L’utilizzo degli hashtag in politica nelle conversazioni digitali Web 2.0: l’ironia ritrovata
Fino a qualche tempo fa l’ironia e la politica, una volta amiche affezionate, erano divenute parenti litigiose: una punzecchiava e l’altra ignorava con aria di sufficienza.
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Ma la diffusione del web, e poi dei social network, ha scatenato tutta l’ironia sopita dei cittadini, che, forse stanchi di battibecchi e singolar tenzoni, hanno deciso di tornare a farsi qualche risata (anche se a denti stretti).
Molti sono stati i casi, a partire da quello scatenato dall’hashtag #mirispondi lanciato dall’ex sindaco di Milano, Letizia Moratti, e trasformato in una divertente presa in giro grazie all’ironica domanda sulla moschea di Sucate (quartiere, ovviamente, inesistente a Milano). Hanno seguito, poi, i manifesti ironici che hanno invaso il Web con le frasi più disparate sulle colpe di Pisapia.
Al grido “Tutta colpa di Pisapia” il web si è sbizzarrito creando una forte simpatia per il candidato e consensi sempre maggiori. L’ironia, infatti, non toglie potere alla politica, ma, anzi, sembrerebbe esattamente il contrario.
Fino ad un decennio fa, i toni della politica si erano inaspriti a tal punto che l’unica via di dialogo possibile sembrava quella dello scontro frontale fra i suoi rappresentanti ma con l’arrivo del web 2.0 i cittadini sembrano essersi impadroniti di nuovo di alcuni spazi della politica .
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Questo ha permesso, in molte occasioni, di smorzare i toni, e di vedere le cose da un punto di vista “nuovo” (per meglio dire, ritrovato) di cui l’ironia è tornata prepotentemente a far parte.
Anche l’hashtag lanciato dal Sindaco di Firenze, Matteo Renzi, #Enricostaisereno alle Invasioni Barbariche ne è una degna dimostrazione.
Molti commenti seri e molte riflessioni si accompagnano all’Hashtag, ma anche molti commenti ironici e divertenti come quelli che si possono leggere nello Storify seguente.
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Negli ultimi giorni, poi, ha fatto capolino un video, divenuto virale in brevissimo tempo, creato sulla falsa riga dei video invadi-bacheca dono di Zuckerberg per i 10 anni di Facebook.
Il video creato da Gabriele Sabatino Fechete Jr, ripreso da molte testate fra cui L’Espresso, racconta in modo pungente alcuni episodi della carriera di Berlusoni.
Di seguito il link ad una delle condivisioni del video su YouTube.
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Che si possa essere, o meno , d’accordo con il linguaggio usato, non si può tuttavia ignorare la risonanza che il video ha ottenuto in soli due giorni e questo, perciò, richiede una riflessione sulle trasformazioni che la comunicazione politica sta subendo.
Insomma se Troisi e Benigni intitolavano un loro capolavoro “Non ci resta che piangere”, forse oggi, sembrano dire gli utenti del Web, non ci resta che cercare di (sor)riderci su.
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