Intervista a Davide Giliberti – Il Gentiluomo Italiano
DAVIDE GILIBERTI- IL GENTILUOMO ITALIANO. INTERVISTA AL TOP MODEL DAVIDE GILIBERTI: QUANDO BELLEZZA, FASCINO E INTELLIGENZA SONO UNA TRIADE INDISSOLUBILE – di CINZIA ALIBRANDI.
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Le storie della vita mi portano in Cina, e non posso perdere l’occasione ghiotta e irripetibile di incontrare e intervistare a Shanghai Davide Giliberti, modello quotato e anche attore, che ha lavorato con me ai tempi del mio primo romanzo ‘Anna e i suoi miracoli’, partecipando a una serie di presentazioni dove interpretava magistralmente, leggendo i punti salienti del libro, il ruolo di Steve, modello bello e dannato nonché marito di Anna.
Giliberti vive a Shanghai da quasi un anno perché, dopo essere venuto per sondare nuovi orizzonti lavorativi, le richieste sono così massicciamente lievitate da costringerlo a restare, specie considerando la crisi italiana e la realtà emergente e vitale cinese. Lo aspetto seduta nell’atrio del Sofitel, e quando varca trafelato l’ingresso dorato e mi viene incontro abbracciandomi, confesso che ho un turbamento: è di una bellezza assai straordinaria, eppure c’è dell’altro che mi colpisce, ed è la luce speciale che irradiano i suoi occhi. È la fiamma di chi percepisce un momento magico, di salita professionale e quindi mutamento di vita, oltre che carriera.
Davide si scusa per il ritardo, ha finito l’ennesimo shooting in una città a quattro ore da Shanghai per un cliente assai prestigioso, la Samsonite, e aggiunge ammiccando ‘ho tempi lavorativi frenetici qua, pensa che lavoro in media 4/5 giorni la settimana!’ Bisogna sapere che nell’ambiente della moda si ritiene un modello affermato, già se occupato per tre giorni al mese, questo per comprendere che Giliberti in Cina non conosce rivali! E infatti prontamente replico che il lavoro viene al primo posto e anche la nostra cena diventerà presto il set di un’emozionante dialogo.
Arriviamo nel Bund, magico porto di Shanghai sfavillante di luci, per cui ha giustamente meritato la nomea di ‘New York d’Oriente’ e saliamo sul metallico ascensore che porta al piano attico dove si aprono le sontuose porte dell'”Ocean”. Mentre ci scortano al tavolo più panoramico, colgo un tutt’uno di raffinatezza e sontuosità. Gli sguardi convergono tutti su noi, e Davide infila le mani con noncuranza nella tasche di un vestito di lino bianco che nessun altro potrebbe meglio indossare, con sotto una camicia bordeaux che sembra un fiore purpureo allargato su un torace da urlo quanto lo spettacolo dei grattacieli sganciati svettanti sui docks. Dopo, si passa le dita sui capelli e mi guarda in tralice, come a minimizzare tanto interesse.
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Occorre precisare che saremo a più riprese interrotti durante la cena, per richieste di foto a cui Giliberti si presta con estrema gentilezza, senza la supponenza che spesso esibiscono le persone note. E qui a Shanghai, Giliberti, è una star, eppure questo non lo esime dal sorridere e chiedermi garbatamente ‘come va il tuo terzo libro ‘Torna a casa lettera?’ Replico ‘bene, ma adesso è di te che dobbiamo occuparci!’
Ecco dunque cosa é scaturito dalla nostra chiacchierata/intervista, e già dalla prima risposta fornita, il mio interlocutore srotola la stoffa del fuoriclasse assoluto.
D- Inizio con una domanda ecumenica: chi sei Davide Giliberti? Presentati.
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R- Sono una persona che cerca da sempre di farsi strada da solo, senza approfittare di facili scorciatoie per arrivare. Mi immagino camminare in un tunnel buio, dove poco per volta appare una luce: ecco io colgo quell’opportunità per camminare, andando all’origine di quel che mi accade. Prima di direzionarmi, cerco il significato del cammino, perché diversamente non andrei da nessuna parte. La mia logica, è estrapolare da ogni esperienza lo spunto per procedere e non l’occasione per fermarmi soddisfatto: questo è tipico di chi si mette, come me, sempre in discussione e più che un orizzonte di vita, dalla vita vuole una spiegazione.
D- Oggi lo stereotipo del modello bello e scemo è scardinato, tu poi, sei anche laureato in ingegneria! Che ne pensi?
