Milano, dal primo ottobre stop alla circolazione per molte auto in città
Milano e le nuove limitazioni veicolari
È passato solo un anno dall’ultima ondata di limitazioni all’accesso veicolare e mentre i milanesi si sono indaffarati nel trovare una nuova soluzione per spostarsi in città, ecco che Palazzo Marino fa capolino e ricorda che ora con il caro vecchio Euro 3 in Area C non entra. Una norma già predisposta, che entrerà in vigore dal prossimo primo ottobre e riguarderà tutti gli autoveicoli di questa categoria a benzina per il trasporto persone. Si prospetta una violenta legnata, come si suol dire, per i tanti automobilisti che saranno costretti a cambiare le loro abitudini. Difficile reperire il dato esatto rispetto al parco auto specifico che verrà colpito nella sola città della Madonnina, ma i report raccolti dagli uffici statistici dell’Aci (Automobile club italiano) restituiscono un’idea della dimensione del fenomeno: nella sola provincia di Milano, i veicoli Euro 3 a benzina, nel 2023, erano più di 70mila. Un dato già significativo, ma che non considera il fatto che Milano chiama automobili da tutta Italia e non solo. Da questi si sottraggono i residenti in Area C, oltre a taxi e ncc fino a nove posti, per i quali gli stessi divieti scatteranno tra un anno esatto.
Veicoli colpiti dalle restrizioni
Continuando con i numeri, la “lista nera” di veicoli banditi, alla quale quest’ultima categoria si aggiunge, tra una settimana conterà più di mezzo milione di mezzi interdetti nella sola provincia di Milano. Sono 260mila i benzina tra Euro 0, 1, 2, 3, e sono all’incirca altrettanti i gasolio, praticamente tutti fino all’Euro 5, e anche quelle a doppia alimentazione gasolio-gpl o gasolio-metano da Euro 0 a Euro 4. Una tregua dal serrato calendario “green”, gentilmente concessa dall’amministrazione, è quella ai diesel Euro 6 A-B-C, per i quali il divieto d’ingresso in Area C, precedentemente fissato tra il primo ottobre 2024 ed il primo ottobre 2027, slitta al 30 settembre 2028. Dopo quelli, nel 2029 si bloccheranno gli Euro 6 D e, l’anno successivo, verranno fermati anche gli Euro 5 a benzina.
In questo scenario si fa sentire una forte preoccupazione da parte degli automobilisti, molti dei quali si trovano a dover affrontare una transizione forzata verso veicoli più moderni e meno inquinanti. L’impatto economico, oltre a quello logistico, è notevole, considerando anche l’aumento dei costi dei biglietti per l’ingresso in Area C e le limitazioni aggiuntive che interesseranno i weekend. Questo ha indotto in crisi molti cittadini che, pur avendo investito in nuove automobili, si vedono ora esclusi dalla possibilità di circolare liberamente in città.
La normativa entra in una fase critica poiché si sovrappone a un quadro di transizione necessaria verso una mobilità sostenibile, ma si scontra con le esigenze quotidiane di moltissimi utenti delle strade milanesi. Le restrizioni, in questo contesto, diverranno una sfida non solo per i singoli automobilisti ma anche per le famiglie e le piccole imprese, le cui operazioni quotidiane dipendono fortemente dalla mobilità e dall’accessibilità. Le restrizioni colpiranno un’ampia gamma di veicoli, aumentando così le problematiche relative ai trasporti e alla logistica in città.
Impatti sulle abitudini di trasporto
Obbligo di sicurezza per autocarri
Con l’entrata in vigore delle nuove restrizioni, il Comune di Milano ha introdotto anche un obbligo importante per i conducenti di autocarri. A partire dal primo ottobre, sarà necessario installare sistemi di segnalazione dell’angolo cieco, a beneficio della sicurezza di pedoni e ciclisti. Questa misura, nota come “sensori salva-ciclisti”, è stata implementata dopo il consenso del Consiglio di Stato, a seguito di una situazione che aveva inizialmente annullato i provvedimenti proposti da Palazzo Marino. Gli autocarri interessati saranno contrassegnati da adesivi gialli e rossi, che ne evidenziano la presenza sulla strada.
L’introduzione di queste tecnologie di sicurezza è parte di un’iniziativa più ampia mirata a ridurre gli incidenti stradali e a migliorare la coesistenza tra i vari utenti della strada. Mentre la rete stradale di Milano continua a crescere e ad evolversi, la presenza di veicoli più grandi e meno manovrabili, come gli autocarri, richiede che si prendano misure aggiuntive per proteggere i più vulnerabili, ovvero pedoni e ciclisti.
