Jessica Selassiè affronta la polizia a casa: la sua reazione senza filtri e il caos vissuto

Polizia a casa Selassiè: i controlli sul braccialetto elettronico
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La presenza frequente delle forze dell’ordine nelle abitazioni delle sorelle Selassiè è ormai un dato di fatto, strettamente collegato ai controlli sul braccialetto elettronico imposto a Lucrezia ‘Lulù’ Selassiè a seguito della condanna per stalking. Secondo quanto rivelato da Jessica Selassiè durante un’intervista con il giornalista Gabriele Parpiglia, le visite degli agenti si sono spesso verificate anche quando la diretta interessata non era presente in casa. Il dispositivo, infatti, ha mostrato malfunzionamenti intermittenti, generando falsi allarmi che hanno obbligato le pattuglie a recarsi sul posto per verificare la posizione di Lucrezia.
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La situazione è diventata ancora più delicata considerato che da settembre tutte e tre le sorelle hanno deciso di trasferirsi a Milano, lasciando Roma, città dove si sono svolti gran parte dei controlli estivi. In quell’occasione, gli agenti di polizia si sono presentati casa Selassiè alla ricerca di Lucrezia, nonostante fosse nota la nuova residenza in Lombardia. Una circostanza confermata dal fratello delle ragazze, che ha indirizzato gli agenti a contattare i commissariati milanesi competenti per la materia.
Questo susseguirsi di interventi ha evidenziato le difficoltà di monitoraggio del braccialetto elettronico, mettendo a fuoco una problematica non solo tecnica ma anche logistica legata ai continui spostamenti delle componenti del nucleo familiare.
Ostracismo mediatico e difficoltà lavorative delle sorelle Selassiè
Le sorelle Selassiè si trovano ad affrontare una consistente emarginazione nel panorama televisivo e mediatico, una condizione che ha notevolmente limitato le loro opportunità professionali. Secondo quanto dichiarato da Jessica Selassiè, l’ostracismo si traduce in un netto rifiuto da parte delle emittenti e dei produttori, che sembrano distanti dall’idea di coinvolgerle in nuovi progetti o ospitate. La motivazione addotta, in parte autoironica, è legata all’immagine percepita come “troppo trash” o eccessivamente legata al circuito Mediaset, etichettatura che complicherebbe ulteriormente la loro collocazione nel settore.
Jessica ha puntualizzato come questa chiusura contribuisca a una condizione di precarietà lavorativa per sé, così come per le sorelle Clarissa e Lucrezia, trovandosi di fatto bloccate soprattutto nell’ambito di serate evento o partnership con brand importanti. Sebbene l’ostracismo sia reale – e in parte dovuto anche alla condanna penale di Lucrezia – permane un interrogativo sul reale profilo professionale che le ragazze possano offrire, elemento che nel mercato influisce sulle possibilità di inserimento.
Questo scenario si è aggravato a partire da dicembre, a seguito della denuncia di stalking che ha ulteriormente complicato le dinamiche di lavoro e di immagine pubblica delle Selassiè. Nonostante la ferma dichiarazione di innocenza da parte di Lucrezia, secondo cui la relazione con il nuotatore denunciato sarebbe stata prolungata e segreta, l’effetto mediatico negativo pesa ancora sulle loro chance di carriera, creando un ostacolo sostanziale nell’apertura di nuove collaborazioni.
Jessica Selassiè senza freni: tra trash e contestazioni professionali
Jessica Selassiè non nasconde le difficoltà incontrate dalle sorelle nel farsi strada in un mondo televisivo che le ha spesso etichettate con il termine “trash”, un’etichetta che pesa sulla loro reputazione e sulle opportunità di lavoro. La vincitrice del Grande Fratello Vip 6 esprime con franchezza una riflessione su come questo pregiudizio comporti un vero e proprio ostracismo, aggravato dalla vicenda giudiziaria che coinvolge Lucrezia. Jessica evidenzia il paradosso di una condizione in cui, pur avendo contatti con professionisti del settore e aver mostrato interesse per nuove esperienze lavorative, la concretizzazione di contratti o serate è estremamente difficile.
Dai racconti emergono chiaramente le difficoltà nel chiudere accordi con brand e committenti, segno di un settore mediatico che tende a marginalizzare le sorelle per motivi sia di immagine sia di scarsa fiducia nelle loro capacità professionali. Jessica stessa ammette come, al netto di ogni forma di discriminazione, rimanga aperto il quesito sulle competenze specifiche e il valore aggiunto che possano portare in ambito lavorativo.
Riflettendo sul percorso delle Selassiè, l’influencer riconosce che la condanna per stalking di Lucrezia funge da “pietra pesante”, un elemento che ha cambiato drasticamente la percezione del pubblico e degli operatori del settore, ampliando la difficoltà di ricollocamento professionale. Questo ha congelato potenziali collaborazioni e limitato la visibilità mediatica, mettendo in luce una dinamica che va oltre la singola vicenda personale e si traduce in una vera e propria crisi occupazionale per tutte e tre.
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