R- Dopo essermi laureato in ingegneria a Napoli, sempre a proposito di strade, mi sono trovato a pensare che quella non era la strada giusta e ho intrapreso quella della moda. Sempre però, senza contravvenire ai miei principi morali: la moda è solo un contenitore del mio modesto contenuto su cui non ammetto deroghe riguardo all’onestà di intenti. Il percorso è soddisfacente, eppure non è detto che un domani io non voglia provare nuovi percorsi, come per esempio quello della recitazione, per fare l’attore a tempo pieno, visto che ho già delle prove attoriali nel mio curriculum.
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Oggi francamente sul mio mestiere non esistono più i pregiudizi di un tempo. Anche gli stilisti cercano, rispetto agli anni ’80 e ’90, una nuova figura di modello che interpreti uno stile e lo faccia suo in modo emozionale. Insomma la famosa gruccia su cui appendere un vestito si è gonfiata dell’anima di chi l’abito lo ‘abita’ appunto come parte di sé. E questo è interessante perché ogni modello, anche nei rapporti lavorativi, convive con altri di diverse nazionalità, ha degli scambi arricchenti, perché ognuno racchiude l’aspetto irripetibile della propria etnia. Io incarno il fascino latino, che è la mia cifra stilistica e affettiva, il valore aggiunto per cui i clienti mi scelgono per uno shooting o gli stilisti per una sfilata o un set di posa. Si diventa così il riassunto di un background culturale, storico e sociale della propria nazione e, perché no, pure un esempio, visto che viviamo in un mondo globalizzato. Ognuno ovviamente con le proprie caratteristiche: penso ai brasiliani, così sportivi e attenti al fisico addestrato dal surf, diventare portabandiera dei brand di underwear o costumi da mare.
D- Potevi da laureato rifugiarti dietro una scrivania sicura e dorata, invece azzardi una scelta molto forte. Perché proprio questo mestiere?
R- Sarebbe stato facile ma a me non interessano i processi endogeni, cioè fare l’ape regina che vede trasformare il polline in miele all’interno del suo alveare. Anzi, sono volato via da un contesto chiuso perché solo distanziandomi potevo giudicarlo e valutare fino in fondo la verità della mia scelta. E non me ne pento affatto, anche se voglio aggiungere che non è tutto lucente, che ci sono tanti ostacoli da superare e bisogna costruirsi una corazza d’acciaio per affrontare i momenti difficili. Ripeto che ne è valsa la pena, perché la mia creatività come ingegnere non sarebbe emersa, ed essendo una persona con alto senso di libertà, anche la costrizione del rapporto con dei superiori sarebbe stata di difficile elaborazione.
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D- Cosa dai ai tuoi clienti ed al pubblico tu, modello e indossatore durante una sfilata o uno shooting? Cosa ha di speciale e particolare al contempo questa professione?
R- Sembra presuntuoso ma è la verità. Tutto me stesso, sia una sfilata, una posa, un brand, uno shooting, voglio portare la mia verità in quel preciso istante. La mia insegnante di recitazione mi diceva ‘quando reciti non devi recitare la situazione, ma come ti muoveresti ‘tu’ in quella circostanza.’ E io faccio questo: dentro il contenitore spalmo il mio contenuto, il mio essere. E se sta funzionando, è perché gli altri recepiscono la sincerità dei miei intenti. Io non baro.
D- Oggi il termine bellezza è molto in auge. Tu sei un super bello. Definisci la bellezza: cosa significa per te?
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R- Tu, Cinzia, lo sai bene cos’è la bellezza perché nel tuo libro ‘Anna e i suoi miracoli’ hai raccontato attraverso il modello Steve la fragilità che si racchiude dietro il culto materialistico della bellezza e l’edonismo che può provocare nell’esaltazione dell’aspetto estetico. Il concetto di bellezza va elaborato nel tempo e anche i periodi storici ne narrano l’evoluzione. Nel boom economico degli anni ’60, allontanato il difficile dopoguerra e la ricostruzione, troneggiavano in Italia donne procaci e formose, su tutte il simbolo di Sophia Loren. C’è stato un momento di bellezza plastificata, ma non è durato. Oggi il concetto di bellezza è sempre più legato a quello di fascino. Io amo dire che il fascino è il modo con cui tu esibisci la tua bellezza: diventa il curriculum vitae di te stesso. Il pubblico è intelligente e smaliziato e non vuole un prodotto omologato, ma predilige la personalità di chi sparge sull’abito il profumo della propria essenza.
D- Tre aggettivi con cui definisci la tua donna ideale.
