Investitore racconta perché Satispay ha cambiato la sua visione del business
Esperienza di investimento in Satispay
Antonio Assereto, fondatore di Proximity Capital, riflette sul suo investimento in Satispay, una delle rare storie di successo nel panorama fintech italiano. Dieci anni dopo il primo incontro con il team guidato da Alberto Dalmasso, l’investitore ricorda vividamente come la giovane startup fosse ancora agli albori della sua avventura, valutata solo 15 milioni di euro. Per Assereto, il momento di decidere di investire mezzo milione in quel primo round è stato cruciale e, a posteriori, si rivela una delle scelte più azzeccate della sua carriera. Nel 2022, Satispay ha superato il miliardo di valutazione, crescendo esponenzialmente grazie a una proposta di valore unica nel suo genere. L’impatto che questa scelta ha avuto sul suo portafoglio e sulla sua visione dell’investimento nel settore tech è innegabile.
La qualità del team di Satispay è stata un fattore determinante per Assereto. ‘Quando hai a che fare con persone del calibro di Alberto Dalmasso, è difficile non investire. Avevano una visione chiara e una determinazione ferrea’, afferma. La fiducia nelle capacità imprenditoriali di Dalmasso si è rivelata giusta, considerando quanto il servizio di pagamento peer-to-peer di Satispay ha cambiato il modo di gestire le transazioni quotidiane in Italia. Assereto sottolinea l’importanza di avere accesso diretto a fondatori appassionati e visionari, come quelli di Satispay, che hanno saputo comunicare senza ambiguità obiettivi audaci e concretizzare piani ambiziosi.
Investire in Satispay non è stato solo un atto di fede, ma anche un esempio concreto di come il networking possa contribuire a identificare opportunità promettenti. ‘Ricordo di aver condiviso il loro servizio con amici al bar. Era una soluzione innovativa, che ci ha permesso di inviare denaro via smartphone, qualcosa di rivoluzionario all’epoca’, racconta Assereto, evidenziando come la potenza del passaparola e degli incontri possa davvero facilitare il processo di scouting per le startup.
Allo stesso tempo, la lezione più grande che Assereto ha tratto dalla sua esperienza con Satispay è l’importanza di avere una mentalità aperta e proattiva nel vedere le opportunità. Non si tratta solo di identificare le startup con un buon potenziale, ma di ‘caricare’ quando si trova quella che sembra veramente promettente. L’emozione di avere investito in un progetto che oggi rappresenta un pilastro nell’ecosistema fintech italiano è palpabile nel racconto di Assereto, una testimonianza della sua passione per il venture capital e del suo impegno nel promuovere l’innovazione. Questo caso di successo non è solo una vittoria per Proximity Capital, ma un segno positivo per l’intero mercato delle startup in Italia.
La passione per il venture capital
Incontri che fanno la differenza
Il cammino di Antonio Assereto nell’ecosistema del venture capital è costellato da incontri decisivi e relazioni significative. Quando fondò Proximity Capital, la sua visione era chiara: cercare non solo startup promettenti, ma anche i fondatori giusti, capaci di trasformare idee in successi concreti. Quella passione per l’imprenditorialità ha fortemente influenzato la sua metodologia di investimento, riscontrandosi nei risultati delle sue operazioni. Nel corso della sua carriera, la rete di contatti costruita nel settore ha dato vita a opportunità che spesso rimangono inespresse per molti investitori. Assereto sottolinea come il networking e le connessioni siano tra i principali strumenti per identificare startup valide, capaci di emergere in un contesto competitivo.
Un esempio chiave di come il networking possa portare a incontri fruttuosi è rappresentato dalla sua prima interazione con il team di Satispay. Assereto ricorda il momento in cui vide per la prima volta la soluzione proposta, il servizio di pagamento tramite smartphone, e lo condivise con i suoi amici. “Ci mandavamo soldi via smartphone”, racconta. Quell’idea, apparentemente semplice, ha rivelato un potenziale enorme, ma è stato il contesto di condivisione e discussione che ha realmente aiutato a dare visibilità all’innovazione. La capacità di Assereto di farsi promotore di questa soluzione è stata determinante per il suo percorso, dimostrando che il passaparola tra i professionisti può accelerare il processo di scouting.
