La segheria svizzera che ha ricostruito la guglia di Notre-Dame
Il ruolo della sawmill svizzera nella ricostruzione di Notre-Dame
Il contributo della sawmill svizzera Groupe Corbat alla ricostruzione di Notre-Dame è stato fondamentale. Situata a Vendlincourt, nel cantone di Giura, questa azienda è la più grande segheria di rovere della Svizzera e ha una lunga storia risalente a un secolo fa. Il suo fondatore, Gauthier Corbat, ha messo la sua esperienza e competenza al servizio di un progetto di immensa importanza culturale e storica. Dopo l’incendio catastrofico del 15 aprile 2019, il governo francese ha deciso di ricostruire la struttura in quercia, utilizzando tecniche medievali, per ripristinare la magnificenza dell’iconica cattedrale.
Corbat non ha esitato a candidarsi per il progetto e ha ricevuto una risposta positiva dalla federazione France Bois Forêt, che coordinava la selezione della legna per il restauro. Durante il processo, Corbat ha riconosciuto che il suo coinvolgimento andava oltre l’idea di profitto; la collaborazione rappresentava un’opportunità unica per il suo team di partecipare a un’impresa che avrebbe avuto risvolti storici. La segheria ha contribuìto con circa 40 delle 2.000 travi necessarie, un compito non solo tecnico ma anche profondamente simbolico per il patrimonio architettonico europeo.
La devastazione del 2019 e la promessa di restauro
Il 15 aprile 2019 rappresenta una data tragica nella storia di Notre-Dame de Paris, quando un devastante incendio ha ridotto in cenere gran parte della struttura, compresa la sua celebre guglia e il tetto. Le fiamme, che hanno infuriato per ore, hanno danneggiato gravemente non solo la copertura ma anche le volte interne e vari arredi storici, causando uno shock profondo non solo in Francia, ma in tutto il mondo. Notre-Dame, costruita tra il 1163 e il XIV secolo, è uno dei simboli più significativi della cultura e della storia francese, attirando milioni di visitatori ogni anno grazie alla sua bellezza architettonica e alle sue connessioni storiche.
Di fronte alla portata della distruzione, il presidente francese Emmanuel Macron ha promesso un restauro completo della cattedrale entro cinque anni, un impegno che ha suscitato speranze e attese in tutto il paese e oltre. La raccolta di fondi è stata sostenuta da donazioni che sono arrivate da 150 paesi, totalizzando ben €846 milioni (CHF786 milioni), simbolo di solidarietà globale. La missione di ricostruire non solo la facciata della cattedrale ma anche il suo significato culturale ha mosso una vasta gamma di professionisti e artigiani che hanno contribuito a riportare in vita questo monumento iconico.
Lavoro collettivo: artigiani e professionisti coinvolti
La ricostruzione di Notre-Dame ha richiesto un impegno collettivo da parte di un vasto gruppo di artigiani e professionisti, il cui lavoro sinergico ha reso possibile il restauro di questa iconica cattedrale. Oltre alle maestranze già menzionate, centinaia di specializzati hanno preso parte al progetto, dimostrando un’eccezionale dedizione alla causa. Tra di essi figurano operatori di gru, architetti, archeologi, vetrai, fabbri di funi, scultori in pietra e carpentieri, tutti uniti da un’unica missione: riportare in vita uno dei simboli più importanti della cultura francese.
Tra le prove più significative affrontate, vi è stata la necessità di mantenere la fedeltà alle tecniche medievali utilizzate nella costruzione originale. Questo ha implicato la selezione di materiali specifici, come il legno di quercia, che non solo dovesse essere di alta qualità, ma anche in grado di rispecchiare le caratteristiche storiche richieste. L’impiego di artigiani altamente qualificati è stato fondamentale anche nella scelta e nella lavorazione di ogni singolo pezzo. Il lavoro di ciascun individuo ha avuto la sua importanza, contribuendo a un risultato finale che riflette la grandezza dell’arte gotica.
