5 MILIONI DI OGGETTI INTERCONNESSI VIA CELLULARE ORA LA SFIDA SONO LE SMART CITY
Cresce l’interesse per l’Internet of Things, il paradigma tecnologico in base a cui, attraverso la rete Internet, ogni oggetto dell’esperienza quotidiana acquista potenzialmente un’identità nel mondo digitale.
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Il 2012 ha visto un’accelerazione nella diffusione delle soluzioni piu consolidate, basate per lo più su tecnologie di comunicazione cellulare: in Italia il numero di oggetti interconnessi tramite SIM dati è arrivato a 5 milioni, crescendo del 25% rispetto al 2011 (contro il 13% dell’anno precedente). Il mercato legato a queste soluzioni vale oltre 800 milioni di euro.
Rimane limitata la diffusione di soluzioni che facciano ricorso a tecnologie di comunicazione diverse da quella cellulare, ma vi sono alcuni ambiti specifici promettenti, tra cui in particolare quello delle Smart City, per il monitoraggio e la gestione degli elementi della città.
Sono alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, presentata questo pomeriggio al convegno “Attenda, la stiamo collegando all’oggetto desiderato”, che si è tenuto presso l’Aula Rogers del Politecnico di Milano.
“L’Internet of Things è un paradigma tecnologico dal potenziale applicativo sconfinato, con una varietà di tecnologie abilitanti, che può avere impatti importanti sulle attività di imprese e pubbliche amministrazioni, oltre che modificare in meglio la vita delle persone – afferma Alessandro Perego, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano – La velocità di diffusione nei vari ambiti dipenderà
dall’esistenza di soluzioni tecnologiche consolidate e dal bilancio tra valore dell’informazione e costo di creazione della rete di oggetti intelligenti”.
“In Italia abbiamo osservato un crescente interesse verso le sue potenzialità – dichiara Angela Tumino, Co-responsabile della Ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano – lo testimonia anche la diffusione delle soluzioni più consolidate: nel 2012 sono saliti a 5 milioni gli oggetti connessi tramite rete cellulare, con una crescita del 25% rispetto all’anno precedente. La maggior parte delle attuali applicazioni sfrutta solo in parte le potenzialità di questo paradigma, ma il segnale è molto positivo: c’è un interesse concreto verso processi e servizi che necessitano di oggetti connessi. Questo aspetto, unito alla presenza di soluzioni tecnologiche ormai mature, rappresenta una solida base per l’affermarsi dell’Internet of Things nel prossimo futuro”.
Gli ambiti di applicazione
Le applicazioni di Internet of Things più diffuse in Italia sono nell’ambito Smart Car (la connessione tra veicoli o tra questi e l’infrastruttura circostante), che riguarda il 42% del totale degli oggetti connessi.
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Si tratta soprattutto di box GPS/GPRS per la localizzazione dei veicoli privati e la registrazione dei parametri di guida con finalità assicurative, oppure soluzioni per la fornitura di informazioni geo-referenziate sulla situazione del traffico (Infomobility) su smartphone o dispositivi ad hoc.
Seguono, con 1,4 milioni di oggetti intelligenti, lo Smart Metering (i contatori intelligenti per la misura dei consumi, la corretta fatturazione e la telegestione) e lo Smart Asset Management (la gestione in remoto di asset di valore) nelle Utility. Le soluzioni più diffuse si hanno nel settore elettrico per la trasmissione dei dati di consumo da parte delle cabine secondarie, ma iniziano a crescere – sulla spinta della normativa – i contatori intelligenti per misurare i consumi di gas delle utenze industriali e le soluzioni per la contabilizzazione dei consumi condominiali relativi al riscaldamento. Oltre alle applicazioni nelle Utility, lo Smart Asset Management conta circa altri 500.000 oggetti connessi (pari al 10% del totale) per soluzioni “semplici” che rispondono a esigenze specifiche, come la rilevazione di manomissioni e la verifica della posizione delle Gambling Machine, oppure il monitoraggio del funzionamento degli ascensori.