È evidente che l’amministrazione comunale sta infatti cercando di affrontare non solo le questioni legate all’inquinamento, ma anche quelle più urgenti di sicurezza stradale. La scelta di obbligare l’installazione di tali sistemi non è quindi casuale, ma riflette un trend crescente in molte città europee, dove la tutela degli utenti deboli della strada è diventata prioritaria. La scelta di ripristinare l’obbligo di dotazione dei sensori evidenzia un forte impegno verso il miglioramento della sicurezza urbana, e si spera possa ridurre il numero di incidenti che coinvolgono ciclisti e pedoni, spesso vittime innocenti della crescente densità del traffico cittadino.
Obbligo di sicurezza per autocarri
Reazioni e preoccupazioni dei cittadini
Le reazioni dei cittadini milanesi di fronte ai nuovi obblighi e alle restrizioni alle auto sono molteplici e variegate. Da un lato, ci sono coloro che accolgono con favore le iniziative green pensate per ridurre l’inquinamento atmosferico e promuovere una mobilità più sostenibile. Dall’altro, però, si levano voci critiche da parte di automobilisti e lavoratori del settore trasporti, preoccupati per le ripercussioni economiche e logistiche delle nuove norme. In particolare, molti lamentano la mancanza di un adeguato supporto da parte dell’amministrazione comunale per l’acquisto di veicoli conformi alle nuove regolazioni.
Geronimo La Russa, presidente dell’Automobile Club Milano, ha espresso pubblicamente le sue preoccupazioni, sottolineando che l’invecchiamento del parco auto italiano è un tema serio che deve essere affrontato: «In Italia il parco circolante auto è progressivamente invecchiato. Ciò deve preoccupare per la sicurezza e per l’ambiente. L’età media sfiora ormai, infatti, i 13 anni». Le sue parole rispecchiano un malcontento diffuso tra i milanesi, molti dei quali di fronte a prezzi in continua ascesa e l’estensione delle ZTL nei fine settimana si sentono costretti a rivedere completamente le loro abitudini di mobilità.
In aggiunta alle preoccupazioni economiche, c’è un forte sentimento di frustrazione per la percezione che la transizione verso una mobilità più sostenibile stia avvenendo senza un adeguato coinvolgimento degli automobilisti e dei professionisti del settore. Il timore è che il passo verso un futuro green non tenga conto delle esigenze quotidiane, rendendo difficile per molti continuare a muoversi liberamente nelle proprie città. La speranza è che le istanze dei cittadini vengano ascoltate e che vengano introdotte politiche di incentivazione più efficaci, per sostenere chi desidera adeguarsi alle nuove normative senza subire un pesante disagio.”
Reazioni e preoccupazioni dei cittadini
Le reazioni dei cittadini milanesi di fronte ai nuovi obblighi e alle restrizioni alle auto sono molteplici e variegate. Da un lato, ci sono coloro che accolgono con favore le iniziative green pensate per ridurre l’inquinamento atmosferico e promuovere una mobilità più sostenibile. Dall’altro, però, si levano voci critiche da parte di automobilisti e lavoratori del settore trasporti, preoccupati per le ripercussioni economiche e logistiche delle nuove norme. In particolare, molti lamentano la mancanza di un adeguato supporto da parte dell’amministrazione comunale per l’acquisto di veicoli conformi alle nuove regolazioni.
Geronimo La Russa, presidente dell’Automobile Club Milano, ha espresso pubblicamente le sue preoccupazioni, sottolineando che l’invecchiamento del parco auto italiano è un tema serio che deve essere affrontato: «In Italia il parco circolante auto è progressivamente invecchiato. Ciò deve preoccupare per la sicurezza e per l’ambiente. L’età media sfiora ormai, infatti, i 13 anni». Le sue parole rispecchiano un malcontento diffuso tra i milanesi, molti dei quali di fronte a prezzi in continua ascesa e l’estensione delle ZTL nei fine settimana si sentono costretti a rivedere completamente le loro abitudini di mobilità.
In aggiunta alle preoccupazioni economiche, c’è un forte sentimento di frustrazione per la percezione che la transizione verso una mobilità più sostenibile stia avvenendo senza un adeguato coinvolgimento degli automobilisti e dei professionisti del settore. Il timore è che il passo verso un futuro green non tenga conto delle esigenze quotidiane, rendendo difficile per molti continuare a muoversi liberamente nelle proprie città. La speranza è che le istanze dei cittadini vengano ascoltate e che vengano introdotte politiche di incentivazione più efficaci, per sostenere chi desidera adeguarsi alle nuove normative senza subire un pesante disagio.