Denso. La prima parola che mi viene in mente guardando Birdman, il film scritto e diretto da Alejandro González Iñárritu . C’è molto, c è tutto.
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Quasi troppo. C’è il supereroe ormai stanco (Michael Keaton) , c’è l’alcol, la droga, il cinema, il rapporto padre figlia, l’attore iperegocentrico (uno strepitoso Edward Norton). Ma soprattutto c’è la critica e la stampa e come questa è cambiata, in un mondo in cui sparisce il New York Times a favore di #Twitter.
Il potere dei social network, forse il baricentro del film. E c’è il critico che non è mai artista, neanche quando lo fa attraverso i social network.
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Tanti personaggi. Ognuno merita un approfondimento.
Disegnati benissimo con appassionanti dialoghi, seppur brevissimi. Ma anche il tanto e la sintesi forse dipingono la trasformazione in atto grazie ai social Network.
Denso e iperrealistico.
Al termine ti chiedi se Michael Keaton lascerà il Lido in volo. O se invece sarai tu a fare il video più cliccato che mai.