Mira Murati lancia una startup innovativa dopo il successo in OpenAI
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Mira Murati e la sua nuova avventura imprenditoriale
Mira Murati, ex CTO di OpenAI e figura di spicco nel panorama della tecnologia, ha intrapreso una nuova avventura imprenditoriale con la creazione della sua startup, Thinking Machines Lab. Questa iniziativa segna un importante passo nella carriera di Murati, che ha già contribuito in maniera significativa al progresso dell’intelligenza artificiale. Con un team di circa 30 dipendenti, la startup si prepara a sviluppare sistemi di intelligenza artificiale avanzati che offrono un approccio innovativo e collaborativo. Murati, che ha lasciato OpenAI nel settembre 2023, ha portato con sé due ex colleghi: Barret Zoph, come CTO, e John Schulman, nel ruolo di direttore scientifico. Questa squadra di esperti mira a creare tecnologie che possano interagire con gli esseri umani in modi più significativi e personalizzati, prevedendo dunque un futuro in cui le macchine non solo rispondono, ma collaborano alle esigenze umane.
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La fondazione di Thinking Machines Lab
Thinking Machines Lab rappresenta l’ambiziosa iniziativa imprenditoriale di Mira Murati, mirante a rispondere alle crescenti sfide e opportunità nel campo dell’intelligenza artificiale. L’azienda, attualmente composta da un team di circa 30 professionisti altamente specializzati, si sta concentrando sullo sviluppo di sistemi IA multimodali. Questi sistemi ambiscono a integrarsi in modo armonioso con le capacità umane, andando oltre l’idea di un’intelligenza artificiale totalmente autonoma. Murati ha dichiarato sul blog ufficiale dell’azienda che l’obiettivo è quello di creare un’intelligenza artificiale che possa adattarsi e collaborare con gli utenti in diverse applicazioni, ampliando così la gamma delle possibilità pratiche.
Benché l’azienda sia ancora in una fase preliminare e non abbia annunciato ufficialmente i tempi di rilascio dei suoi modelli, l’interesse attorno a Thinking Machines Lab è palpabile. Le specifiche della tecnologia in fase di sviluppo rimangono avvolte nel mistero, creando attesa e curiosità. A questo riguardo, Murati ha manifestato l’intento di affrontare le difficoltà attuali in termini di personalizzazione e adattabilità delle IA esistenti, ritenendo che ci sia ancora molto lavoro da fare per allineare i sistemi alle esigenze individuali e ai valori delle persone. Con l’adesione di esperti provenienti da OpenAI e da altre aziende pionieristiche, Thinking Machines Lab ambisce a posizionarsi come leader nel futuro dell’integrazione tra intelligenza artificiale e intelligenza umana.
Un’IA che collabora con gli esseri umani
La visione di Thinking Machines Lab si distingue per l’impegno nell’interazione tra intelligenza artificiale e umani. Mira Murati ha dichiarato che l’azienda si concentra sullo sviluppo di sistemi multimodali, affermando: “Invece di concentrarci esclusivamente sulla creazione di sistemi di intelligenza artificiale completamente autonomi, siamo entusiasti di sviluppare sistemi multimodali che collaborano con le persone.” Questa affermazione sottolinea un cambio di paradigma significativo rispetto agli approcci tradizionali, focalizzati su IA completamente autonome.
Il team di Murati punta a costruire un’intelligenza artificiale in grado di abbracciare un ampio spettro di competenze umane, rendendo possibile un ventaglio di applicazioni più vasto e personalizzato. “Mentre i sistemi attuali eccellono in programmazione e matematica, stiamo sviluppando un’IA che possa adattarsi e rispondere alle esigenze e valori specifici delle persone,” ha spiegato. Tale personalizzazione rappresenta un obiettivo cruciale per l’azienda, che riconosce le difficoltà esistenti nell’adeguare i sistemi di intelligenza artificiale alle necessità individuali.
La creazione di tecnologie capaci di lavorare in simbiosi con gli utenti è vista come una strada promettente per ampliare le possibilità delle applicazioni IA. Attualmente, il settore si trova a un bivio: da un lato, la necessità di sviluppare IA sempre più sofisticate; dall’altro, l’esigenza di garantire che queste tecnologie siano in grado di integrarsi in modo etico e funzionale nel tessuto delle attività quotidiane. La sfida di Thinking Machines Lab è chiara e ambiziosa: rendere l’intelligenza artificiale non solo uno strumento, ma un collaboratore attivo, capace di elevare l’intelligenza collettiva dell’umanità.
Chi è Mira Murati, ex figura chiave di OpenAI
Mira Murati, nata 34 anni fa in Albania, ha una formazione accademica di altissimo livello con una laurea in ingegneria meccanica. La sua carriera è iniziata presso Tesla, dove ha accresciuto le sue competenze in un ambiente innovativo e stimolante. Entra in OpenAI nel 2018, dove assume un ruolo cruciale, diventando CTO e poi, per un breve periodo, CEO. La sua leadership è stata evidente durante il lancio di ChatGPT, un sistema di intelligenza artificiale in grado di emulare la creatività umana, confermandosi come una figura chiave all’interno dell’organizzazione. In un’intervista ha descritto le sue origini come ispiratrici per il suo attuale percorso: “Sono nata in Albania dopo la caduta del Comunismo, in un’area del mondo isolata, come oggi la Corea del Nord. Ho studiato matematica e fisica perché in Albania all’epoca erano percepite come importanti”.
