Massimo Melica direttore dell’AgID una candidatura che rompe gli schemi
La scorsa notte sono scaduti i termini per la presentazione delle candidature per il ruolo di Direttore dell’Agenzia per l’Italia Digitale, la prima candidatura dichiarata è quella di Massimo Melica che dal suo blog lancia la sfida ai “dinosauri del burocratese”.
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Melica ha pubblicato la sua lettera di presentazione, dedica particolare attenzione alla Giustizia attraverso il Processo civile telematico, alla Sanità digitale mediante la Tessera Sanitaria; alla Carta Nazionale dei Servizi (CNS) e infine del Sistema Pubblico per la gestione dell’Identità Digitale di cittadini e imprese (SPID) con cui le pubbliche amministrazioni potranno consentire l’accesso ai propri servizi.
Il giovane candidato lancia provocazioni anche di metodo: “Il neo Direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale non dovrà restare seduto nel suo ufficio in Roma, egli dovrà girare settimanalmente per le regioni d’Italia dialogando con il territorio, condividendo soluzioni ed expertise.”
Abbiamo contattato questa mattina Massimo Melica chiedendogli i motivi della sua candidatura: “Mi candido alla direzione dell’AgID per due motivi – ha risposto – il primo è conoscere il perchè in 17 anni dalla riforma Bassanini non abbiamo realizzato una P.A. organizzata, efficiente e digitalizzata; il secondo motivo è per recuperare il tempo perso avvertendo, i dinosauri del burocratese, che in caso di nomina il loro tempo è scaduto.”
Per Melica, secondo cui da sempre “internet è per tutti ma non tutti sono per internet”, la Pubblica Amministrazione non può più restare indietro rispetto agli standard europei in cui si chiede ad ogni Paese efficienza, trasparenza, economia ma soprattutto qualità nel rapporto con il cittadino.
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L’innovazione, specie quella digitale, chiede di tagliare i ponti con il passato – ha aggiunto Melica – chiede di sconfiggere il burocratese, i privilegi di categoria, la micro-corruzione nel settore pubblico”.
Insomma è senza dubbio una candidatura fuori dagli schemi, vedremo se il Governo saprà cogliere questa opportunità che, da subito nei social network, ha trovato un largo consenso.
Possiamo concludere, vista la recente esperienza fallimentare mostrata dalla gestione Ragosa, che un’altra Agenzia è possibile.
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