La Cina limita ulteriormente la privacy digitale per monitorare 800 milioni di utenti su internet
Il governo cinese limita ulteriormente la privacy digitale dei suoi cittadini, infatti ha appena annunciato una nuova e ancora più invasiva forma di riconoscimento facciale.
Il Ministero dell’Industria e dell’Information Technology (MIIT) inizierà a utilizzare il software AI per monitorare oltre 800 milioni di utenti Internet.
La mossa arriva dopo un’estrema pressione internazionale per ridurre il riconoscimento facciale, apparentemente come un’invasione della privacy.
Tuttavia, il governo cinese sembra aver “raddoppiato” il loro uso del software, incitando ulteriormente i governi democratici.
Ci sono veri aspetti positivi?
Il MIIT ha affermato che lo scopo del nuovo software aumenterà effettivamente i diritti umani. La tecnologia innovativa controllerà i volti dei cittadini rispetto ai dati registrati al fine di garantire che non si stiano verificando errori online.
Tutte le transazioni online richiederanno eventualmente tale identificazione.
Secondo l’agenzia, la mossa “salvaguarderà i diritti e gli interessi legittimi del cyberspazio dei cittadini”.
Inoltre, il governo ha dichiarato che la nuova tecnologia li aiuterà a rispondere alle “nuove sfide”. L’affermazione ambigua può anche includere la profilazione razziale e sociale, nonché il potenziale controllo delle minacce.
Preso con gli sforzi di riconoscimento facciale esistenti, il governo ritiene che questi livelli di violazione della privacy siano utili. La posizione ufficiale è che i drammatici aumenti del riconoscimento facciale “prevederanno l’estremismo e il terrorismo alla radice, per proteggere i diritti umani”.
La risposta contro i nuovi regolamenti è stata di disgusto diffuso. Le società responsabili del nuovo software — SenseTime, Megvii e Yitu — sono già state inserite nella lista nera dagli Stati Uniti. Altri governi stanno seguendo l’esempio.
Inoltre, il governo cinese è sottoposto a crescenti pressioni per rimuovere l’uso diffuso del software. Il futuro distopico di tali mosse è ampiamente temuto dalla maggior parte dei governi nazionali.
Anche se sono richiesti documenti di identità per molti documenti governativi, il tipo di pressioni che il governo cinese ha istituito non ha precedenti.
Ma per quanto riguarda Bitcoin e le altre criptovalute?
Mentre la mossa non è sorprendente, dato il passato tirannico della Cina, molti vedono le criptovalute come una potenziale risposta.
Con la capacità di inviare e ricevere fondi senza processi transazionali diretti, le criptovalute offrono un livello di anonimato che il governo cinese semplicemente non può controllare completamente.
Inoltre, Bitcoin è una valuta internazionale, in qualche modo. Permette ai consumatori nel regime oppressivo di avere più libertà nei movimenti finanziari internazionali.
Con questi vantaggi, non dovrebbe sorprendere che la Cina abbia già cercato di controllare l’uso di Bitcoin. In uno stato in cui il controllo è il re, Bitcoin può essere l’ultimo combattente per la libertà.
La tecnologia di base di Bitcoin, la blockchain, può anche aiutare cittadini come i recenti manifestanti di Hong Kong nello sviluppo di applicazioni per combattere il potere e la violazione dei diritti umani e della Privacy personale.
Pensi che il controllo della Cina su Internet sia un’invasione della privacy che Bitcoin può superare, o il governo cinese troverà il modo di combattere anche Bitcoin? Fateci sapere nei commenti qui sotto!