Lo Smart Home & Building (ovvero la gestione automatica di impianti e dei sistemi dell’edificio per risparmio energetico, comfort, sicurezza) riguarda poi il 9% delle applicazioni in Italia: quelle più diffuse sono relative all’antintrusione e alla gestione di impianti da remoto (ad esempio di riscaldamento e raffrescamento): la principale novità del 2012 è la crescita del telemonitoraggio degli impianti fotovoltaici.
Tra le altre soluzioni consolidate si segnala il 5% di applicazioni di Smart Logistics per la gestione delle flotte aziendali, ovvero soluzioni che sfruttano la localizzazione satellitare dei mezzi a supporto delle attività di routing e per il monitoraggio del processo di trasporto.
Il mercato
Nel 2012 il mercato delle applicazioni Internet of Things più consolidate basate su rete cellulare in Italia vale 810 milioni di euro (il valore include il fatturato, al netto dell’IVA, per la realizzazione di nuovi progetti, l’estensione di progetti esistenti e l’erogazione di servizi post-vendita).
In termini di mercato è lo Smart Home & Building l’ambito più rilevante, con un peso del 27% sul fatturato, seguito a breve distanza dallo Smart Car, con un peso del 26% a fronte del primato in termini di diffusione.
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Al terzo posto si trovano Smart Metering e Smart Asset Management nell Utility, con il 17%, seguiti dalle applicazioni di Smart Logistics per il trasporto (13%). Il 43% del valore di mercato (circa 350 milioni di euro) riguarda progetti di nuova implementazione, mentre il rimanente 57% (circa 460 milioni di euro) estensioni di scala di progetti conclusi negli anni precedenti e attività di post-vendita. Sui nuovi progetti il valore dell’hardware ha un peso del 47%, l’integrazione e il servizio incidono per il 49%, la connettività legata al primo anno di utilizzo dell’applicazione pesa il 4%. Per l’estensione di progetti e le attività post-vendita, invece, il peso della connettività sale al 18%, e le componenti di integrazione e servizio incidono maggiormente rispetto all’hardware.
Il futuro: Smart City e Smart Metering
Ad oggi in Italia appare ancora limitata la diffusione di soluzioni che facciano ricorso a tecnologie di comunicazione diverse da quella cellulare. Vi sono però alcuni ambiti specifici promettenti, come ad esempio l’illuminazione pubblica, dove i lampioni interconnessi possono consentire di ridurre i consumi energetici e i costi di manutenzione: nel 2012 si sono consolidate le soluzioni tecnologiche e si è ampliata l’offerta di soluzioni di illuminazione intelligente; ci sono le premesse
per una crescente diffusione nel 2013.
Sulla spinta dei bandi di finanziamento dell’Unione Europea e del MIUR, si inizia a registrare, inoltre, un forte interesse soprattutto in ambito Smart City & Smart Environment, con applicazioni basate su reti di sensori wireless o su dispositivi mobili come gli smartphone e i tablet che facilitano il coinvolgimento degli utenti consumer; queste tecnologie avranno un ruolo di crescente importanza nell’affermazione del paradigma Internet of Things.
“La Smart City è uno dei campi principali su cui l’Internet of Things giocherà la sua partita nei prossimi anni – afferma Giovanni Miragliotta, Co-responsabile della Ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano. In questo contesto, la normativa sullo Smart Metering gas, se opportunamente “riletta” per riportarla sul più ampio tavolo delle Smart City, rappresenta un’occasione unica per accelerare il processo di trasformazione verso le città intelligenti. Per adempiere alla normativa si verrà a creare nei prossimi una nuova rete di comunicazione, diffusa nelle principali aree urbane. Se opportunamente costruita e condivisa, questa rete potrebbe essere usata per raccogliere informazioni da numerosi altri oggetti intelligenti della città. Abbiamo “battezzato” questa rete, nativamente condivisa tra più applicazioni, Smart Urban Infrastructure”.
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