R- La mia donna ideale intanto deve essere ‘umile’. E per umile non intendo modesta, ma capace di contenere il proprio ego. Poi ‘intelligente’, che per me significa sapersi adattare alle situazioni, visto che le mie sono in continuo mutamento, è arduo starmi al passo. Per ultimo adorerei una donna ‘risolutiva’, una che non mi crea problemi, e si affianca a me per risolverli.
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D- Forniscimi tre aggettivi invece per la Cina, paese per te un po’ croce e delizia, ma che ti sta dando una ribalta incredibile. Tu sei il modello più importante che ruota nei circuiti della moda a Shanghai.
R- il più ovvio: ‘grande’. Ma è stata la prima impressione da quando vivo qui. Poi ‘chiusa’, perché nonostante la Cina abbia allargato le sue grandi braccia al progresso, al nuovo, all’Occidente, fa fatica a darsi fino in fondo. L’ultimo aggettivo è ‘confusa’ perché come tutti i paesi
che stanno ingigantendo il proprio progresso, è piena di incertezze e contraddizioni, perché il nuovo necessita di tempi lenti di assimilazione che questa celerità non consente. Comunque aggiungo che io alla Cina devo tantissimo e mi piace ricordarlo.
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D- La Cina e l’Occidente: come vedi questo rapporto a largo raggio, economico, sociale, relazionale. Tu vivi qui da mesi e comunque ti scontri con una cultura diversa dalla nostra, anche se Shanghai viene chiamata la ‘Milano d’Oriente’ è pur sempre una città dell’Est del mondo. R- Per Occidente mi piace confrontare la Cina con il grande colosso nonché antagonista, America. America che per me è un grande carro carnevalesco che rappresenta lo stile di vita che chiunque vorrebbe. Solo che nonostante l’apparente liberalismo, l’America non esplicita queste possibilità, non è corretto dire che siano nascoste, ma sono protette, da trovare. Non a caso chi fa fortuna in America, spesso era un irregolare, perché chi entra con visti se accede per incarichi di manovalanza è ben accetto, diversamente se aspira a occupare posti di rilievo, viene vissuto come una minaccia. In Cina, nonostante il regime dittatoriale, con le carte in regola, puoi protenderti verso la tua scalata personale, io ne sono l’esempio, sia pure tra mille difficoltà, l’uomo occidentale risulta una risorsa.
D- Il sogno americano cattura anche te. So che vorresti tentare la carta degli States e lotti per ottenere il visto americano.
R- Cattura perché ha segnato le grandi trasformazioni economiche e sociali del novecento e del nuovo millennio. Il sogno americano diventa possibile nelle realtà dei piccoli scantinati che forti di una grande idea, si espandono e, dal chiuso di un garage si trasformano in colossi multinazionali.
Su tutti il fenomeno Facebook dove un giovane ragazzo, amalgamando il meglio dei social network preesistenti, ha finito per indirizzare le masse traendone un introito economico enorme. Provo a avere questo visto: però a me piace la chiarezza d’intenti, dunque gioco a carte scoperte e il mio volere entrare per introdurmi nel mercato della moda non è molto ben accetto, occorre sfondare delle resistenze.
D- Raccontami una giornata ‘tipo’ a Shanghai, sia lavorativa, come il set di uno shooting o la passerella di una sfilata, che una giornata di Davide in libera uscita. Dove vai, che fai, quali sono i luoghi che preferisci?
R- La giornata lavorativa è scandita dai ritmi frenetici di lavoro, siano essi shooting o sfilate. Quando non lavoro, in realtà sono impegnato egualmente in meeting o provini, per propormi al cliente. Questo può avvenire in incontro individuali, dove ascolto anche le indicazioni del mio agente che, a seconda del cliente, suggerisce il look adatto al meeting, per essere il più possibile in linea con i suoi desiderata.
Può succedere che il datore di lavoro si appassioni talmente a un modello, da adattare il fit a sua misura . A me è successo per una campagna pubblicitaria che girerò a breve, dove ho effettuato incontri settimanali in azienda, suggerendo modifiche all’abito che indosserò: dalla sciancratura della camicia, alle rifiniture dei polsini, alla larghezza del collo. Ovviamente non bisogna dimenticare a che tipo di mercato si rivolge il brand: giovanile, classico, sportivo e così via. Se invece il meeting è collettivo, mi presento insieme ad altri modelli. Ovvio che se vengo preso ragionerò su quali siano stati i punti di forza per ottenere il servizio fotografico. Nel caso opposto, valuterò con la mia agenzia i cosiddetti ‘colli di bottiglia’ che non mi hanno fatto emergere. Il tempo libero, sottolineando che ne ho davvero poco, è trascorso con persone fuori dall’ambito del lavoro, perché se no mi sembrerebbe di non staccare mai. Inutile dirti che vado in palestra, sia perché mi rilasso, che per curare il mio fisico.
