Finanziare un progetto con il Crowdfunding: Flickering si illumina con l’energia del corpo umano
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Un sottile amuleto d’acciaio e plexiglass che si accende in prossimità dell’energia del corpo umano.
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Questo è flickering, il nuovo concetto di luce personale da tenere sempre con sé o negli angoli bui che necessitano di una scintilla. Nel suo cuore è presente un chip ultrapiatto realizzato su misura e prototipato con Arduino.
Per finanziare la produzione in serie, i due progettisti, studenti in tesi di Design del Prodotto al Politecnico di Milano, hanno ideato una campagna di crowdfunding su Eppela facendo appello alla rete.
Obiettivo della campagna: cinquemila euro.
Il designer:
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Fabrizio Colaci
Nato da un nonno Mastro d’Ascia e cresciuto nella falegnameria del padre, Fabrizio è sempre stato in contatto con i materiali nobili e la loro trasformazione. Dopo il Liceo Scientifico voleva studiare fisica nucleare per passione, ma l’assenza di progettazione, senza materializzazione, lo hanno portato ad iscriversi al Politecnico di Milano alla facoltà di Design, per studiare Design del Prodotto. Un tirocinio nel Centro di VirtualPrototype (Master TAD) dove impara a modellare e fare rendering in 3D lo salvano dalla sua ammessa poca propensione per il disegno a mano.
La svolta per il design d’elite avviene in Giappone, durante un’esperienza di 3 mesi in produzione di design dopo aver collaborato per quasi un anno con un noto designer giapponese in Italia. Il Giappone ha un influsso catartico nel giovane designer, che adotta la bellezza e purismo del sol levante, grazie anche all’influenza sua ragazza, Misako, che è architetto. In seguito lavora da Claudia Hamers, designer di gioielli a Milano, e affina la sua passione per il fashion design e la miniaturizzazione. “Claudia è una designer eccezionale, noi uomini non abbiamo la stessa sensibilità, le donne sono troppo avanti”.
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Qualche domanda al progettista:
Come nasce l’idea?
Il progetto nasce durante il workshop al Politecnico con Lorenzo De Rosa ed Ernesto Iadevaia di Sovrappensiero. Ci hanno proposto fin dall’inizio di creare un oggetto adatto poi ad essere finanziato col crowdfunding, come ultimo esercizio di comunicazione. Di solito gli oggetti nascono per legare altri due oggetti, o legare due azioni, ma raramente per legare un oggetto ad una persona. Abbiamo voluto fare questo esercizio.
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Flickering è nato come una luce che si accende al contatto con il corpo umano, e che non può essere accesa altrimenti. Una volta che il corpo se ne separa, si spegne immediatamente. Flickering non esiste senza l’energia umana.
La fattibilità
In vista del crowdfunding dovevamo progettarlo con certezza di fattibilità. Per ottenerne l’accensione all’avvicinamento della mano abbiamo fatto un primo prototipo con Arduino. Andrea Branzi era venuto a farci un workshop al PHYCO Lab del Politecnico e ci eravamo avvicinati a questa tecnologia. La community di Arduino rappresenta una svolta ma è distante dal design, e molte volte rimane un virtuosismo di nicchia.
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Non ho visto molti oggetti davvero votati al “bello”creati con Arduino. A me piacciono i legami fra tecnologia e fashion design. La nostra idea con Thea, che è una fashion designer, era di riuscire finalmente a fare qualcosa di bello a partire da Arduino, unendo la mia esperienza sul campo alla sua sensibilità.
Il processo di miniaturizzazione
Il primo prototipo con Arduino funzionava ma non era stabile ed era troppo ingombrante per il tipo di oggetto che avevamo in mente, quindi abbiamo fatto un secondo prototipo con Adafruit. Dopo questo secondo test andato a buon fine ci siamo subito messi in contatto con un’azienda di IMOLA (Mindelst) per fabbricare un dispositivo su misura, calibrato per accendersi alla vicinanza del corpo umano.
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Il design
All’inizio avevamo immaginato una candela piatta. Poi invece, volendo instaurare un legame più intimo con la persona, ci siamo concentrati su un oggetto non stereotipato, più astratto. La forma doveva essere bella e volevamo che la funzione non fosse intuibile. La gente deve chiedersi, per prima cosa: “Che cos’è?”. E soltanto all’avvicinamento della mano, capire. Un’altra cosa interessante è stata la reazione alle prime fotografie, non potendo attribuirgli una funzione, le persone non riuscivano a capire che dimensioni avesse. Chiedevano: ma è come una chiavetta USB o come il cartello “Do not disturb” delle porte degli hotel?
I materiali
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Abbiamo scelto materiali di facile lavorazione con tecnologie a portata di mano, e facilmente reperibili. Acciaio e plexiglass, che non hanno bisogno di stampi ma soltanto di un taglio laser. Il plexiglass ci piace molto perché al Politecnico abbiamo fatto un laboratorio che comprendeva studi sulla capacità di trasmissione della luce, anche carteggiato per renderlo più liscio e che diffonda la luce in modo omogeneo.
La forma
Flickering è un oggetto dagli angoli smussati, si ispira ai nestuké, che in Giappone servivano a bloccare un cordino alla cintura del kimono, nel quale erano custoditi oggetti di valore come in un borsello, dato che i kimono non hanno tasche. I netsuké erano anticamente fatti di radice d’albero, poi sono stati declinati in legno e avorio. L’oggetto è una piccola scultura votiva, molto tondeggiante, oggetto di continua manipolazione. Le mamme lo usano come ninnolo per far addormentare i bambini perché smussato e morbido. Il rapporto col netsuké è molto intimo, quasi erotico. Ci piaceva questa concezione dell’oggetto morbido da associare al tocco. Flickering ha lo stesso obiettivo, ma in contrasto con i due materiali principali: la freddezza dell’acciaio sulle superfici, e il calore del plexiglass levigato sui bordi. Il contrasto caldo-freddo porterà le persone ad impugnarlo dai lati e anche a giocarci come con un netsuké, infilando il dito nell’anello, come un amuleto.
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Come funziona
Il cuore dell’idea è un semplice sensore capacitivo, tipico dei display degli smartphone, basato sul principio della rilevazione della capacità elettrica di un condensatore. È proprio questo sensore che permette a Flickering di attivarsi, percependo la nostra vicinanza.
L’utilizzo
È una luce di cortesia, d’emergenza, può illuminare angoli bui come il cruscotto della macchina, i cassetti, l’armadio, una borsa femminile, per leggere un libro, per inserire le chiavi nella serratura. Possiamo definirla, senza dubbio, una candela contemporanea o, ancora, una torcia di supporto alla vista. Non essendo una vera torcia, potrebbe assumere altri utilizzi più astratti come gadget aziendale. Ci aspettiamo, però, che i sostenitori della nostra campagna ci mostrino usi innovativi e inaspettati inviandoci delle foto da pubblicare sulla nostra pagina facebook.
La personalizzazione
La possibilità di incidere il nome del possessore lo rendere un oggetto unico nel suo genere.
Il crowdfunding
Siamo partiti con il progetto su Eppela e cominciamo ad avere sostenitori interessati. Vogliamo sbloccare il 50% del budget offerto da Postepay e lanciare la produzione. Ci piacerebbe produrlo in larga scala. Il raggiungimento del traguardo fissato a 5000€€ci consentirà in ordine di tempo di fare:
– la produzione delle schede e taglio laser delle componenti (6 settimane)
– l’assemblaggio delle parti (1 settimana)
– spedizione (1 settimana)
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