L’italiano Walkman si prepara alla gara Darpa Robotics Challenge
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3 milioni e mezzo di dollari è il premio in palio per i vincitori della gara Darpa Robotics Challenge, contest che si svolgerà da venerdì 5 presso il Fairfplex Pomonama, il centro fieristico di Los Angeles. Gli umanoidi – americani, giapponesi, coreani, cinesi – si sfideranno in otto prove, dovendo dimostrare di saper scavalcare ostacoli, guidare veicoli, salire scale, aprire porte, attivare e disattivare valvole, maneggiare un trapano e molo altro.
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In gioco, tra i 25 concorrenti, c’è anche il robot italiano Walkman costruito dal team dell’Iit (Istituto italiano di tecnologia di Genova) diretto da Roberto Cingolani: una squadra di 24 esperti di robotica (meccanici, ingegneri elettronici, programmatori), età media 31 anni, molti dei quali sono talenti stranieri che hanno scelto di venire a studiare in Italia.
Il capo-progetto è Nikolaos Tsagarakis, ma la parte più sofisticata dell’umanoide, la «soft hand», una mano capace di maneggiare oggetti con molta destrezza, delicatezza e sensibilità, è frutto del lavoro del centro di ricerche Piaggio dell’università di Pisa guidato da Antonio Bicchi.
A Walkman è affidato il ruolo di tenere alta la bandiera della tecnologia europea (oltre a due robot tedeschi che, però, utilizzano tecnologia americana). Negli Stati Uniti la competizione viene promossa in tutti i campi per migliorare le prestazioni, far emergere il merito, promuovere l’innovazione e la creatività.
Quella dell’automazione è una delle aree nelle quali i «contest» sono più diffusi, fin dalle scuole primarie con squadre di giovani studenti pronte ad assemblare robottini più o meno rudimentali.
Poi ci sono le gare per veri geni: ad esempio, Virgin Galactic, l’astronave che promette di aprire l’era del turismo spaziale, nasce da un prototipo costruito da Burt Rutan per partecipare all’X-Prize.
Ma il Darpa Robotics Challenge non è assolutamente un gioco, poiché l’obiettivo è quello di selezionare macchine intelligenti capaci di sostituire l’uomo in contesti molto pericolosi sia civili che militari, non solo sul campo di battaglia, quindi, ma anche in luoghi colpiti da una catastrofe naturale, in una miniera devastata da crolli ed esplosioni, o in un ambiente altamente radioattivo dopo un incidente in una centrale nucleare.
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