Mi conosci e sai che non sono per nulla un fanatico, ma il corpo per me rappresenta lo strumento di lavoro principe, pertanto devo averne cura. Sono molto interessato alla cultura locale e alla fusione dei popoli che convergono a Shanghai. La Cina occupa un territorio che equivale all’Europa. Noi abbiamo ancora difficoltà in Italia a amalgamare il Nord con il Sud, immagina uno spostamento di popoli tra regioni sconfinate. A me piace osservarne il mix, come quando versi olio in un recipiente con acqua e guardi le figure che si compongono. Oppure mischi la crema col cioccolato per gustarne il sapore ottenuto. Anche nella moda, lo stilista cinese predilige il bianco e il nero, si presenta timido al mercato europeo. Diversamente, a casa propria, è più disposto ad accogliere il diverso e fondere la sua tendenza con quelle straniere.
D- Esplicitami in questo ordine qual è il lavoro che ti ha dato più soddisfazioni, quello che ti ha più deluso in base alle aspettative iniziali e quello che non è ancora arrivato e il tuo cuore e cervello desiderano.
R- Ti rispondo spiegandoti come si lavora qua in Cina. Questo paese è come un enorme rinoceronte che ha potenza ma si muove in modo incontrollato, senza a volte considerare i guasti che questo, unito alla velocità, può comportare. Da straniero sto avendo enormi opportunità, mi confronto con il meglio dell’ambiente della moda. Eppure nonostante la variegata realtà cinese, che può essere assimilata a un puzzle dalle diverse forme e colori, la base su cui poggia è un antico organigramma imperiale e un odierno e solido regime dittatoriale. Anche l’inizio del lavoro qui viene salutato e propiziato in strada con balletti ieratici d’impianto squadrista, che ricordano le righe militari di una possente falange. Io posso ovviamente desiderare di progredire ma qui per il non cinese mai si apriranno posizioni di potere solitario, anche se il contributo dell’esperto occidentale viene ben accolto e pagato, perché indispensabile alla crescita del territorio. Ho imparato l’arte della mediazione e del saper coesistere con il diverso da me, pratica assai corroborante. Dove siamo ora, nel Bund che è il posto di Shanghai che amo di più, si è creato il meglio di tale fusione tra il vecchio e l’avveniristico.
D- Tu sei un giovane uomo molto temprato, sai bene che nell’ambiente della moda un passo falso equivale alla caduta rovinosa dalla passerella che distrugge una carriera. Comunque ti chiedo cosa detesti negli altri a tal punto da fare incrinare le relazioni?
R- Viaggiando molto per lavoro, mi confronto di continuo con persone nuove a me sconosciute. Quello che non tollero è la bugia, perché fa crollare la fiducia già messa a dura prova da un ambiente estraneo. Mi ritraggo subito e prendo le distanze, come chi vorrebbe ammirare un bel panorama e abbandonarsi al piacere dell’assoluto, ma per esempio se è di fronte a un mare in tempesta, non ne percepisce la meravigliosa profondità perché distolto dal vento e dalle alte onde che lo corruscano, privando una visuale nitida e appagante.
D- Sei diventato il personaggio di un videogioco disegnato sulle tue sembianze, e quest’ultima avventura ti darà una fama planetaria. Mi racconti?
R- Questa società cinese che si chiama Moba, ha creato un videogioco intitolato ‘We Moba’ che è il compendio di contesti diversi. Il protagonista a cui io consegno corpo e volto, si chiama Kevin e ricorda i cavalieri delle Crociate, e in cinese è stato tradotto come il ‘Dio della Guerra Santa’ che combatte contro un cattivo antagonista, Lucifero, piombato nell’inferno e di cui deve contrastare la voglia di ascesa e ritorno in paradiso. Tutti i profili dei personaggi recuperano sembianze reali: il mio è stato definito il personaggio ‘Mars’ ovvero il principale. Si è tenuta una conferenza stampa per presentare il videogioco ultimato, e ora si attende la vendita in tutte le piattaforme online, quali cellulari, tablets e computer. La Cina si aspetta molto da questo videogioco che nasce come la loro risposta al fenomeno americano ‘Lord of land’.
D- Poniti la domanda che è mancata in quest’intervista e rispondi.
