Le verifiche fiscali sul fatturato delle aziende IT si intensificheranno per ordine della comunità europea
In Europa si torna a parlare di fisco e delle aziende informatiche. La Commissione della UE, dopo le polemiche che si sono succedute in questi mesi da parte di molti stati membri, contro il regime di tassazione favorevole per le aziende informatiche, ha stabilito che sarà effettuata una analisi attenta proprio del ” regime di tassazione “.
L’annuncio è stato dato da Algirdas Semeta che detiene le deleghe in materia di fisco. Secondo Semeta è necessario che la commissione riesamini tutto l’apparato fiscale per verificare se sia efficace, soprattutto alla luce dei cambiamenti portati dall’avvento dell’era del computer.
Il sistema attuale era stato studiato prima di questa era e va quindi modificato, pur senza mettere un freno all’attività di queste aziende, ma cercando di trovare una giustizia fiscale, in modo che anche le aziende di questo settore paghino il dovuto senza agevolazioni rispetto agli altri settori economici.
Per l’effettuazione di questa analisi la UE metterà in campo una ” task force ” il cui insediamento è previsto per il prossimo mese, e nella quale confluiranno le esperienze in materia di politi e funzionari della stessa UE. L’obiettivo della task force è quello di individuare un regime di tassazione al passo con i tempi, che potrebbe entrare in vigore già nel corso del prossimo anno.
Le polemiche sul rapporto tra il fisco dei paesi della Comunità Europea e le grandi aziende informatiche nascono dal fatto che questa aziende sono ” difficilmente ” classificabili proprio per le loro caratteristiche intrinseche.
In molti casi infatti non hanno degli stabilimenti dove vengono realizzati i loro prodotti, e le loro sedi nei paesi esteri nei quali operano, impiegano un numero di persone veramente contenuto. Sfruttando queste particolarità, le aziende riescono a sfruttare le opportunità loro concesse da paesi dove il regime fiscale e più favorevoli come il Lussemburgo e l’Irlanda, per pagare meno tasse possibili.
L’opinione di molti esperti europei è che questo atteggiamento da parte della aziende sia classificabile come ” doloso “, in quanto si spostano i ricavi da fatturato verso quei paesi dove il fisco è ” più comprensivo “. Nello stesso tempo è stata ventilata anche la notizia che l’Irlanda sembra intenzionata a riconsiderare il proprio ” assetto fiscale ” riducendo così le possibilità di trasferimento capitali delle aziende informatiche, che sono presenti in maniera importante sul suo territorio, come Apple, Intel ed Amazon, tra le principali di una lista che è molto lunga.
Il tema della ” caccia ” al fatturato delle aziende informatiche è ben presente anche nel nostro paese, ed è di pochi giorni fa la presentazione di fronte alle camere di una serie di emendamenti che mirano a ” stringere ” le maglie del fisco attorno alle aziende informatiche che stanno operando in Italia.