La paura dei cani dell’ex cancelliera tedesca e il segreto di Putin
Cane e diplomazia: l’incontro tra Putin e Merkel
Le relazioni internazionali sono spesso influenzate da eventi che vanno oltre la pura diplomazia. Un episodio chiave è rappresentato dall’incontro tra Angela Merkel e Vladimir Putin, dove il tema del cane ha assunto un significato particolare. Durante una visita al Cremlino nel 2006, la cancelliera tedesca espresse la sua avversione nei confronti dei cani, citando un precedente morso subito. Questo dettaglio, sebbene personale, divenne parte integrante del rapporto tra i due leader.
Un anno dopo, durante un incontro a Sochi, Putin si presentò con il suo Labrador retriever, Koni, mettendo Merkel in una posizione di evidente disagio. La scena, immortalata nei video dell’incontro, rivelava una cancelliera tesa e un presidente che sembrava divertirsi per la situazione. La reazione di Merkel a questo gesto, visto come una dimostrazione di potere, illumina le complesse dinamiche di una relazione caratterizzata da scontri e svincoli diplomatici.
La paura di Merkel e l’aneddoto del regalo
Nel 2006, durante la sua visita al Cremlino, Angela Merkel espresse con chiarezza ai membri dello staff di Vladimir Putin di avere una fobia nei confronti dei cani, in seguito a un morso subito in giovane età. Questo retroscena personale si trasformò in un momento significativo dell’incontro, aggiungendo una dimensione quasi umoristica alla diplomaticità dei leader. Nella stessa occasione, Putin decise di scherzare su questa avversione: le regalò un grande cane di peluche dicendo: «Ti regalo questo perché non morde». Il gesto, seppur benigno, svelava una sfumatura di abilità relazionale, proietta un gioco di potere mascherato da affetto.
Tuttavia, l’anno successivo, l’insolito umorismo di Putin assunse una connotazione completamente diversa. Durante un incontro nell’idilliaca cornice di Sochi, il presidente russo si presentò con il suo Labrador retriever, Koni. Questo gesto, percepito da Merkel come una chiara mancanza di considerazione per le sue paure personali, evidenziava una διαφορεente interpretazione del rispetto tra i due leader. Merkel, nel suo racconto autobiografico, ha chiarito come questo incontro rappresentasse per lei un momento di grande disagio, sottolineando che il divertimento apparente di Putin amplificava la tensione interna della situazione.
Le scuse di Putin e la lettura di Merkel
A distanza di molti anni dall’episodio del Labrador, Vladimir Putin ha cercato di ricucire il rapporto con Angela Merkel presentando delle scuse pubbliche. Durante una conferenza stampa tenuta ad Astana, in Kazakistan, il presidente russo ha affermato: «Angela, per favore, perdonami. Non volevo causarti alcun disagio. Il mio intento era creare un’atmosfera rilassata per la nostra conversazione». Questo tentativo di giustificazione, sebbene possa apparire sincero, è stato accolto con una certa diffidenza dalla cancelliera tedesca.
Merkel, nella sua autobiografia, interpreta le scuse di Putin come un riconoscimento tardivo di un gesto che, per lei, non era affatto casuale. Il presidente russo, noto amante dei cani e che ha ricevuto numerosi esemplari in dono da leader mondiali, ha utilizzato Koni non solo come un animale domestico, ma come strumento di manipolazione psicologica. La lettura di Merkel dell’episodio rivela una consapevolezza acuta delle dinamiche di potere: il gesto di Putin non è mai stato visto come semplice cortesia, ma piuttosto come una dimostrazione della sua posizione di forza.
Le parole di Putin, seppur apparentemente pacifiche, non cancellano l’evidenza di una strategia diplomatica giocata su un terreno instabile, dove l’umorismo e la bravata si mescolano con il rispetto e la vulnerabilità. La reazione di Merkel, descritta nei dettagli nel suo libro, mette in luce come le relazioni tra leader mondiali possano essere influenzate da fattori tanto personali quanto politici.