Maria Callas: confronto tra film e realtà sulla vita della grande soprano
Maria: tutte le differenze tra il film e la vera storia di Maria Callas
Il regista cileno Pablo Larraín ha dimostrato un evidente interesse per figure femminili emblematiche e complesse, come evidenziato nei suoi film precedenti su Jackie Kennedy e Lady Diana. Con Maria, Larraín si propone di svelare l’essenza di Maria Callas, il soprano che ha scolpito la storia della musica. Nonostante il film presenti elementi di finzione, il regista ha cercato di rimanere fedele alle vicende reali della vita di Callas, pur concedendosi alcune libertà artistiche. L’analisi delle discrepanze tra la pellicola e la realtà storica diventa quindi cruciale per comprendere la complessità della donna rappresentata sul grande schermo.
Un aspetto che emerge con forza riguarda i legami di Maria Callas con il personale che la circondava. I due domestici, Ferruccio Mezzadri e Bruna, interpretati nel film da Pierfrancesco Favino e Alba Rohrwacher, sono figure realmente esistite. Mezzadri ha dedicato vent’anni della sua vita al servizio di Callas, iniziando a lavorare per lei nel 1958. La biografia di questa interazione è supportata da testimonianze, come quella del regista Franco Zeffirelli, il quale ha riferito di un testamento scritto da Callas, in cui avrebbe disposto di lasciare parte della sua eredità alla sua cameriera e al suo autista, un documento di cui però non è mai stata trovata traccia. Al momento della sua morte, il patrimonio di circa 12 milioni è stato diviso tra l’ex marito Giovanni Battista Meneghini e la sorella Yakinthi, lasciando incertezza sulle reali volontà della cantante in merito al suo personale storico.
Il rapporto reale con i suoi domestici
Il legame di Maria Callas con i suoi domestici è uno degli aspetti più affascinanti e complessi della sua esistenza. La figura di Ferruccio Mezzadri, che ha servito come autista e assistente personale per due decenni, è cruciale per comprendere la vita quotidiana della soprano. Callas era nota per la sua personalità spigolosa e il suo alto standard nella gestione delle relazioni professionali. Il suo rapporto con Mezzadri e Bruna, la cameriera, si fondava su un misto di affetto e bisogno di controllo, testimoniando la vulnerabilità celata dietro la sua immagine pubblica di diva.
Franco Zeffirelli, un caro amico e collaboratore di Callas, ha rivelato in un’intervista che, al termine della sua vita, la soprano tentò di redigere un testamento in cui avrebbe voluto destinatari specifici per una parte considerevole della sua fortuna. Qui si evidenzia un contrasto tra la realtà e la rappresentazione cinematografica di un legame emotivo profondo, poiché nonostante i legami affettivi, non è mai stato trovato un testamento di tale natura. Le questioni legate all’eredità di Callas, alla sua morte avvenuta nel 1977, restano avvolte nel mistero, con la maggior parte del suo patrimonio che finì per essere divisa tra l’ex marito Giovanni Battista Meneghini e la sorella Yakinthi. Anche se ci sono state voci su un presunto aiuto fornito a Mezzadri e Lupoli, non esistono prove certa di tali generosità.
La dinamica tra Callas e i suoi domestici è quindi rappresentativa delle sfide che affrontava nella sua vita personale. Essa riflette una figura che, pur avendo raggiunto vette straordinarie nella carriera musicale, si ritrovava a lottare con solitudini e ambivalenze emotive, circostanze che il film tenta di catturare, pur oscillando tra verità storica e libertà narrativa.
I canti ai nazisti
Un episodio particolarmente critico della vita di Maria Callas si inserisce nel contesto drammatico dell’occupazione nazista in Grecia, periodo che ha lasciato un’impronta profonda nel suo vissuto. Nel film, si assiste a un flashback in cui la giovane Maria, spinta dalla madre, è costretta a cantare per i soldati tedeschi. Questo momento di tensione non è solo un artefatto narrativo, ma trova riscontro nella realtà storica, come confermato dalla biografa Lyndsy Spence. La madre di Callas, in un disperato tentativo di sopravvivere, le imponeva di esibirsi davanti ai soldati in cambio di cibo, creando un conflitto interiore nella giovane artista.
Callas si trovava così di fronte a una scelta atroce: onorare le richieste della madre oppure lasciare che la propria dignità venisse calpestata. La testimonianza di Spence rivela che la situazione era così critica da confrontare l’idea di esibirsi con quella di prostituirsi, suggerendo che Callas provava un profondo risentimento verso la madre, che aveva intrapreso una vita di compromessi durante la guerra. La narrazione ipotizza che questa costrizione abbia influenzato non solo la sua infanzia ma anche la sua psiche e le sue future relazioni. Il film riesce a intuire questa complessità, mettendo in evidenza una dinamica familiare avvelenata da un contesto storico disastroso.
La situazione di Maria, evidenziata dalla pressione materna e dalle scelte impossibili imposte dalla guerra, non è solo un’illustrazione della sua resilienza ma getta luce su un aspetto fondamentale della sua personalità. L’artista, che si sarebbe poi affermata come una delle più grandi cantanti del mondo, porta con sé cicatrici invisibili, frutto delle enormi aspettative e dei sacrifici imposti dalle circostanze. Questi eventi drammatici forgiarono una Callas che non sarebbe mai riuscita a separare il dolore delle sue origini dalla brillantezza della sua carriera futura.
L’incontro con Marilyn Monroe
Nell’immaginario collettivo, l’incontro tra Maria Callas e Marilyn Monroe è spesso celebrato come un evento emblematico, un momento in cui due icone femminili si incrociarono sullo sfondo di Hollywood negli anni ’60. Il film Maria sul grande schermo suggerisce un’agenda d’incontro, ma la verità storica si dipana in maniera più sfumata e complessa. La rappresentazione cinematografica non tiene conto di tutte le sfaccettature della loro relazione, rendendo imprescindibile il raffronto con la realtà. Seppur entrambe le donne fossero onorate con riconoscimenti e fama, i loro mondi erano profondamente diversi: da un lato, la lirica e il teatro dell’opera; dall’altro, il glamour effimero e le pressioni di Hollywood.
Il film descrive una possibile interazione tra Callas e Monroe che si concentra sulla loro qualità di donne famose, ma non racconta quanto fosse carica di tensioni e aspettative l’atmosfera in cui si incontravano. Stando alle fonti, è verosimile ipotizzare che si siano incrociate ad eventi del jet set, ma non ci sono prove concrete di incontri personali significativi. Se esistevano ammirazioni reciproche, queste erano mediate dai rispettivi ruoli pubblici e dalle incertezze private. Inoltre, entrambi rimasero vittime di intensi rumori mediatici e pressioni percepite, che influenzarono inevitabilmente le loro vite e le loro carriere.
Si può dunque supporre che l’era delle star e degli artisti navigasse in acque simili, ma l’incontro tra Maria Callas e Marilyn Monroe non va forzato in un cliché di sorellanza, a meno di non considerare i tormenti e le lotte personali che ciascuna di loro attraversava. Le biografie di entrambe le donne ci raccontano non solo di successi ma anche di fragilità e di conflitti interiori. La Callas, da sempre legata all’arte e alla musica, si trovava in un altro universo rispetto alla Monroe, la cui vulnerabilità era spesso esibita come parte integrante della sua immagine pubblica. Questo sfondo di rivalità e ammirazione merita di essere esplorato con attenzione, poiché riflette un’epoca in cui il potere del femminile si manifestava in forme diverse, ma connesso in modo indissolubile alle complessità delle loro realtà.