• ADV
    • CHI SIAMO
    • CONTATTI
  • TECH
  • FINTECH
  • AI
  • WEB3
  • LIFESTYLE
  • MOTORI
  • SVIZZERA
  • SVAPO
  • BRANDED
  • TREND
  • PUBBLICITA’
  • CHI SIAMO
  • REDAZIONE
  • CONTATTI
  • CISION – PRNEWSWIRE
#ASSODIGITALE.

NEWS TECH & FINTECH + AI & LIFESTYLE

#ASSODIGITALE.
  • ADV
    • CHI SIAMO
    • CONTATTI
  • TECH
  • FINTECH
  • AI
  • WEB3
  • LIFESTYLE
  • MOTORI
  • SVIZZERA
  • SVAPO
  • BRANDED
  • TREND
  • EVENTI

Lobbysti del petrolio dominano a Cop29: impatto sui Paesi in crisi climatica

  • Redazione Assodigitale
  • 15 Novembre 2024
Lobbysti del petrolio dominano a Cop29: impatto sui Paesi in crisi climatica

Lobbysti del petrolio a Cop29: un esercito in crescita

▷ GUADAGNA & RISPARMIA con i nostri Coupon & Referral Code: CLICCA QUI ORA!

A Cop29, il panorama è caratterizzato da una massiccia presenza di lobbysti provenienti dal settore del petrolio e del gas, il che evidenzia una dinamica preoccupante. Secondo la coalizione Kick Big Polluters Out (Kbpo), composta da 450 organizzazioni non governative globali, si stima che il numero di lobbysti operanti in questo ambito superi le 1.773 unità. Questo dato è particolarmente significativo se confrontato con il numero di rappresentanti dei paesi più vulnerabili al cambiamento climatico, che risulta essere inferiore.

Indice dei Contenuti:
  • Lobbysti del petrolio dominano a Cop29: impatto sui Paesi in crisi climatica
  • Lobbysti del petrolio a Cop29: un esercito in crescita
  • La presenza imponente dei lobbysti rispetto ai paesi vulnerabili
  • Composizione e strategie delle delegazioni aziendali
  • L’accreditamento dei lobbysti: un processo controverso
  • Implicazioni per la lotta contro il cambiamento climatico


USA IL CODICE MFL25BLCONS PER AVERE LO SCONTO DEL 20% SUL BIGLIETTO DI INGRESSO! ==> CLICCA QUI!

Nonostante la riduzione globale del numero di partecipanti alle conferenze sul clima, il contingente dei lobbysti del settore estrattivo non solo rimane costante, ma ha anche visto un lieve incremento rispetto all’edizione precedente tenutasi a Dubai, dove erano stati registrati 2.450 lobbysti. A Baku, sebbene le credenziali siano state rilasciate a soli 52.000 partecipanti, la fetta di accreditamenti concessi agli operatori del settore energetico è rimasta sproporzionata.

La situazione è ulteriormente aggravata dal fatto che il numero di badge distribuiti ai lobbysti ha superato quello dei rappresentanti delle dieci nazioni più colpite dalla crisi climatica, come Ciad e Somalia. Ciò getta un’ombra sulle reali motivazioni alla base dei negoziati climatici, suggerendo che gli interessi aziendali stanno spingendo il settore in direzioni che possono ostacolare gli sforzi per una transizione ecologica. L’emergere di un così vasto esercito di lobbysti rappresenta quindi una sfida cruciale e urgente per l’agenda climatica globale, sollevando interrogativi sulla capacità del sistema di governance climatica di resistere a tali pressioni.»

La presenza imponente dei lobbysti rispetto ai paesi vulnerabili


SCONTO 10% sul PREZZO DEL ticket usando il codice MEDIA10 ==> CLICCA QUI

Durante la conferenza Cop29, si assiste a un’opprimente disparità tra la rappresentanza degli interessi economici e quella dei paesi più vulnerabili al cambiamento climatico. Le statistiche rilasciate dalla coalizione Kick Big Polluters Out (Kbpo) rivelano che i lobbysti legati al settore del petrolio e del gas hanno ricevuto un numero di badge superiore a quello degli esponenti delle dieci nazioni più colpite dalla crisi climatica. Questa situazione è particolarmente allarmante poiché, nonostante il calo complessivo dei partecipanti da 97.000 a 52.000 tra Dubai e Baku, il numero degli operatori del settore energetico è rimasto elevato.

In un contesto in cui le risorse disponibili per la lotta contro il cambiamento climatico sono limitate, la predominanza di lobbysti rispetto ai rappresentanti dei paesi vulnerabili suscita interrogativi su chi realmente possa influenzare i risultati delle negoziazioni. Infatti, sebbene siano stati registrati solo 1.033 badge per i delegati delle nazioni più esposte ai cambiamenti climatici, la presenza dei lobbysti dell’industria fossil fuel supera notevolmente questo numero. Ciò implica che gli interventi e le proposte avanzate da tali paesi potrebbero essere soffocati da interessi particolari che puntano a mantenere lo status quo, piuttosto che a promuovere soluzioni concrete e necessarie.

