L’intelligenza artificiale: nuovo “campo di battaglia” tra hacker e aziende
L’intelligenza artificiale (AI) è diventata una delle armi principali a livello difensivo e offensivo nel grande ambito degli attacchi informatici. Dando un’occhiata alle statistiche, l’uso dell’AI da parte dei cybercriminali è cresciuto a tripla cifra a livello globale nel primo semestre del 2024.
A fronte delle innegabili preoccupazioni, si tratta di una tendenza che nasconde grandi opportunità per aziende e professionisti, con prospettive occupazionali di almeno 100.000 posti di lavoro a medio termine nella sola Italia.
Vediamo in che modo l’intelligenza artificiale sta aiutando i cyber criminali e quali strumenti (e pratiche) possiamo mettere in pratica per difenderci anche nel 2025.
L’AI come arma nei cyber attacchi
Si può dire senza troppi timori che l’intelligenza artificiale generativa abbia rappresentato una vera e propria rivoluzione per gli hacker. Grazie all’IA è stato possibile migliorare contemporaneamente il livello qualitativo e quantitativo degli attacchi, affinando e automatizzando le procedure di esecuzione.
Nella pratica, l’intelligenza artificiale viene utilizzata ogni giorno per raccogliere i dati sensibili delle potenziali vittime, individuare vulnerabilità nei sistemi e creare campagne di phishing più sofisticate e credibili.
Esempi reali di attacchi con IA
- TaskRabbit (2018): la piattaforma online per freelance controllata da IKEA ha subito un attacco in cui sono stati violati 3,75 milioni di dati personali. Secondo alcuni report tecnici, gli hacker hanno utilizzato una botnet alimentata dall’intelligenza artificiale per orchestrare un attacco DDoS, causando l’interruzione del servizio.
- Yum! Brands (2023): più recentemente, un attacco ransomware ha colpito la società che controlla tanti importanti brand internazionali come KFC e Pizza Hut, compromettendo i dati aziendali e personali dei dipendenti. L’IA è stata utilizzata per selezionare i dati dal potenziale economico più alto, costringendo l’azienda a chiudere pro tempore 300 punti vendita nel Regno Unito.
- T-Mobile (2022): la nota azienda attiva nel campo delle telecomunicazioni ha rivelato che 37 milioni di dati dei propri clienti sono stati sottratti, sfruttando un’API compromessa. Gli hacker hanno utilizzato algoritmi AI per aggirare le contromisure protettive, accedendo a informazioni sensibili come PIN e numeri di telefono.
- Activision (2023): come ultimo esempio di questa rapida carrellata, possiamo parlare della campagna di phishing che ha colpito il noto sviluppatore di videogame. Gli hacker avrebbero usato l’IA per generare messaggi SMS molto convincenti, capaci di trarre in inganno i responsabili delle risorse umane dell’azienda, ottenendo così l’accesso al database dei dipendenti.
Come proteggere la propria azienda
Le organizzazioni private e pubbliche non possono ignorare il problema degli attacchi informatici potenziati dall’IA. Servono strategie di sicurezza chiare e adeguate, che facciano a loro volta uso delle ultime soluzioni tecnologiche, oltre a un approccio proattivo, caratterizzato da una visibilità completa sui sistemi aziendali che consenta di prevenire qualsiasi accesso non autorizzato.
Il ruolo della VPN
Una VPN aziendale è fondamentale se desideri che le comunicazioni fra i dipendenti e con i partner commerciali rimangano al sicuro. Con una rete privata virtuale, i dati trasmessi e ricevuti verranno protetti da algoritmi crittografici. Questo significa che, anche nel caso in cui gli hacker dovessero riuscire a intercettare un pacchetto, i dati al suo interno risulteranno illeggibili.
Una VPN con strumenti basati sull’IA può tornare utile alla tua società anche per:
- Monitorare il traffico di rete in tempo reale, identificando eventuali anomalie che potrebbero indicare un tentativo di accesso.
- Prevenire attacchi sviluppati con l’intelligenza artificiale, riducendo la superficie di attacco per exploit come quello che ha colpito T-Mobile 2 anni fa.
- Proteggere le comunicazioni anche da remoto, particolarmente utile per chi fa uso di collaboratori a distanza.
VPN gratis: una soluzione valida?
Se ti stai guardando attorno, alla ricerca delle migliori VPN gratuite, devi anche tenere in considerazione le possibili conseguenze negative di queste soluzioni. Le VPN gratis potrebbero anche garantire una protezione di base, ma spesso non offrono funzionalità avanzate e non proteggono a dovere i tuoi dati (in alcuni casi questi vengono addirittura venduti a terzi per monetizzare il servizio).
Strategie integrate per fronteggiare gli attacchi AI
Oltre alla VPN aziendale, bisogna considerare la cybersecurity a 360°, abbracciando questi aspetti:
- Formazione del personale: i dipendenti devono essere al corrente dei rischi associati alle campagne di phishing alimentate dall’AI.
- Aggiornamento regolare dei sistemi: installare in modo tempestivo le patch di sicurezza per prevenire exploit volti a sfruttare vulnerabilità note.
- Monitoraggio AI-powered: utilizzare strumenti di sicurezza che sfruttano l’AI per rilevare e rispondere rapidamente alle minacce.
- Autenticazione multi fattore (MFA): rafforzare l’accesso ai sistemi (in particolar modo a quelli di maggiore impatto) con sistemi di autenticazione avanzati che includano fattori biometrici o codici randomici.
Note finali
Sarebbe sbagliato raffigurare l’AI semplicemente come una minaccia per la cybersicurezza delle aziende italiane. Se è vero che moltissimi criminali informatici sfruttano questa tecnologia per aumentare il tasso di successo dei propri attacchi, le aziende hanno a disposizione strumenti altrettanto efficaci e potenti per difendersi.
Non aspettare di diventare il prossimo bersaglio. Investi in soluzioni di sicurezza integrate e continua a informarti. Con un approccio proattivo che abbracci anche le ultime tecnologie, potrai proteggere efficacemente la tua azienda negli anni a venire.