Mario Giordano denuncia il blocco e oscuramento del suo nuovo libro spiegando le ragioni dietro tutto ciò

Blocchi e oscuramenti al lancio del nuovo libro
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Mario Giordano, noto giornalista e conduttore televisivo, segnala una situazione di blocchi e oscuramenti riguardanti il lancio del suo ultimo libro, Dynasty. La diffusione limitata del volume non è dovuta a motivi editoriali, ma a scelte operative e di distribuzione adottate da alcune librerie ed esercizi commerciali, che si rifiutano di esporre o vendere il libro, condizionando così la disponibilità per il pubblico. Sebbene difficile da comprendere in un contesto che dovrebbe garantire la libertà editoriale, questi episodi destano preoccupazione e riflessioni importanti sul panorama culturale e commerciale italiano.
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Dynasty avrebbe dovuto raggiungere una vasta platea già dal giorno del lancio, ma diversi punti vendita, inclusi grandi centri commerciali della provincia di Monza e Brianza, hanno scelto di non esporlo sugli scaffali o di relegarlo in aree poco visibili. Tale decisione è stata denunciata dallo stesso Giordano tramite i suoi canali social, dove ha espresso il proprio stupore e disagio per un fenomeno che appare come una forma di censura editoriale di fatto non dichiarata. Il giornalista ipotizza cause che vanno dalla paura a una forma di servilismo verso i potenti, fino a un sentimento di ostilità nei suoi confronti.
L’episodio sottolinea una problematica più ampia sul diritto alla libera diffusione delle idee e sulla trasparenza commerciale e culturale in Italia, dove un autore dovrebbe poter vedere garantita la promozione del proprio lavoro senza subire ostacoli di natura extra editoriale. Giordano ha inoltre invitato i suoi sostenitori a segnalare ulteriori casi simili, al fine di comprendere l’estensione di questi blocchi e stimolare un dibattito critico su questa anomalia distributiva.
I contenuti controversi di Dynasty
Dynasty affronta temi delicati e complessi, analizzando il ruolo delle grandi famiglie italiane che hanno plasmato l’economia e la politica nazionale dagli anni ’80 a oggi. Il libro prende in esame dinastie come gli Agnelli, attualmente rappresentati dalla famiglia Elkann, i Benetton e i Del Vecchio, con particolare attenzione a Leonardo Del Vecchio, scomparso nel 2022. Giordano offre una lettura critica non solo delle fortune economiche di questi gruppi, ma anche delle dinamiche di potere e delle implicazioni sociali e culturali che ne derivano.
Il testo evidenzia, secondo l’autore, la spinta all’arricchimento a scapito di valori quali l’etica e la responsabilità sociale. Si parla infatti di una “sconfinata avidità” che caratterizzerebbe alcuni di questi protagonisti, mostrando come la ricerca del potere economico finisca spesso per sovrastare altri aspetti fondamentali della convivenza civile. Questa interpretazione non mira soltanto a raccontare il successo economico, ma intende smascherare una sorta di “povertà morale” di cui Giordano ritiene siano portatori alcuni tra i più influenti imprenditori italiani.
Inoltre, la scelta del titolo, richiamando la celebre serie televisiva americana, suggerisce un parallelo tra la narrativa di intrighi e lotte per il potere e la realtà delle famiglie italiane studiate, elevando così il libro a un’analisi che va oltre il semplice saggio biografico e assume i toni di una critica sociale e politica. Proprio questa impostazione ha generato reazioni contrastanti, alimentando discussioni sull’opportunità e i limiti della libertà d’espressione in ambito editoriale e mediatico.
Reazioni e appelli di Mario Giordano
Mario Giordano ha reagito con fermezza e preoccupazione agli ostacoli riscontrati nella distribuzione del suo libro Dynasty, definendo la situazione un chiaro tentativo di censura indiretta e un attacco alla libertà di espressione tutelata dalla Costituzione italiana. Attraverso i suoi canali social, il giornalista ha lanciato un appello ai lettori e ai sostenitori per raccogliere testimonianze di ulteriori casi di boicottaggio o occultamento del volume. L’obiettivo dichiarato è mettere in evidenza questa pratica anomala che condiziona il diritto della pubblicazione di circolare liberamente nel mercato editoriale.
Giordano non esclude che dietro questi comportamenti possano esserci pressioni o un clima di “servilismo verso i potenti”, oppure una forma di ostilità basata su motivazioni personali o ideologiche. Il conduttore di Fuori dal Coro si domanda se sia giustificabile un simile oscuramento di un’opera che, peraltro, non intende semplicemente denunciare, ma stimolare un dibattito su temi di grande rilevanza sociale ed economica per l’Italia contemporanea.
Il giornalista insiste sul fatto che, indipendentemente dalle proprie posizioni personali sull’autore o sul contenuto, è imprescindibile garantire la libera circolazione delle idee tramite i canali editoriali. Nel modo più pragmatico, Giordano invita gli operatori della cultura e del commercio a riflettere sull’importanza di tutelare il pluralismo, sottolineando come tali condotte rischino di danneggiare la stessa credibilità e autonomia del sistema editoriale nazionale.
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