Nel 2023, la sua carriera prende una svolta significativa quando, dopo un tempestoso cambio di leadership in OpenAI, ricopre brevemente la carica di CEO a seguito dell’improvviso licenziamento di Sam Altman. Tuttavia, dopo 48 ore, Altman torna al suo posto e Murati riprende il suo ruolo di CTO, continuando a supervisionare importanti sviluppi tecnologici e strategici all’interno dell’azienda. Durante la sua esperienza, ha sempre sostenuto l’importanza di costruire intelligenza artificiale che possa elevare e aumentare l’intelligenza collettiva dell’umanità, sottolineando come ogni innovazione tecnologica debba essere orientata a migliorare l’interazione tra persone e macchine.
La figura di Murati non è solo quella di una technologist; rappresenta una visione audace per il futuro dell’intelligenza artificiale, con l’obiettivo di sviluppare soluzioni che non solo rispondano, ma che collaborino alle capacità umane. La sua ampia esperienza e la formazione solida la rendono una leader formidabile nel panorama emergente delle startup tecnologiche, contribuendo così a plasmare la direzione futura di un settore in rapida evoluzione.
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L’intervista disastrosa di Murati
L’intervista rilasciata da Mira Murati al Wall Street Journal ha suscitato non poche polemiche, soprattutto per le sue risposte vaghe riguardo ai dati utilizzati per il training del modello di intelligenza artificiale chiamato Sora. All’epoca, Sora era presentato come un sistema innovativo capace di generare contenuti video a partire da input testuali, un passo significativo nell’evoluzione dell’intelligenza artificiale. Tuttavia, la mancanza di chiarezza nelle informazioni fornite da Murati ha sollevato interrogativi tra esperti e osservatori del settore. Quando le è stato chiesto se i dati utilizzati includessero video provenienti da piattaforme note come YouTube o Facebook, la risposta è stata evasiva: “Non ne sono sicura”, ha dichiarato, eludendo di fatto ulteriori dettagli cruciali. Questo tipo di comunicazione ha generato delusione e preoccupazione riguardo alla trasparenza delle pratiche di raccolta dati adottate da OpenAI.
La situazione ha aperto un dibattito interessante sulla responsabilità delle aziende tecnologiche nel rivelare l’origine dei dati e le modalità utilizzate per addestrare i loro modelli. Molti esperti hanno sottolineato l’importanza della chiarezza e della sincerità in un settore dove le questioni etiche legate all’intelligenza artificiale sono sempre più preoccupanti. Murati, in qualità di ex CTO, si è trovata al centro di questa controversia, in un momento in cui la fiducia nelle istituzioni tecnologiche è fondamentale per il progresso dell’IA. Nonostante queste criticità, il suo ruolo in OpenAI e la sua storicità nel settore non possono essere sottovalutati, ma l’episodio ha messo in luce la necessità di maggiore riguardo nella comunicazione e nella gestione dei dati utilizzati, un aspetto cruciale soprattutto in un contesto normativo che sta evolvendo rapidamente.
Le altre startup di ex dipendenti OpenAI
Il panorama delle startup nel settore dell’intelligenza artificiale sta rapidamente evolvendo, con numerosi ex dipendenti di OpenAI che intraprendono proprie iniziative imprenditoriali. Tra queste, emerge Safe Superintelligence Inc. (SSI), un’iniziativa fondata a giugno 2024 da Ilya Sutskever, ex direttore scientifico di OpenAI, insieme a Daniel Gross e Daniel Levy. Questa nuova startup ha come obiettivo lo sviluppo di un’intelligenza artificiale generale (AGI) che operi in sicurezza e rispetti i valori umani, collocandosi in hub tecnologici di primo piano come Palo Alto in California e Tel Aviv in Israele.
SSI ha già attirato l’attenzione del mercato, raggiungendo una valutazione di circa 5 miliardi di dollari, supportata da significativi finanziamenti da importanti venture capital, tra cui Sequoia Capital e Andreessen Horowitz. Questo endorsement da parte di investitori di alto profilo sottolinea l’interesse crescente per le promettenti soluzioni di intelligenza artificiale sviluppate da ex leader di OpenAI. Inoltre, SSI è in procinto di ottenere un ulteriore finanziamento che potrebbe portare la sua valutazione a oltre 30 miliardi di dollari, confermando l’importanza del contesto economico attuale per le startup nel campo dell’IA.
Mentre Mira Murati cerca di costruire sistemi AI che possano lavorare in sinergia con l’intelligenza umana attraverso Thinking Machines Lab, le iniziative come SSI rappresentano diversi lati della stessa medaglia, ognuna con una visione unica per l’evoluzione dell’intelligenza artificiale. Queste startup non solo riflettono l’impatto dell’uscita di figure chiave da OpenAI, ma offrono anche un’indicazione chiara della direzione in cui il settore sta evolvendo, con un focus sull’integrazione etica e responsabile delle nuove tecnologie.
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