L’influenza dei lobbysti non si limita quindi a una mera questione numerica, ma pone dubbi sulla trasparenza e sull’efficacia dell’intero processo negoziale. Le organizzazioni non governative hanno evidenziato come questa presenza massiccia possa minare la credibilità dei temi trattati durante la conferenza, riducendo la possibilità di interventi significativi e utili per le nazioni vulnerabili. È fondamentale che le decisioni intraprese a Cop29 tengano in considerazione le esigenze di chi vive in prima linea gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici, piuttosto che assecondare gli interessi di un’elite industriale che potrebbe non avere a cuore il benessere collettivo.

Composizione e strategie delle delegazioni aziendali

La composizione delle delegazioni aziendali che prendono parte a Cop29 rivela una netta predominanza di rappresentanti di gruppi industriali e operatori nel settore energetico, con una particolare enfasi su petrolio e gas. Tra coloro che hanno ricevuto accrediti, emergono nomi di aziende con notevoli interessi nel settore estrattivo, come Total e Glencore. La International Emission Trading Association, che ha contribuito con un numero significativo di delegati, si è affermata come una delle organizzazioni più influenti all’interno della conferenza, con 43 membri presenti. Questo scenario mette in risalto la strategia adottata da tali delegazioni, caratterizzata principalmente da un’attiva ricerca di compromessi e da contatti diretti con i negoziatori, per influenzare i testi e le deliberazioni.

Le delegazioni aziendali non si limitano alle multinazionali attive nel campo dei combustibili fossili; sono anche supportate da gruppi di pressione e associazioni commerciali che, con obiettivi di lobbying ben definiti, cercano di permeare il processo decisionale. Un esempio è rappresentato dal World Business Council for Sustainable Development, con i suoi 27 rappresentanti, che lotta per l’inclusione delle esigenze degli affari sostenibili nei documenti finali della conferenza.

Un altro aspetto rilevante della loro strategia è l’approccio comunicativo e relazionale. Infatti, molti dei delegati non si limitano a occuparsi di trattative formali, ma si ispirano a relazioni informali, costruendo reti di contatti tra i vari attori presenti. Questa modalità operativa permette di esercitare un’influenza discreta ma insidiosa, volta a garantire che le normative future non ostacolino le loro attività economiche, ma piuttosto ne incentivino la continua espansione. Il risultato è una rappresentanza che non solo è quantitativamente significativa, ma che si basa su una rete complessa di alleanze e influenze, capace di modellare le politiche climatiche in favore degli interessi industriali più che delle necessità ambientali e sociali.

L’accreditamento dei lobbysti: un processo controverso

Il processo di accreditamento per i lobbysti presenti a Cop29 ha sollevato interrogativi significativi circa la trasparenza e la regolarità delle pratiche adottate. Infatti, nonostante l’apparente rigorosità delle procedure, è evidente che molti operatori dell’industria energetica sono riusciti a superare il complesso iter di iscrizione, ottenendo accesso ai luoghi nevralgici senza troppe difficoltà. Questa facilità di accesso solleva preoccupazioni sulla reale capacità di mantenere un equilibrio tra gli interessi economici e le necessità di protezione ambientale.

Il processo di accreditamento è spesso considerato un passaggio fondamentale per garantire che solo le voci legittime e rappresentative possano partecipare ai tavoli di discussione. Tuttavia, nel caso di Cop29, molti lobbysti sono riusciti ad entrare nelle stanze dei bottoni grazie all’appoggio di organizzazioni nazionali legate al commercio, in particolare quelle occidentali. Secondo il rapporto di Kick Big Polluters Out, un’importante concentrazione di accreditamenti è riconducibile a entità come l’International Emission Trading Association, la quale ha registrato un significativo numero di partecipanti, inclusi delegati di compagnie petrolifere come Total e Glencore.

Le critiche si amplificano considerando che, nonostante la diminuzione complessiva del numero di partecipanti rispetto all’edizione passata di Dubai, il contingente di lobbysti non è diminuito in maniera proporzionale. I dati evidenziano che, per ogni delegato proveniente da paesi vulnerabili, si stima ci siano numerosi lobbysti del petrolio e gas ad interagire direttamente con i negoziatori. Questo scenario solleva dubbi sull’effettiva rappresentatività delle nazioni più colpite dalla crisi climatica, che rischiano di essere marginalizzate in favore di interessi commerciali ben più radicati.

Rimane quindi cruciale porre in discussione i criteri di selezione e le modalità di accreditamento per garantire che il processo non si trasformi in una vetrina per le lobby industriali, ma piuttosto in una piattaforma inclusiva in cui tutte le voci siano ascoltate, specialmente quelle delle comunità più vulnerabili. Solo così sarà possibile perseguire un approccio efficace e giusto nella lotta contro il cambiamento climatico, garantendo che gli accordi presi riflettano le reali esigenze di un mondo in crisi.

