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Le nuove sfide delle Big Tech in Europa

  • Redazione Assodigitale
  • 20 Settembre 2024
Le nuove sfide delle Big Tech in Europa

Nuovi protagonisti nel panorama tecnologico europeo

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La recente ristrutturazione delle posizioni di vertice nell’Unione Europea ha portato alla luce nuovi leader che si fanno strada nel mondo della tecnologia europea. Con Thierry Breton che lascia il suo incarico, la scena è ora dominata da una nuova generazione di politici europei pronti a prendere decisioni cruciali che influenzeranno le dinamiche tra le gigantesche aziende tecnologiche e le istituzioni europee.

Indice dei Contenuti:
  • Le nuove sfide delle Big Tech in Europa
  • Nuovi protagonisti nel panorama tecnologico europeo
  • L’eredità di Thierry Breton
  • Il ruolo di Henna Virkkunen e le sue sfide
  • Il futuro della regolatela contro Big Tech
  • Prospettive e implicazioni per il mercato europeo


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Henna Virkkunen, ex deputata finlandese, è stata nominata come successore di Breton e opererà come vicepresidente esecutivo per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia. Questo cambiamento non è solo simbolico; riflette anche la necessità di ricollegare le politiche tecnologiche alle questioni di sicurezza e geopolitica. Virkkunen dovrà affrontare sfide significative, comprese le tensioni crescenti con le aziende tecnologiche americane e la crescente dipendenza dell’Europa da tecnologie critiche come i chip.

Oltre a Virkkunen, un’altra significativa figura di spicco è Teresa Ribera, nominata per sostituire Margrethe Vestager come vicepresidente esecutivo per una transizione competitiva, pulita e giusta. Ribera avrà il compito di integrare la competizione nel panorama della transizione ecologica, spostando l’attenzione dalle precedenti battaglie antitrust verso questioni di sostenibilità e innovazione tecnologica verde.


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Questa evoluzione del panorama europeo suggerisce un cambio di strategia. Mentre Breton era conosciuto per il suo approccio diretto e talvolta brusco nei confronti dei big tech, la nuova leadership potrebbe adottare un metodo più cauto e diplomatico, ponderando in modo più attentamente le relazioni commerciali e le politiche tecnologiche.

Ciò che rimane invariato è l’impegno dell’Unione Europea a far rispettare i nuovi regolamenti. Le normative introdotte negli ultimi cinque anni, così come le inchieste in corso, richiederanno attenzione e enforcement costante mentre la nuova leadership si adatta al contesto in evoluzione.

L’eredità di Thierry Breton

Se c’è un elemento che ha contraddistinto il mandato di Thierry Breton all’interno dell’Unione Europea, è stata la sua abilità nel portare una voce forte e diretta contro i giganti della tecnologia. Con un mix di aggressività e visibilità, Breton ha incarnato l’approccio europeo alla regolamentazione tecnologica, portando alla ribalta questioni cruciali come la concorrenza sleale e la tutela dei dati. Durante il suo incarico, ha sottolineato come le aziende come Apple avessero “straziato” il mercato, mentre un caso contro TikTok metteva in discussione l’uso dei dati dei minori, definendo i ragazzi come “non cavie per i social media”.

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La sua attività sui social, in particolare su piattaforme come X, ha messo in evidenza la sua propensione a sfidare pubblicamente i leader delle aziende tecnologiche, dimostrando una volontà di confrontarsi direttamente con figure come Elon Musk e Mark Zuckerberg. Nella sua interazione con Musk, per esempio, Breton ha usato toni che avrebbero potuto suonare minacciosi, mentre il selfie con Zuckerberg racchiudeva un messaggio di sfida, per evidenziare la necessità di un cambiamento radicale nelle politiche e nei comportamenti aziendali del gigante dei social media.

Nonostante la sua partenza, l’eredità di Breton si estende oltre le sue azioni e dichiarazioni. Alcuni esperti, come Umberto Gambini, sostengono che il suo approccio aggressivo ha colpito nel segno, facendo sentire il peso delle sanzioni agli azionisti delle aziende tecnologiche quando necessario. La sua successiva uscita dalla scena politica europea ha aperto la strada a una nuova leadership che, sebbene meno aggressiva, dovrà comunque affrontare l’importante compito di affrontare le problematiche che circondano l’industria tecnologica.

Breton lascia un’eredità complessa, una miscela di sfide e opportunità per i suoi successori, richiamando l’attenzione sulla necessità continua di regole e normative che tutelino i cittadini europei e garantiscano un ambiente competitivo equo nel panorama digitale.

Il ruolo di Henna Virkkunen e le sue sfide

Henna Virkkunen, nominata vicepresidente esecutivo per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia, affronta una serie di sfide intricate nell’assumere un ruolo così centrale nella regolamentazione della tecnologia in Europa. La sua posizione, che rappresenta una nuova era di approccio alle questioni tecnologiche, implica una profonda connessione tra sicurezza, geopolitica e legislazione digitale. Virkkunen dovrà quindi non solo gestire le relazioni con i giganti della tecnologia, ma anche affrontare la crescente impressione che l’Europa possa diventare vulnerabile a coercizioni geopolitiche. Il report di Mario Draghi ha messo in evidenza la necessità di garantire catene di approvvigionamento più sicure per le tecnologie critiche, suggerendo che l’Europa deve accelerare la crescita e ridurre la sua dipendenza da paesi esterni per le risorse innovative.

