I nuovi dati Censis 2013 sui consumi mediatici italiani: televisioni e cellulari spopolano nello stivale

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E’ tempo di tirare le somme per il Censis (Centro Studi Investimenti Sociali) in merito all’andamento dei consumi mediatici nazionali del 2013.
I dati relativi al 47° Rapporto sulla situazione sociale del paese, permettono di trarre alcune conclusioni generali che non destano sorprese: l’Italia continua ad essere un paese di teledipendenti, nonostante la massiccia evoluzione digitale dei consumatori. Ma non solo, secondo l’istituto di ricerca, gli italiani non sanno fare a meno del telefono cellulare, dato in forte crescita anche per via del fatto che i nuovi dispositivi consentono un semplice e rapido accesso alla rete.
I numeri rivelano anche una forte spaccatura a livello di consumi tra le fasce di popolazione più giovani e quelle più anziane, queste ultime ancorate al formato “analogico” delle riviste.
I ragazzi d’oggi preferiscono la rete, sono iscritti in modo cospicuo sui social network (Facebook in primis) e rimpiazzano la vecchia televisione con le web tv. L’unico dato trasversale, oltre ai telefoni cellulari, riguarda i libri: i lettori appartengono a qualsiasi categoria, siano essi in formato digitale o cartaceo, facendo segnalare in definitiva una forte ripresa della lettura.
Analizzando in modo più approfondito alcuni dati si evince che il successo intramontabile della televisione attinge nuova linfa dalle tv satellitari (+ 8.7% rispetto all’ano passato), dalle web tv (+ 3.1 %) e la ‘Mobile tv’, quella ricevibile attraverso smartphone e tablet (+ 4.3%).
Sempre in auge la radio, con un’utenza complessiva vicina all’ 83% degli italiani, che sempre più numerosi prediligono l’ascolto attraverso i telefoni cellulari a scapito delle autoradio ( dato in calo a causa della riduzione del traffico automobilistico).
L’evoluzione digitale della quasi totalità dei quotidiani non poteva che sortire degli effetti negativi per quanto concerne la carta stampata: si calcola una flessione del 4.5% per la stampa gratuita e del 2% per i quotidiani a pagamento. Chi attutisce meglio il colpo sono i settimanali, in calo del 1.3%. La risposta a questa parziale involuzione si trova nei dati relativi all’accesso alla rete, utilizzata dal 63.5% della popolazione italiana, che coinvolge in modo massiccio i giovani (90.4%) ma non altrettanto gli anziani (21.1%). Discorso analogo per gli smartphone: il 66.1% degli under 30 possiede uno smartphone, mentre tra gli over 60 il dato scende inesorabilmente al 6.8%.
Nel complesso però i numeri inerenti all’uso dei cellulari parlano chiaro, e fanno registrare un aumento del 4.5%, coadiuvati dalla rapida diffusione degli smartphone (+ 12.2% soltanto nel 2013). Nel complesso quasi la metà della popolazione italiana utilizza un dispositivo mobile (39.9%), L’editoria libraria respira nuovamente, e nonostante un italiano su due dichiari di non aver letto nemmeno un libro nell’ultimo anno, aumenta del 2.4%. Non a caso l’utenza dei lettori è cresciuta del 2.5% attestandosi in linee generali sul 5.2% del totale.
Tra i numeri più discordanti segnaliamo quelli relativi all’iscrizione ai social network e alle web tv. In questi casi infatti la differenza generazionale segna il passo: il 75% dei giovani utilizza Facebook a fronte del 9.2% registrato dalla popolazione over 60, interessata nella misura del 2.3% all’utilizzo delle web tv contro il cospicuo 49.4% dei giovani. A dimostrazione che le buone vecchie abitudini sono difficili da perdere, più della metà degli anziani legge i giornali cartacei a dispetto dei giovani (22.9%).
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