Implicazioni per la lotta contro il cambiamento climatico

La netta predominanza dei lobbysti del petrolio e del gas a Cop29 ha profondamente implicato la direzione delle politiche climatiche globali. La continua presenza di 1773 lobbysti del settore indica una potenza negoziale che può distorcere i processi decisionali, alterando le priorità emerse dalle esigenze urgenti dei paesi più colpiti dalla crisi climatica. Questo scenario solleva interrogativi critici su come le decisioni che influenzeranno il futuro ecologico del pianeta possano essere influenzate da interessi aziendali anziché da priorità di sviluppo sostenibile e giustizia ambientale.

Le organizzazioni non governative, tra cui la coalizione Kick Big Polluters Out, hanno messo in luce i potenziali effetti negativi di questa sproporzionata presenza. I rappresentanti delle nazioni vulnerabili si trovano di fronte alla difficoltà di competere con le risorse e il supporto strategico delle aziende energetiche, il che può comportare un significativo svantaggio nei negoziati internazionali. Inoltre, il predominio dei lobbysti comporta il rischio di un’influenza indebita su documenti e accordi chiave, generando testi che privilegiano gli interessi di quei pochi a discapito delle realtà delle comunità più vulnerabili.

Questa situazione porta con sé la necessità di rivedere le modalità attraverso cui le conferenze internazionali sul clima si strutturano e operano. È essenziale che le negoziazioni siano progettate in un modo che non solo permetta una partecipazione equa, ma che garantisca anche che le voci delle comunità a rischio siano effettivamente ascoltate. La lotta contro il cambiamento climatico deve contrapporre la resistenza agli effetti devastanti delle attività estrattive, all’insidiosa presenza dei lobbysti, mirata a preservare interessi economici piuttosto che a promuovere azioni significative.

La comunità internazionale deve dunque adottare un approccio più critico, non solo nei confronti delle politiche climatiche, ma anche delle pratiche di lobbying insidiose. Investire nella trasparenza e nella responsabilità è cruciale per ripristinare la fiducia nel processo e per assicurarsi che gli impegni assunti durante conferenze come Cop29 siano autentici e finalizzati a un cambiamento reale, ponendo l’accento sulle necessità delle persone più vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico.


Sostieni Assodigitale.it nella sua opera di divulgazione

Grazie per avere selezionato e letto questo articolo che ti offriamo per sempre gratuitamente, senza invasivi banner pubblicitari o imbarazzanti paywall e se ritieni che questo articolo per te abbia rappresentato un arricchimento personale e culturale puoi finanziare il nostro lavoro con un piccolo sostegno di 1 chf semplicemente CLICCANDO QUI.

← Post Precedente
Post Successivo →
Redazione Assodigitale

Articolo editoriale realizzato dalla Redazione di Assodigitale. Per tutte le vostre esigenze editoriali e per proporci progetti speciali di Branded Content oppure per inviare alla redazione prodotti per recensioni e prove tecniche potete contattarci direttamente scrivendo alla redazione : CLICCA QUI

 


ISCRIVITI SUBITO AL NOSTRO FEED SU GOOGLE NEWS ==> CLICCA QUI!


DIRETTORE EDITORIALE

Michele Ficara Manganelli ✿

PUBBLICITA’ – COMUNICATI STAMPA – PROVE PRODOTTI

Per acquistare pubblicità CLICCA QUI

Per inviarci comunicati stampa e per proporci prodotti da testare prodotti CLICCA QUI

#ASSODIGITALE.
  • PUBBLICITA’
  • JOBS
  • REDAZIONE
  • CHI SIAMO
  • CONTATTI – IMPRESSUM
  • PRIVACY
  • COOKIE

PUBBLICITA’ COMUNICATI STAMPA

Per acquistare pubblicità potete richiedere una offerta personalizzata scrivendo al reparto pubblicitario.

Per pubblicare un comunicato stampa potete richiedere una offerta commerciale scrivendo alla redazione.

Per inviarci prodotti per una recensione giornalistica potete scrivere QUI

Per informazioni & contatti generali potete scrivere alla segreteria.

Tutti i contenuti pubblicati all’interno del sito #ASSODIGITALE. “Copyright 2024” non sono duplicabili e/o riproducibili in nessuna forma, ma possono essere citati inserendo un link diretto e previa comunicazione via mail.

FONTE UFFICIALE GOOGLE NEWS

#ASSODIGITALE. da oltre 20 anni rappresenta una affidabile fonte giornalistica accreditata e certificata da Google News per la qualità dei suoi contenuti.

#ASSODIGITALE. è una testata editoriale storica che dal 2004 ha la missione di raccontare come la tecnologia può essere utile per migliorare la vita quotidiana approfondendo le tematiche relative a: TECH & FINTECH + AI + CRYPTO + BLOCKCHAIN + METAVERSE & LIFESTYLE + IOT + AUTOMOTIVE + EV + SMART CITIES + GAMING + STARTUP.

 

Inserisci la chiave di ricerca e premi invio.