Navicella Cygnus, missione compiuta
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Finalmente la navicella Cygnus è riuscita a prendere il volo.
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Ci sono voluti quattro giorni di attesa (originariamente il lancio era programmato per la serata di giovedì) ma alla fine Nasa e Orbital ATK sono riuscite ad avere la meglio sul maltempo e a lanciare, alle 22,44 di ieri, il razzo Atlas V con a bordo il modulo pressurizzato realizzato a Torino dalla ThalesAlenia Space, un container spaziale da 26 metri cubi carico di 3,5 tonnellate di rifornimenti per la Stazione spaziale internazionale.
La navicella Cygnus, secondo le previsioni, raggiungerà il 9 dicembre la Stazione spaziale internazionale dove resterà attraccato fino alla fine di gennaio.
Una volta svuotato il cargo – che oltre ai viveri contiene attrezzature scientifiche come la prima stampante 3D, sviluppata in Italia – gli astronauti lo riempiranno con la spazzatura prodotta sulla Iss prima di sganciarlo e farlo bruciare nel rientro in atmosfera.
Quello di ieri è il ritorno della navicella Cygnus nello Spazio dopo l’incidente del 28 ottobre dello scorso anno, quando il lanciatore Antares sviluppato dalla Orbital esplose a Wallops Island pochi secondi dopo il decollo.
Da allora i tecnici della ThalesAlenia hanno sviluppato un modulo più grande per recuperare la missione fallita (Orbital deve garantire alla Nasa la stessa quota di rifornimenti ma con un lancio in meno in meno a disposizione) grazie anche alla decisione di lanciare con il più potente Atlas V in attesa della nuova versione di Antares.
La missione è stata battezzata con il nome di un astronauta: Orbital ha scelto così quello di Donald “Deke” Slayton, uno dei leggendari Mercury Seven, il primo gruppo di astronauti selezionati dalla Nasa agli albori del programma spaziale, poi capo dell’Ufficio Astronauti e tra i pionieri dell’apertura dello Spazio a privati.
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