Mark Zuckerberg per salvare i giornali va oltre gli “instant articles”
Nel suo post appena pubblicato Mark Zuckerberg dichiara: “Ho trascorso molto tempo nell’ultimo anno per parlare con chi si occupa di informazione giornalistica e di come possiamo lavorare meglio insieme. Sempre più persone cercano notizie su siti come Facebook: abbiamo la responsabilità di creare una comunità correttamente informata … ma non possiamo farlo senza i giornalisti”. Ecco perché Mark Zuckerberg ha dato il via al Facebook Journalism Project, rilanciando e perfezionando il concetto degli “instant articles” (termine che forse potremmo tradurre in italiano come “articoli interattivi”, più che semplicemente istantanei).
Si tratta di una funzionalità di Facebook, introdotta nel maggio 2015, che al momento aveva sollevato parecchie perplessità. Il Corriere della Sera commentava così: “Permetterà agli utenti del social network (1,4 miliardi di persone) di leggere alcuni articoli sui loro cellulari senza lasciare l’app. La società fondata da Mark Zuckerberg, canale di approvvigionamento di notizie privilegiato dalla stragrande maggioranza dei giovani statunitensi (e non solo), ha deciso di creare questa nuova funzione dopo aver notato la lentezza dei collegamenti tra la propria app e i siti di informazione. Dal momento in cui si “tappa” su un link nella app al momento in cui si carica il sito richiesto passano in media 8 secondi, hanno spiegato: un tempo eccessivo. Instant articles permetterà di aprire un pezzo dieci volte più velocemente”. Così è stato.
Ma ora Mark Zuckerberg ha deciso di fare un grande passo in avanti. Desidera aiutare gli editori, che rischiano di fallire presto se le notizie che loro producono, con costi sensibili, possono circolare gratis sul web, senza che essi ne traggano una remunerazione. Come? Promuovendo un maggior numero di abbonamenti alle testate giornalistiche online, da parte degli utenti di Facebook, senza gravare con alcun costo di intermediazione. Insomma “se le persone si abbonano dopo aver letto le notizie su Facebook” conferma Zuckerberg “i ricavi verranno versati direttamente agli editori, che lavorano duramente sul fronte dell’informazione veritiera. Inizieremo con un piccolo gruppo di editori americani ed europei, entro la fine dell’anno, e ascolteremo i loro suggerimenti”.
Già ora Facebook sta introducendo una miglioria estremamente utile, quella di pubblicare accanto alle notizie il logo della testata che le ha prodotte. “In modo che tutti possano capire di più su ciò che stanno leggendo” aggiunge Zuckerberg, con l’intento di concretizzare finalmente la sua promessa del gennaio scorso: una sorta di alfabetizzazione basata su tre pilastri: 1) come abbiamo visto, la collaborazione con gli editori tramite la pubblicazione innovativa di instant articles. 2) la formazione di giornalisti ed editori per migliorare la stesura delle notizie tramite strumenti e algoritmi appositi. 3) la lotta alle fake news, per riconoscere le bufale ed evitarle. Tra i primi a collaborare per questa iniziativa, riportava lo scorso gennaio il Wall Street Journal, si erano candidati il Washington Post, Fox News e BuzzFeed. Ma con la decisione di oggi la gamma delle fonti inizia ad ampliarsi a dismisura, a tutto vantaggio dei lettori.
“Dare voce alle persone non è sufficiente, senza appoggiare le organizzazioni dedicate a scoprire nuove informazioni e analizzarle” conclude Zuckerberg, riferendosi alle redazioni dei giornali. “Continueremo a sperimentare diversi modi per sostenere il mondo dell’informazione e assicurarci che i giornalisti e gli editori in tutto il mondo possano continuare a svolgere il loro importante lavoro”. Numerosissimi i commenti sulla pagina Facebook del fondatore.