I volti dell’ansia da malattia
La preoccupazione per la salute è parte integrante dell’esperienza umana, tuttavia, quando questa preoccupazione si trasforma in un’ossessione, si può entrare nel territorio del disturbo d’ansia da malattia. Secondo il Professor Andrea Fossati, preside della Facoltà di Psicologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele, il disturbo si manifesta in due forme principali. La prima, molto comune, è caratterizzata da una ricerca incessante di rassicurazioni mediche. Le persone in questa condizione tendono a sottoporsi a frequenti esami e a compiere ricerche online riguardo alla propria salute. Nel loro intento di trovare conferme riguardo a presunti malesseri, possono alimentare un circolo vizioso che amplifica l’ansia.
La seconda forma di manifestazione dell’ansia da malattia è meno frequente ma non meno allarmante. In questo caso, l’individuo sviluppa una paura talmente intensa di ammalarsi da evitare qualsiasi contatto con i medici o luoghi in cui possa ricevere una diagnosi. Questo comportamento può risultare estremamente pericoloso, poiché l’evitare controlli medici rischia di ritardare diagnosi e trattamenti che sono cruciali in caso di malattia.
Nel complesso, la distinzione tra queste due manifestazioni è fondamentale per una comprensione più profonda del disturbo, poiché entrambe richiedono approcci terapeutici specifici. La consapevolezza riguardo a questi comportamenti è il primo passo verso la soluzione, dato che una corretta identificazione dell’ansia da malattia può prevenire conseguenze potenzialmente gravi per la salute degli individui coinvolti.
Le manifestazioni dell’ipocondria
Il disturbo d’ansia da malattia si articola su due modalità difformi, ciascuna con le proprie peculiarità e ricadute. La prima modalità, quella maggiormente riconoscibile, è caratterizzata da una ricerca compulsiva di conferme mediche. Le persone che soffrono di questa forma di ipocondria possono trovarsi intrappolate in un ciclo di frequenti visite specialistiche e consulti, senza mai sentirsi completamente sollevate dalle proprie paure, anzi, aumentando le loro ansie. Questo comportamento è alimentato dall’errato convincimento che solo attraverso la costante rassicurazione medica sia possibile ottenere un senso di sicurezza riguardo alla propria salute.
La seconda manifestazione, pur essendo meno comune, presenta un grado di gravità altrettanto elevato. Qui, l’individuo vive una paura intensa nei confronti delle malattie, al punto da evitare deliberatamente medici e strutture sanitarie. Questo comportamento di fuga può risultare particolarmente dannoso, poiché trascura la necessità di controlli medici che, seppure temuti, sono essenziali per la diagnosi e il trattamento tempestivo di eventuali patologie.
È importante sottolineare che la manifestazione di questi comportamenti può avere ripercussioni negative sulla qualità della vita dell’individuo, influenzando negativamente anche le sue relazioni interpersonali e il suo benessere psicologico. Riconoscere questi schemi comportamentali è cruciale per avviare un intervento terapeutico mirato e appropriato.
Cause e fattori di rischio
La nascita della fobia legata alla malattia non ha cause singole e universali; piuttosto, si tratta di un insieme complesso di fattori predisponenti e situazioni contestuali. Secondo le osservazioni del Professor Andrea Fossati, la teoria cognitivo-comportamentale suggerisce che il disturbo d’ansia da malattia possa derivare da una cattiva interpretazione delle normali sensazioni corporee. Una persona, talvolta sin dall’infanzia, può iniziare a temere gravissime malattie nel momento in cui esperisce sintomi del tutto comuni, come un mal di testa o una semplice contrattura gastrica, amplificati dall’ansia che queste esperienze suscitanoin lei.
Un’altra dimensione fondamentale è rappresentata dai fattori interpersonali; in particolare, l’influenza del caregiver durante l’infanzia gioca un ruolo cruciale. Crescere in un ambiente in cui un genitore manifesta una paura eccessiva verso le malattie può contribuire alla formazione del disturbo nei figli. Tali esperienze formative possono predisporre il giovane a cementare nel tempo una visione allarmistica riguardante la salute, rendendolo vulnerabile ad ansie future.
