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  • Trendiest Tecnologia e innovazione

LA TUTELA DEL SOFTWARE E DEI PRODOTTI E SERVIZI NELL’INDUSTRIA ICT

  • REDAZIONE TRENDIEST
  • 1 Marzo 2021

Il primo di sei seminari organizzati dalla Camera di Commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi —- di Federica Di Bari – Trendiest News —-


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La Camera di Commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi ha organizzato un ciclo di sei seminari dedicati alla proprietà intellettuale. Il primo di questi ha avuto luogo in modalità webinar il 25 febbraio scorso ed è stato dedicato alla tutela del software e dei prodotti e servizi nell’industria ICT.

Dopo i saluti di Maurizio De Iusi, responsabile dell’ufficio proprietà intellettuale della Camera di commercio, l’Avv. Michela Maggi, responsabile scientifico del progetto e moderatrice dell’incontro, ha fornito un quadro generale sulla tutela del software tra brevetti, diritto d’autore e segreto industriale.


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La scelta di brevettare o meno una tecnologia è certamente determinata innanzitutto dalla possibilità di utilizzarla in via esclusiva sul mercato, mantenendo un vantaggio competitivo rispetto agli altri operatori. Molte altre, tuttavia, le motivazioni secondarie da tenere in considerazione, prime fra tutte l’appetibilità degli asset di proprietà intellettuale da parte degli investitori e l’opportunità di aderire a regimi fiscali di particolare favore, a partire dal “patent box“.

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Il software è un asset di particolare complessità, in quanto composto da elementi diversi che necessitano, pertanto, di tutele diverse. Dal brevetto per invenzione, che andrebbe sempre collegato ad un elemento tecnico concreto, al diritto d’autore che, tuttavia, non fornisce un titolo formale e relativamente affidabile come accade per il brevetto, fino al segreto industriale che, per tutelare il software dev’essere sottoposto a misure capaci di mantenerlo effettivamente segreto.

Dalla teoria, alla pratica: l’Ing. Paolo Mezzaghi, Intellectual Property Manager della Brembo S.p.A., ha fornito il punto di vista di un’azienda leader nella produzione di impianti frenanti nel settore automobilistico. Il settore registra uno sviluppo esponenziale della diffusione di componenti gestiti da parti elettroniche o meccatroniche, comandate a livello centralizzato da un software. Basti pensare che i quasi cinquecento brevetti al riguardo rilasciati fino al 2000 sono diventati, solo nel settore automotive, più di ottomila in meno di vent’anni.

È toccato poi all’Ing. Lorenzo Rossi, Intellectual Property Manager presso l’Istituto italiano di Tecnologia, introdurre il tema delle computer implemented inventions. Per un istituto di ricerca, la forma brevettuale è da preferire rispetto al trade secret, perché permette di render pubblico il proprio operato nel corso degli anni, dando visibilità al risultato degli studi.

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«Una soluzione tecnica a un problema tecnico»: così Rossi definisce il brevetto, ritenendolo inidoneo a proteggere qualsiasi prodotto dell’intelletto; perché un software sia brevettabile, è infatti indispensabile un ulteriore effetto tecnico rispetto al mero «spostamento di elettroni» nel computer, ovvero quello che permette al software di funzionare.

Uno dei maggiori problemi nel campo della ricerca è l’incognita dettata dall’analisi delle proprie invenzioni da parte di terzi, che potrebbe dar luogo ad un esito imprevedibile, se svolta al di fuori del territorio comunitario (i Paesi dell’Unione europea, al contrario, sono soggetti ad una normativa pressoché uniforme). In tal senso, un sistema molto distante da noi non solo geograficamente ma anche giuridicamente è quello statunitense, dove la brevettabilità delle invenzioni in generale — e del software in particolare — viene valutata in un modo radicalmente diverso.

Nell’intervento di chiusura, l’Ing. Salvatore Majorana, Direttore di Kilometro Rosso e investitore, ha fornito un’analisi della tematica della proprietà intellettuale da una diversa angolazione. «Spesso ci si trova davanti a tanti software, ma solo raramente davanti a software trattati con la logica di brevetto». Il software è sempre soggetto alla possibilità di uno sfruttamento economico: chi investe in software ha infatti bisogno di trarne dei benefici; pertanto il suo punto di vista è, da un lato, quello di individuare il modo di trarne profitto, dall’altro quello di creare delle barriere ai propri concorrenti, quando il prodotto sarà sul mercato e avrà individuato delle soluzioni a problemi particolarmente sentiti.

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Il tema prescelto per il prossimo incontro dedicato alla proprietà intellettuale promosso dalla Camera di commercio per accompagnare imprese e aspiranti imprenditori sulle tematiche di tutela delle opere dell’ingegno (anche alla luce delle nuove tecnologie), sarà disponibile a breve qui: https://servizionline.milomb.camcom.it/eventi/seminari/1. A questo link sarà anche possibile iscriversi al seminario.


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