Sparisce il New York Times dall’app Store: Apple ubbidisce alla Cina
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Il New York Times non fa più parte delle app disponibili nell’Apple store. Lo ha deciso il colosso di Cupertino senza dare ulteriori spiegazioni. Una decisione che mette in luce i difficili rapporti tra Usa e Cina e alla quale Apple non ha potuto sottrarsi. La Cina infatti rappresenta uno dei suoi maggiori mercati al mondo per l’iPhone.
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Ma perché questa decisione? Apple non offre dettagli limitandosi a dire che è stata assunta su richiesta delle autorità. Nelle settimane precedenti al blocco, afferma il New York Times, il quotidiano stava lavorando ad un articolo che rivelava i sussidi, molti dei quali nascosti, concessi da Pechino alla maggiore fabbrica di iPhone al mondo, quella controllata da Foxcoon.
Molti dei colossi della Silicon Valley sono esclusi dal mercato cinese, fra questi Facebook e Google. A questo si aggiunge l’uscita, dopo soli otto mesi, del numero uno di Twitter in Cina.
Inoltre l’amministrazione Obama, in uno dei suoi ultimi atti, potrebbe decidere di limitare le acquisizioni tecnologiche americane da parte di aziende cinesi con l’obiettivo di tutelare la sicurezza nazionale.
Insomma le due potenze sono ai ferri corti anche per quanto riguarda la tecnologia. E con l’arrivo di Trump alla Casa Bianca non si prevede un clima più disteso. Anzi, il nuovo presidente degli Stati Uniti ha infatti fatto sapere che la battaglia con la Cina potrebbe diventare ancora più dura.
Ma non è la prima volta che il New York Times subisce un blocco. Già nel 2012, fa sapere il quotidiano, il governo iniziò a bloccare i siti dopo una serie di articoli sulla ricchezza accumulata dalla famiglia di Wen Jibao, l’allora premier.
Il divieto è stato motivato, sostengono le autorità cinesi, dalle nuove regole introdotte nel giugno 2016, secondo le quali le app non possono “impegnarsi in attività vietate dalla legge quali mettere in pericolo la sicurezza nazionale, creare problemi sociali e violare i diritti e gli interessi legittimi degli altri”.
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