità orientata all’investimento, piuttosto che al costo, le imprese potranno costruire una cultura della sicurezza robusta, capace di operare in modo fluido anche in un contesto normativo impegnativo.
La sensibilizzazione sul valore della compliant security come asset strategico è essenziale per mitigare la percezione della NIS2 come una crisi. Investire in misure preventive, in formazione e innovazione tecnologica non soltanto aiuta a garantire il rispetto delle normative, ma consente anche di sfruttare le vulnerabilità come opportunità per migliorare e differenziare l’azienda rispetto alla concorrenza. Implementando questa visione, le organizzazioni possono non solo superare le sfide della NIS2 ma anche posizionarsi favorevolmente nel mercato, trasformando gli obblighi normativi in strumenti di competitività e resilienza duratura.
Conclusioni e raccomandazioni per le aziende
Il panorama normativo attuale disegnato dalla direttiva NIS2 richiede alle aziende di adottare un approccio attento e strategico per garantire la conformità. Le difficoltà affrontate da molte organizzazioni nel reperire risorse adeguate non devono essere sottovalutate; al contrario, rappresentano un’opportunità per rivedere le proprie strategie aziendali e migliorare la resilienza operativa. Chiaramente, la semplice allocazione di budget non basta: è cruciale per le aziende ristrutturare le proprie priorità e integrare la sicurezza informatica e la compliance all’interno del loro modello di business.
Per affrontare efficacemente le sfide poste dalla NIS2, le aziende dovrebbero prima di tutto riconoscere l’importanza delle competenze nel campo della cybersicurezza. Investire in formazione continua del personale e sviluppare processi interni migliorati risulta essenziale. Le organizzazioni dovrebbero considerare l’adozione di programmi di formazione regolari, che non solo aumentano la consapevolezza della sicurezza, ma aiutano anche a colmare il gap di competenze attualmente presente.
È inoltre importante che le aziende realizzino audit regolari del proprio stato di conformità e dei propri sistemi di sicurezza, per identificare le eventuali vulnerabilità e attuare misure correttive tempestive. Con il 29% delle organizzazioni già in fase di audit, questa pratica dovrebbe diventare una norma per ogni impresa che intende rimanere competitiva e conforme. Implementare nuove tecnologie deve andare di pari passo con l’adeguamento dei processi operativi, affinché le risorse siano utilizzate in modo strategico e non si assista a sovrapposizioni o duplicazioni di intenti.
Le aziende devono anche essere proattive nell’affrontare le linee di budget. Considerare la cybersicurezza come una priorità e non come un costo accessorio può cambiare radicalmente la percezione aziendale sulla compliance. Gli investimenti nella sicurezza non devono essere visti come semplici spese, ma come fondamentali per la sostenibilità a lungo termine dell’organizzazione. Pianificare budget dedicati alla conformità nel corso degli anni, piuttosto che in maniera episodica, permetterà una maggiore stabilità e una riduzione delle pressioni economiche.
Il dialogo e la comunicazione tra i vari dipartimenti aziendali sono fondamentali. Le aziende devono promuovere una cultura della cybersecurity che coinvolga tutti i livelli organizzativi, assicurando che la responsabilità della sicurezza non ricada unicamente sui team IT, ma diventi una priorità condivisa da tutte le funzioni aziendali. Questo approccio integrato garantirà una risposta più efficace e coesa alle sfide poste dalla NIS2, trasformando gli obblighi normativi in leve strategiche per una crescita sostenibile e un miglioramento della resilienza complessiva.