L’ internet delle cose ama la salute
Per Accenture da oggi al 2020 il dialogo intelligente tra applicazioni e oggetti varrà circa 14 trilioni di dollari nell’economia globale.
E per TrendForce nel comparto sanitario raggiungerà 30 miliardi di dollari entro il 2018. Ne hanno parlato startupper, giornalisti ed esperti del settore nell’headquarter Sanofi a Milano.
Le startup Xmetrics, Amyko, Braincontrol hanno raccontato la loro esperienza. Tra gli altri sono intervenuti Luca Tremolada (Sole24Ore), Celia Guimaraes (Rainews) e Gabriele Di Matteo (Repubblica Affari & Finanza).
“Stiamo entrando in un’epoca in cui ogni individuo avrà a disposizione tutti i suoi dati medici e la potenza di calcolo per elaborarli. Tutto ciò porrà l’individuo al centro della scena”, ha affermato il cardiologo di fama mondiale Eric Topol. L’internet delle cose ama la salute.
È la tecnologia in grado di collegare a internet qualunque oggetto, sempre più usata nel comparto sanitario e medicale. La spesa mondiale per i servizi IoT legati al comparto sanitario raggiungerà 30 miliardi di dollari nel 2018, con un tasso di crescita del +60% all’anno.
L’Internet of Things (IoT) definisce la possibilità di collegare alla Rete qualsiasi oggetto, da un orologio a un braccialetto, dalla lavastoviglie a un lampione. Basta che l’oggetto sia in grado di comportarsi come sensore, monitorando informazioni su di sé o sull’ambiente circostante.
Le applicazioni dell’IoT stanno modificando nei cittadini-pazienti il modo di interagire con la salute, perché i dispositivi medicali connessi costituiscono una nuova opportunità nel settore sanitario-ospedaliero: dalla diagnostica alla telemedicina, dalla gestione ed elaborazione dei dati biometrici al confronto tra medico e paziente.
Gabriele Di Matteo ha citato interessantissimi capitoli del suo imperdibile libro “Dialogo tra una lavatrice e un tostapane”. Impareremo a convivere con miliardi di sensori. A guardare un film mentre la nostra auto guida da sola.
Sapremo controllare la salute dagli smartwatch allacciati ai nostri polsi, saremo avvisati quando si libera un parcheggio in città, oppure saremo guidati dalla nostra auto al distributore di benzina più vicino.
Nei supermercati i prodotti ci racconteranno la loro origine e allo stadio con gli smartphone potremo consigliare al coach, in diretta, la nostra formazione ideale.
50 miliardi di oggetti connessi, nascita di nuovi posti di lavoro, con aziende alla ricerca di data scientist, gli specialisti di statistica e matematica capaci di trasformare i big data grezzi, raccolti dai sensori, in una materia raffinata, organizzata e gestibile per nutrire l’enorme mercato dell’Internet delle Cose.
Questa rivoluzione IOT (Internet Of Things) riguarda tutti e per l’Italia un’occasione unica per sanare il digital divide: il libro di Di Matteo presenta casi reali e interviste ai protagonisti del cambiamento.
Oltre a leggere il suo libro, si dovrebbe visitare regolarmente anche il sito di Gabriele Di Matteo, per scoprire come il mondo si evolve ogni giorno.
Dai piccioni di Londra al lavoro con sensori per il controllo dell’aria, alla Nike che ha annunciato la nuova generazione di scarpe che si allacciano da sole, le Nike Mag ”self lacing”.