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Il contesto attuale richiede a Virkkunen di bilanciare l’impegno nella regolamentazione digitale con le politiche industriali e di sicurezza. L’Unione Europea ha già intrapreso una serie di passi significativi nel rafforzare il quadro normativo per le piattaforme tecnologiche, e adesso sarà compito della nuova leadership non solo far rispettare queste normative, ma anche assicurarsi che siano adattabili alle rapidi evoluzioni del settore.

La sfida di Virkkunen sarà duplice: da un lato, dovrà continuare a garantire che le normative come il Digital Markets Act e il Digital Services Act vengano applicate rigorosamente; dall’altro, sarà necessario avere una visione chiara su come le tecnologie emergenti possano essere integrate in modo sicuro nell’economia europea. Con il recente spostamento di focus rispetto ai precedenti approcci più diretti e confrontativi, si prevede che il nuovo commissario possa adottare strategie più diplomatiche e costruttive per affrontare la collaborazione con le aziende tecnologiche, creando un ambiente che favorisca l’innovazione e la competitività. Tuttavia, sarà fondamentale non perdere di vista la protezione dei cittadini e il rispetto delle normative europee nel processo di sviluppo tecnologico.

Il futuro della regolatela contro Big Tech

Il panorama della regolazione europea nei confronti delle grandi aziende tecnologiche è destinato a evolversi sotto la nuova leadership. Con la partenza di figure di spicco come Thierry Breton e Margrethe Vestager, il focus sembra spostarsi da un’opposizione aggressiva a un approccio più strategico e integrato. Questo cambio di direzione implica che le normative esistenti, come il Digital Markets Act e il Digital Services Act, continueranno a essere attuate, ma ci sarà un’attenzione maggiore verso la sostenibilità e la sicurezza tecnologica.

Il nuovo contesto politico richiede alle istituzioni europee di mantenere la rigorosità nell’applicazione delle leggi, nonostante la leadership possa essere meno visibile sui social media e meno incline a scontri pubblici con i leader delle aziende tech. La sfida principale sarà garantire che i regolamenti già in vigore vengano rispettati e che l’industria tecnologica non sfugga agli obblighi legali sotto un’amministrazione che potrebbe favorire un dialogo più costruttivo.

In parallelo, l’attenzione si sposterà anche verso le implicazioni geopolitiche della tecnologia, come evidenziato dall’emergere di questioni relative alla sicurezza e all’autosufficienza tecnologica. Con l’Europa che cerca di ridurre la propria dipendenza dagli approvvigionamenti esterni, ci sarà una spinta a sviluppare capacità interne per la produzione di tecnologie critiche, in particolare nei settori dei semiconduttori e delle risorse digitali.

In un tale contesto, è cruciale che i regolatori europei non solo rispondano alle problematiche esistenti, ma anticipino anche i cambiamenti futuri, tenendo conto dell’innovazione continua e dell’emergere di nuove tecnologie. Il futuro della regolamentazione tecnologica in Europa non è solo una questione di enforcement, ma richiede anche una visione lungimirante che possa integrare in modo sicuro le nuove realtà digitali all’interno dell’economia del continente.

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Prospettive e implicazioni per il mercato europeo

Con l’avvento della nuova leadership europea, ci si aspetta che ci siano importanti ripercussioni sul mercato tecnologico europeo. L’era di Thierry Breton ha segnato un periodo di intensa regolamentazione e sfide per i giganti della tecnologia, ma ora, con un approccio più cauto e strategico in atto, le aziende potrebbero vedere un’atmosfera di maggiore cooperazione. La transizione sotto la guida di Henna Virkkunen non solo potrebbe alleggerire le pressioni su Big Tech, ma anche favorire un ambiente che stimoli l’innovazione e la crescita economica.

Il nuovo focus sulla sovranità tecnologica e sulla sicurezza implica che le aziende dovranno ancorare i loro piani di sviluppo non solo alla competitività ma anche alla responsabilità sociale. Mentre le normative come il Digital Markets Act e il Digital Services Act continueranno ad essere applicate, ci si aspetta che le aziende siano invitate a collaborare più attivamente con le autorità europee per costruire soluzioni innovative. Questa sinergia può portare a un ecosistema tecnologico che non solo promuove il fatturato, ma ottimizza anche la fiducia dei consumatori nelle tecnologie emergenti.

Inoltre, con la crescente preoccupazione per la sicurezza e la dipendenza dall’estero per le tecnologie essenziali, ci sarà una spinta a investire in infrastrutture e capacità tecnologiche europee. Ciò non solo contribuirà alla crescita della produzione locale, ma anche a una maggiore resilienza economica contro le crisi geopolitiche. Le aziende che si adatteranno rapidamente a queste nuove direttive potrebbero trovarsi in una posizione avvantaggiata nel mercato europeo, mentre quelle che non riescono a rispondere tempestivamente potrebbero subire le conseguenze.

Bisognerà osservare attentamente come il cambiamento di leadership influirà sulla percezione stessa di Big Tech in Europa. Mentre alcuni settori potrebbero avvantaggiarsi della maggiore apertura al dialogo, altri potrebbero non vedere un cambiamento sostanziale nella sorveglianza e nella regolamentazione. L’abilità della nuova leadership nel navigare tra il mantenimento della competitività e il rafforzamento del controllo normativo sarà fondamentale per determinare la direzione futura del mercato tecnologico europeo.


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