Inoltre, esistono fattori di rischio ben documentati, come l’esposizione alla malattia grave di un familiare stretto o aver affrontato personalmente patologie acute in gioventù. La vita di un individuo può così essere influenzata dalle esperienze dirette o indirette legate alla malattia, accentuando reazioni ansiogene e timori immotivati. È interessante notare come il disturbo d’ansia da malattia colpisca entrambe le categorie di genere in modo uniforme: non distingue tra uomini e donne, ma sembra invece aumentare di incidenza negli ultimi anni, segnalando un cambiamento significativo nella nostra percezione della salute e del benessere. Questa tendenza è allarmante e merita un’attenzione approfondita, poiché i suoi effetti possono rivelarsi devastanti per la qualità della vita degli individui coinvolti.
L’impatto di internet sul disturbo
L’era digitale ha trasformato radicalmente il modo in cui accediamo alle informazioni, compreso il campo della salute. Oggi, gran parte della popolazione si permette di cercare informazioni mediche online, un fenomeno che ha portato alla nascita del termine “cybercondria”. Questa pratica, che può sembrare innocua, ha in realtà effetti profondi e spesso negativi sulla salute mentale di chi teme di avere gravi patologie.
Secondo il Professor Andrea Fossati, il fenomeno della cybercondria si è accentuato nel corso degli ultimi anni. Il 2020 ha visto enfatizzare questo tema attraverso una metanalisi che ha rivelato che tra il 1985 e il 2017 la prevalenza del disturbo d’ansia da malattia è aumentata significativamente, passando dall’8,7% al 15,2% tra gli studenti universitari. Uno dei principali fattori di questo incremento è, senza dubbio, l’accessibilità delle informazioni sanitarie tramite internet.
Interessante è notare che circa il 7% delle ricerche fatte online sono correlate a questioni di salute. Tuttavia, non tutte le informazioni trovate sono accurate o affidabili, e questo può portare a una crescente ansia anziché a una rassicurante consapevolezza. Infatti, l’accesso a notizie e articoli di varia qualità può contribuire a un’interpretazione erronea dei sintomi e a una catena di preoccupazioni infondate. I soggetti predisposti all’ansia tendono a amplificare il significato delle informazioni ricevute, cementando le loro paure patologiche.
Di conseguenza, il professor Fossati raccomanda di limitare il proprio uso di “Dottor Google”, riconoscendo i rischi associati a questa pratica. L’educazione sull’uso consapevole delle fonti di informazione medica è cruciale, così come è fondamentale l’intervento terapeutico per affrontare le problematiche legate all’ansia da malattia. È meglio consultare professionisti qualificati piuttosto che cercare conforto in un mare di informazioni spesso fuorvianti, per garantire una gestione adeguata delle proprie preoccupazioni e, soprattutto, della propria salute.
Percorsi per la guarigione
Per affrontare il disturbo d’ansia da malattia, è fondamentale intraprendere un percorso efficace di trattamento, come evidenziato dal Professor Andrea Fossati. Il primo passo per chi lotta contro questa forma di ansia è riconoscere la presenza del problema e accettare la necessità di intervenire. L’approccio psicoterapeutico emerge come la strategia più raccomandata e si rivela particolarmente efficace nella gestione delle problematiche legate a questo disturbo.
In particolare, la terapia cognitivo-comportamentale è stata identificata come un metodo terapeutico di spicco. Questa forma di terapia mira a modificare i modelli di pensiero disfunzionali, permettendo agli individui di riformulare le loro percezioni riguardo alla salute e ai sintomi fisici. L’obiettivo principale è ridurre l’ansia attraverso tecniche pratiche e l’insegnamento di un approccio più razionale e realistico rispetto alla salute personale. Con il supporto di un professionista, si possono affrontare le paure infondate e sviluppare strategie per gestire le reazioni ansiogene.
Un altro aspetto cruciale è la consapevolezza dei campanelli d’allarme. Quando i pensieri riguardanti malattie diventano incessanti o quando ci si sente spinti a cercare incessantemente rassicurazioni mediche, è il momento di chiedere aiuto. Non solo l’ossessione per avere conferme mediche ma anche l’evitamento di situazioni legate alla salute sono segnali che indicano la necessità di un intervento. Ignorare questi segnali può portare a conseguenze più gravi e alla perpetuazione di un ciclo di ansia.
Oltre alla terapia, è importante considerare altre forme di supporto, come i gruppi di sostegno e la pratica di tecniche di rilassamento, che possono aiutare a gestire lo stress. Il coinvolgimento in attività fisiche e sociali, unitamente a tecniche di mindfulness, può contribuire a migliorare lo stato d’animo complessivo. In sintesi, un approccio integrato e multidisciplinare può davvero fare la differenza nel percorso verso la guarigione dal disturbo d’ansia da malattia.