In un panorama dove le startup sono cresciute rapidamente, coinvolgere e alimentare le relazioni diventa un valore fondamentale per gli investitori. Secondo Assereto, la dedizione a costruire ponti tra le persone è ciò che distingue un buon business angel da un investitore ordinario. La qualità degli interlocutori con cui si collabora è altrettanto cruciale quanto l’idea scovata. E quando si incontra un leader visionario come Alberto Dalmasso, le opportunità si moltiplicano. La sua determinazione e la capacità di affrontare le sfide hanno impressionato Assereto sin dal primo incontro, segnando l’inizio di una partnership che ha portato a risultati tangibili e significativi nel mercato fintech italiano.
Ma quanto è importante il ‘fit’ tra personalità e idee in un investimento? Secondo Assereto, un buon team è quello che riesce non solo a scommettere su un’idea, ma a mantenere alta l’attenzione su come può evolvere, su come possa creare valore. Gli imprenditori di successo, come quelli di Satispay, comprendono il valore fondamentale di raccontare una storia convincente attorno al proprio progetto, capace di attrarre non solo investimenti, ma talenti, clienti e altri supporter. La continua relazione con questi attori aumenta la probabilità di successo di una startup, dimostrando come l’ecosistema delle startup non sia solo una somma di idee brillanti, ma un network vivo di interazioni significative.
Incontri che fanno la differenza
Rimedi contro il ritardo europeo
Nel contesto europeo, Antonio Assereto evidenzia come la competitività possa risultare compromessa se non si mettono in atto misure adeguate per incentivare gli investimenti nel settore tecnologico. L’analisi del rapporto Draghi sulla competitività dell’UE offre uno spunto interessante per comprendere la direzione inversa in cui si muovono le dinamiche di sviluppo. Mentre negli Stati Uniti la percentuale di ricavi derivanti da tecnologia è aumentata dal 30% al 38%, in Europa si è assistito a un declino significativo, portando i ricavi dal 22% al 18%. Questo scarto rende evidente che le politiche europee potrebbero richiedere revisione e un approccio più attivo per favorire l’innovazione e il progresso nel settore.
Assereto mette in luce l’importanza di adattarsi ai segnali del mercato globale. Ciò che è stato notato in Italia non è solo un ritardo nell’adozione di tali pratiche, ma anche una certa riluttanza a investire in progetti ad alto potenziale che non portano risultati immediati. “Molti tendono a focalizzarsi su exit rapide, ma questa visione è estremamente limitata”, sottolinea Assereto, evidenziando che il focus dovrebbe essere sul lungo termine e sulla creazione di valore sostenibile per l’ecosistema imprenditoriale.
La creazione di un ambiente favorevole all’innovazione è cruciale. Le startup devono avere accesso a risorse e finanziamenti che permettano loro di sviluppare soluzioni scalabili e di affrontare le sfide del mercato con visione strategica. Secondo Assereto, gli investitori hanno la responsabilità di incoraggiare e sostenere idee audaci e team capaci, a prescindere dalla dimensione iniziale del progetto. “Quando si presenta un’idea con un’ottima esecuzione, gli investitori devono essere pronti a scommettere su di essa”, afferma, richiamando l’urgenza di un approccio proattivo.
Inoltre, Assereto sostiene che sia necessaria una maggiore interazione tra il mondo imprenditoriale e le istituzioni. L’adozione di politiche che favoriscano la crescita delle startup può fare una grande differenza. “È fondamentale costruire un ecosistema che incoraggi la collaborazione e il networking”, aggiunge, segnalando che le startup più prospere sono quelle capaci di intrecciare relazioni significative con attori chiave del settore e con i clienti, trasformando l’innovazione in opportunità concrete. Solo così si potrà evitare di diventare marginali nel contesto globale e approfittare delle opportunità che il mercato tecnologico offre, creando un ambiente fertile per il futuro delle startup in Europa.
Rimedi contro il ritardo europeo
Nell’analizzare il contesto europeo attuale, Antonio Assereto sottolinea che la competitività del settore tecnologico rischia di rimanere indietro se non vengono messe in atto politiche di investimento proattive e mirate. Lo studio redatto da Mario Draghi sulla competitività dell’Unione Europea offre spunti cruciali; mentre negli Stati Uniti la proporzione dei ricavi provenienti dalla tecnologia è aumentata dal 30% al 38%, in Europa si è constatato un ridimensionamento, vedendo i ricavi passare dal 22% al 18%. Questo chiaro divario mette in luce la necessità di un intervento deciso per revitalizzare la spinta innovativa nel nostro continente.