Il complesso processo di restauro ha visto il coordinamento di numerose aziende e ditte specializzate, che hanno unito forze e competenze per garantire che ogni fase del progetto rispettasse gli elevati standard richiesti. Questa collaborazione, senza precedenti nella storia recente della Francia, è stata testimone di uno slancio collettivo che ha spinto i professionisti a lavorare non solo per il compenso, ma per la gloria storica di una cattedrale risorta dalla sua devastazione.
Connessioni transfrontaliere e approvvigionamento del legno
Il processo di ricostruzione di Notre-Dame è emblematico di come le connessioni transfrontaliere possano facilitare operazioni di grande importanza culturale e storica. Il Groupe Corbat, situato a Vendlincourt nel cantone di Giura, ha giocato un ruolo cruciale in questo contesto. Con una lunga tradizione nella lavorazione del legno, Corbat ha approfittato delle forti relazioni esistenti con i produttori e i distributori di legname in Francia. Questa rete ha permesso una navigazione fluida nei processi di approvvigionamento del legno necessario per il restauro della cattedrale.
La segheria corbatiana deteneva una serie di strutture di stoccaggio in Francia, essenziali per la gestione logistica del legname. La più significativa di queste si trova a Lure, nella Haute-Saône, dove il legno di quercia era conservato e pronto per essere trasformato. Dopo che il legname è stato trasportato dalla Francia a Vendlincourt, è stato lavorato presso la segheria prima di essere utilizzato nella ricostruzione della guglia e della copertura della cattedrale.
Nonostante il potenziale economico limitato di un progetto di tal genere, Corbat ha abbracciato l’opportunità con spirito di servizio. Ha consapevolmente accettato che gli sforzi profusi non avrebbero portato profitti immediati, considerando la dimensione e l’importanza dell’opera. Inoltre, la resistenza del governo francese a utilizzare legname straniero ha rafforzato la necessità di affidarsi esclusivamente a fornitori locali, rendendo ancora più cruciale il ruolo della sua azienda.
Un tocco medievale: il significato spirituale della restaurazione
Per Gauthier Corbat, il suo contributo alla restaurazione di Notre-Dame va ben oltre un semplice lavoro tecnico o commerciale; rappresenta un incontro profondo tra leadership professionale e vocazione artistica. Corbat, che ha una formazione in storia dell’arte, percepisce questo progetto come un’opportunità unica di contribuire a una missione che trascende il puro recupero della struttura. “È vero che abbiamo utilizzato le nostre tecniche standard per la lavorazione del legno, ma eravamo consapevoli che questo fosse un compito eccezionale, sacro nella sua essenza”, afferma.
Con la sua azienda, Groupe Corbat, ha direttamente lavorato su 40 dei 2.000 componenti di legno destinati all’impalcatura della cattedrale. Questa esperienza non ha solo arricchito il suo bagaglio professionale ma ha anche intensificato la connessione emotiva con l’arte gotica e con la tradizione artigianale medievale. Corbat osserva che “il mio ruolo qui è medievale. Nel Medioevo, gli artigiani lavoravano per un fine superiore, e questo è esattamente ciò che è avvenuto qui”.
Il processo di restauro ha suscitato un’incredibile curiosità tra i cittadini svizzeri. Corbat ha condiviso le sue esperienze in vari eventi pubblici, riscontrando un forte interesse nelle sue presentazioni, specialmente in Svizzera francese, e ha ricevuto persino richieste di collaborazione da aziende della Svizzera tedesca. La risonanza di questo progetto ha davvero ampliato la propria visione professionale, onorando l’intera industria del legno.
Corbat conclude affermando che il riconoscimento ricevuto è di particolare valore poiché si colloca all’interno di un progetto prestigioso che mette in evidenza le competenze e l’industriosità svizzera nel campo della lavorazione del legno, un settore che ha spesso faticato a ottenere la giusta visibilità e apprezzamento.