“It’s Circular Forum”. Smart Cities e innovazione digitale
“It’s Circular Forum”: le Smart Cities inaugurano una nuova dialettica tra città e innovazione digitale
– di Letizia Dehò –
Lo sapevi che chiedere la pubblicazione di comunicati stampa promozionali gratuitamente è evasione fiscale. ==> LEGGI QUI perchè.
Con l’intento di sensibilizzare la città alle sfide a cui oggi è chiamata a rispondere, per il secondo anno consecutivo, “5VIE art + design” ha organizzato “It’s Circular Forum”, un forum dedicato al grande tema dell’economia circolare in cui l’attenzione è stata rivolta al concetto di città del futuro e di digitalizzazione.
UN’EPOCA STRAORDINARIA
“Stiamo vivendo un’epoca straordinaria che, se pur piena di quesiti ed incertezze, si pone all’inizio di un momento rivoluzionario della storia, in cui le tecnologie, se ben gestite, ci renderanno la vita più semplice” sono le parole introduttive all’intervento di Elio Catania, Presidente di Confindustria Digitale, che ben sintetizza l’orizzonte storico culturale in cui viviamo e operiamo.
Economia Circolare
Economia Circolare è il concetto di riferimento per un sistema economico pensato per rigenerarsi da solo con un impiego calibrato di energie e risorse. La sfida è copiare la natura, dove lo spreco non esiste e ogni organismo si inserisce in un meccanismo perfetto di autorigenerazione, così una pera caduta o un tronco divorato dai funghi.
In un’ottica di risparmio, di riutilizzo e di ottimizzazione, Economia Circolare sembra l’alleato perfetto per i più importanti problemi della contemporaneità, peraltro discussi proprio in questi giorni da manifestazioni internazionali.
Sostenibilità è l’obiettivo del futuro
Così attraverso un modello circolare, frutto della consapevolezza che il pianeta si è già spremuto abbastanza, i paradigmi tradizionali di città ed impresa stanno andando scomparendo, con un guadagno in termini etici ed economici.
Smart Cities e Smart Citizen
Così come Economia Circolare, anche Smart City è un termine con un’infinita valenza polisemica e di cui, passo dopo passo, iniziamo ad intravedere il significato. In linea generale si tratta di città intelligenti, costruite attraverso tecnologie innovative ed efficaci di Intelligenza Artificiale. Ultra Banda Larga, Cloud e Data Center, 5G, Big Data, sono solo alcuni degli strumenti che le future Smart Cities stanno mettendo in campo per migliorare l’efficienza dei parcheggi, il traffico, l’inquinamento, la gestione dei rifiuti e della sanità.
Affinchè tutto ciò sia possibile, sono stati evidenziati, durante la conferenza, due bisogni da soddisfare: il primo consiste nell’avere il coraggio di abbattere alcune zone abbandonate della città e ricostruirle ragionando in ordine di software (chi ne sarà il fruitore? Chi vi abiterà?), il secondo nel rivolgere l’attenzione al concetto di sostenibilità, fondamentale per l’economia circolare: se qualche anno fa sostenibilità voleva dire “lasciamo il mondo come lo abbiamo trovato”, oggi si tratta di “dare gli strumenti cognitivi” alle future generazioni perché avvenga un passaggio di testimone in modo consapevole e responsabile. Si usa ragionare delle Smart Cities, ma avere Smart Citizen è di altrettanta importanza.
Formazione
La chiave di volta che tiene insieme, e rende praticabile, la maggior parte delle proposte degli ospiti, coincide con il concetto di formazione. Se fino a qualche anno fa aveva ancora senso formare solo una classe di tecnici del settore digitale, ad oggi non è più possibile. Le tecnologie stanno diventando necessarie in modo così evidente in ogni area, che anche un medico, un filosofo, un amministratore pubblico è chiamato a saperle usare, a conoscere i loro limiti e potenzialità. Parlare di Intelligenza Artificiale è all’ordine del giorno.
Allora cosa manca perché un cambiamento possa davvero verificarsi? Se tecnicamente è tutto fattibile, manca solo una svolta nei poteri decisionali. Si deve far salire la visione di innovazione e la partenza è dal basso, cioè dalla formazione superiore e universitaria. Se l’Italia vuole rimanere sul mercato internazionale,allora l’unico modo è investire in questa direzione, inserendo corsi di studio, docenti,… Si diventa, per necessità, tutti un po’ più matematici per capire gli algoritmi delle macchine che ci faranno compagnia nel prossimo futuro.
Perché succede a Milano?
Tra il 2000 e il 2015 l’Italia intera ha conosciuto un periodo buio, in cui il Paese e la classe dirigente avevano sottovalutato le potenzialità delle innovazioni digitali che si andavano proponendo, ritenendole semplicemente dei nuovi modelli di computer. Non avevano colto la portata rivoluzionaria del digitale all’interno dello sviluppo economico, politico, sociale. A Milano, grazie anche allo slancio di Expo 2015, la leadership politica e privata ha abbracciato queste innovazioni individuandone le potenzialità (soprattutto in termini economici: enormi quantità di dati elaborate a costi irrisori), facendo da traino per tutta Italia. Un percorso in questa stessa direzione è sempre più perseguito dagli attuali dirigenti politici; basti pensare alle proposte di rivalutazione delle ex aree Expo, che saranno adibite a centri di studio e ricerca nell’ambito delle “scienze della vita”. Un bellissimo esempio di economia circolare e rigenerazione urbana , con un solo obiettivo: immaginare un’Italia che investe in ricerca.
Letizia Dehò
Lo sapevi che chiedere la pubblicazione di comunicati stampa promozionali gratuitamente è evasione fiscale. ==> LEGGI QUI perchè.