Assereto osserva che, nella sua esperienza, non si tratta solo di un ritardo, ma anche di una certa avversione a investire in progetti rischiosi che non garantiscono rendimenti immediati. “C’è una tendenza a puntare su exit veloci”, afferma, “ma questa visione limita enormemente le potenzialità di crescita”. Quello che il mercato richiede è una maggiore visione a lungo termine, in modo da promuovere un ecosistema in grado di creare valore sostenibile e duraturo. Le startup necessitano di condizioni favorevoli per prosperare e sviluppare soluzioni scalabili, affrontando le sfide del mercato con un approccio strategico.
Assereto sottolinea che la responsabilità di stimolare questo cambiamento ricade anche sugli investitori, che dovrebbero essere disposti a sostenere idee innovative e team promettenti senza lasciarsi fermare dalle dimensioni iniziali del progetto. “Quando si presenta un’idea con un buon piano d’esecuzione, è fondamentale essere pronti a investire”, spiega, evidenziando l’importanza di un approccio proattivo e aperto, capace di cogliere le opportunità di oggi per costruire il successo di domani.
Inoltre, è essenziale una collaborazione più stretta tra imprese e istituzioni. Assereto propone di sviluppare politiche che non solo incentivino la crescita delle startup, ma creino un ambiente fertile per l’innovazione. “È indispensabile un ecosistema che promuova la cooperazione e il networking”, afferma, sottolineando il fatto che le startup che eccellono sono quelle in grado di instaurare relazioni significative con i partner strategici e con i propri clienti. Solo attraverso queste connessioni è possibile trasformare le idee in opportunità concrete, evitando di diventare marginali in un mercato globale sempre più competitivo. È questo il percorso che l’Europa deve intraprendere per non perdere terreno in un panorama tecnologico in continua evoluzione.
Il futuro dell’ecosistema startup in Italia
Il panorama italiano delle startup sta attraversando un momento di trasformazione che pone interrogativi e opportunità. Secondo Antonio Assereto, le opportunità di crescita per le startup italiane sono immense, ma richiedono un’approccio strategico e una visione a lungo termine. “Abbiamo bisogno di un ecosistema che valorizzi l’innovazione e supporti le idee audaci”, afferma. La storia di successo di Satispay dimostra che, con la giusta visione e determinazione, è possibile trasformare una startup in un vero e proprio unicorno, e questo dovrebbe fungere da stimolo per molti imprenditori e investitori.
Uno degli elementi chiave per il futuro delle startup in Italia è la necessità di collegare i giovani talenti con risorse adeguate. Assereto sottolinea l’importanza del networking non solo tra investitori e imprenditori, ma anche tra le startup stesse. L’ecosistema deve essere in grado di favorire interazioni significative che conducano a nuove sinergie e opportunità collaborative. La creazione di eventi, programmi di incubazione e accelerazione non è solo fondamentale, ma deve diventare una priorità per le aziende e le istituzioni, in modo che si possa alimentare una cultura di innovazione.
Inoltre, l’accesso ai finanziamenti è cruciale per garantire la sostenibilità delle startup. Assereto evidenzia che il Venture Capital in Italia deve evolvere per rafforzare il sostegno alle aziende emergenti. “Ciò di cui abbiamo bisogno sono investitori che comprendano il valore delle idee a lungo termine, non solo nel breve termine”, spiega. È essenziale rimuovere le barriere che spesso limitano l’accesso ai capitali, perché solo così si potrà valorizzare il potenziale delle startup italiane nel contesto globale.
Un aspetto fondamentale per il futuro delle startup è anche l’educazione imprenditoriale. Investire nella formazione di nuovi imprenditori è fondamentale, e Assereto è chiaro nel dirlo: “Abbiamo bisogno di formare leader capaci di affrontare le sfide dell’innovazione”. Le università e le istituzioni educative devono svolgere un ruolo attivo nell’ispirare e formare i futuri fondatori di startup, insegnando loro non solo skills tecniche, ma anche soft skills necessarie per navigare nel mondo degli affari.
Assereto sottolinea la necessità di una maggiore collaborazione tra startup e istituzioni governative. Affinché l’ecosistema possa prosperare, è imperativo sviluppare politiche che incentivino l’innovazione, creando un clima favorevole agli investimenti. Solo attraverso una visione comune e strategie integrate sarà possibile posizionare l’Italia come un hub significativo nel panorama europeo delle startup, in grado di attrarre talenti e investimenti, e di presentarsi come un esempio di successo per il resto del mondo.