Bocciata la Web Tax la tassa sui redditi di internet contestata dalla rete e presentata da Francesco Boccia del PD
#################################
L’emendamento di Francesco Boccia, che prevedeva la tassazione dei redditi dei giganti di Internet, come ad esempio Google, con sede all’estero è stato nuovamente “messo nel cassetto”.
L’esponente del PD aveva presentato questa proposta sotto forma di emendamento alla Legge di Stabilità, quella che una volta era conosciuta con il nome di Finanziaria, ma nel PD non è stata trovata una posizione unitaria e quindi si è deciso di non affrontare il contenuto di tale emendamento in Commissione.
La complessità della materia e degli interessi in gioco hanno fatto ritenere preferibile non affrontare la questione, la quale è stata quindi rimandata “sine die” e che probabilmente non verrà più ripresa.
Va comunque detto che l’emendamento non avrebbe avuto vita facile, considerando il netto no di Forza Italia e i dubbi espressi dal M5S sulla bontà della misura ivi contenuta.
L’accantonamento dell’emendamento presentato da Boccia, il quale già in passato ha provato a far approvare un provvedimento come quello presentato ieri, è stato causato dalla netta contrarietà espressa da Maino Marchi, compagno di partito di Boccia e relatore in merito agli emendamenti. Il “no”di Marchi ha trovato inoltre in convinto appoggio di Stefano Fassina, vice-ministro dell’Economia.
Come se non bastasse, un parere negativo è stato espresso anche da un altro membro del PD, Giampaolo Galli: un “no” pesante, considerando che Galli è ex direttore generale di Confindustria.
Le critiche maggiori sono state espresse sulla decisione di Boccia di presentare un provvedimento di questo tipo quando su un argomento così delicato non si è ancora espressa l’Unione Europea.
Il concetto è stato espresso dall’American chamber of commerce in Italy, che ha dichiarato che “dal punto di vista etico il concetto generale che chi produce reddito in Italia debba pagare le tasse nel nostro Paese è corretto, ma tale argomento dovrebbe essere condiviso a livello di Unione Europea o di altro organismo sovranazionale, come dimostrano le discussioni sul tema in corso in sede Ue e Ocse”.
Ad ogni modo la battaglia non è ancora finita, in quanto il PD ha presentato altri emendamenti miranti alla tassazione delle “web company” estere operanti in Italia. Nell’eventualità in cui il governo non dovesse, come è prassi con la legge di stabilità, porre la fiducia, gli emendamenti potrebbero essere discussi nelle aule parlamentari.
La bocciatura della proposta di Boccia è giunta nelle stesse ore in cui l’Agcom ha stilato una normativa sulla tutela del diritto d’autore nel mondo web: un altro preoccupante caso in cui il potere legislativo si è visto scavalcare nella definizione di norme su questioni molto importanti, questioni che andrebbero discusse nelle aule parlamentari e non inserite in un emendamento o decise da autorità esterne.