L’educazione televisiva dei giovani: Talent show e YouTube sono modelli culturali deviati o una opportunità per i nativi digitali?
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X-Factor, The Voice of Italy, Italia’s got talent sono alcuni dei noti programmi televisivi che hanno per obiettivo la ricerca di artisti da trasformare in star della canzone. Anche tra i bambini non mancano le gare canore, che più nulla hanno a che vedere con le voci angelicate del buon vecchio Zecchino d’oro. A otto anni le bambine sognano di essere Violetta.
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Narcisismo frutto di modelli culturali deviati, favoriti dalla tecnologia che mette a disposizione strumenti e canali (YouTube primo tra tutti) per la diffusione della propria immagine, dice qualcuno.
Il weekend scorso, osservando i miei figli giocare con alcuni amici, quasi tutti alle soglie dell’adolescenza, mi sono domandata se davvero sogni e aspirazioni giovanili siano tanto cambiati negli ultimi trenta o quarant’anni. I ragazzi della mia generazione non ambivano forse al ruolo di divo? Io credo di sì. La differenza con i nativi digitali è che questi ultimi hanno più opportunità di diventarlo.
Chi, da piccolo, non ha organizzato uno spettacolo canoro, teatrale, di danza o di magia per i propri familiari?
La creatività, il desiderio di esibirsi, la voglia di approvazione c’era allora come oggi, quello che mancava erano gli strumenti per ampliare il pubblico. Immaginare orizzonti che andassero oltre la porta di casa era semplicemente impossibile per la maggioranza di noi.
Oggi Internet mette a disposizione risorse che permettono a chiunque di rendersi visibili.
Torniamo al gruppo di bambini che ha ispirato questo post: dopo ore di intenso e misterioso lavoro si sono presentati a noi genitori con un Ipad e un video musicale (divertente e molto ben fatto) che li vedeva protagonisti. Utilizzando Video Star, un’app che consente un editing rapido e creativo del girato, i bambini hanno montato un miniclip da applauso.
Che non andrà online, perché a nostro avviso, sono troppo giovani per le luci della ribalta. Probabilmente, nessuno di loro da adulto si dedicherà al canto al ballo o alla regia, ma questi esperimenti di creatività collettiva resteranno momenti indelebili nella loro memoria.
E se qualcuno in futuro dovesse coltivare sogni di gloria in campo artistico, avrà il diritto di provarci attraverso tutti i canali, i concorsi e i talent show che il mercato mette a disposizione.
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Chi dice che sognare un palcoscenico è sbagliato, non è stato mai bambino.
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