R- La domanda che mi sarei aspettato è quella classica: ‘qual è il tuo sogno nel cassetto?’ Forse perché ne ho troppi, non ne tiro fuori nessuno. Per tornare alla metafora della domanda iniziale del percorso in una strada buia, sono molto elettrizzato dal mio presente e me lo voglio proprio godere. Per me si sono accese tante lanterne cinesi che hanno illuminato la mia strada buia. Consiglio a chi fa o vuole fare il mio lavoro, di non prendersi troppo sul serio, di essere orgoglioso dei successi, ma aspettarsi che dalla vetta, è più facile precipitare: arrivati in basso non bisogna scoraggiarsi perché rispetto a altri, si è stati in alto, dunque si sono raggiunti degli obiettivi e dei risultati, frutto di un excursus personale. La Cina mi ha insegnato una nuova dedizione verso il lavoro, che è il fulcro su cui ruota la medesima società cinese. Come recita il Confucianesimo, che è la somma delle religioni cinesi, l’uomo che lavora e guadagna compie un’azione degna e pregevole.
D- E ora una novità! Sei diventato manager acquisendo una quota societaria dell’agenzia di modelli presso cui lavori. Cosa significa per te questo doppio ruolo?
R- Significa che il passaggio dall’età adolescenziale a quella adulta, nell’aumentare il bagaglio di esperienza e conoscenza del mio lavoro, ha
fatto nascere in me il desiderio di mettere a frutto tutto questo, non solo a livello personale, diversificando le attività, ma pure trasmettendo la mia filosofia e il personale credo lavorativo alle nuove leve, formando, se mi è concesso il termine, dei nuovi adepti, secondo lo stile Davide Giliberti, ‘gentiluomo italiano’.
La nostra intervista è terminata quasi insieme alla cena. Davide si rammarica dei suoi tempi convulsi e del fatto che quando ci siamo visti a marzo a Milano, pur essendo venuto per un set fotografico, era molto più rilassato di adesso. Mentre andiamo via e concludiamo la serata in un altro locale, l’ennesima ragazza lo blocca e gli chiede se può aggiungerlo a ‘We chat’. In Cina Facebook è censurato, ma questa chat, una sorta di ‘Whatsapp’, spopola, e la gente conta migliaia di contatti, ed è perennemente connessa. Davide senza esitare, le fornisce ridendo il numero. In ascensore, di ottimo umore, intona con un guizzo che tradisce le sue origini campane ‘o saracino bello guagliò tutte e femmine fa innamorà!’ Dopo mi fa piroettare sui tacchi accennando un passo di danza. Prima che la serata finisca nel registro piacevole di affetto e amicizia che ci lega da anni, da conoscitrice dell’animo umano qual sono, non posso fare a meno di commentare l’alto tenore delle sue risposte, che mi confermano cultura esperta e forza di vita. Questo giovane uomo emana l’energia vitale di chi cammina per arrivare alla meta, e percepisco assolutamente che ce la farà. Come dire che bellezza, fascino e intelligenza sono una triade indissolubilmente vincente in Davide Giliberti.
Davide Giliberti – The italian gentlemen
Interview with the top model Davide Gilberti – Beauty, Charme and Intelligence: an indissoluble trinity.
Written by Cinzia Alibrandi
Translated by Eugenio Maggio
Life is a journey of experiences, and I was lucky enough to find myself in China and had the unique chance to meet and interview – in Shanghai – Davide Gilberti, profile model and actor who worked with me and helped me create my first romance novel “Anna and her miracles”, by joining various presentations in which he has beautifully explained the main points of the book and the life of Steve, beautiful and cursed model, married to Anna.
Due to such a huge abundance in job offers, Giliberti has been living in Shanghai for little over a year, but that’s not the only reason. His long stay in China is also fuelled by his ever growing curiosity about China’s rapid economic growth and the current crisis in his home country of Italy.
I remember the day when we first met, I was standing, waiting for him in Sofitel’s main lobby, as I turn my gaze becomes fixed on the entrance, rather the person standing just inside the entrance, the world around me seems to disappear as he walks towards me and embraces me. As he embraces me I can’t help but feel a slight hint of perturbation, he is extremely handsome after all and the fire in his eyes gave me the impression of a magical moment, that this meeting could change his career, and his life for the better. As my focus returns to reality, I hear Davide talking, he’s apologising for his delay in arriving, he had just finished a photo shoot – for a highly valued company called Samsonite – in a city four hours away from Shaghai, and that his schedule was very hectic, working four to five days a week!
In the fashion scene, it’s not uncommon for models to only work around three days a month, which puts how hard Davide works into prospective, so because of this, I tell him that I don’t really mind that he showed up late and it’s important to put the job first in a competitive business enviroment like modeling and that our dinner will be a thrilling break from all the hard work. Once we had arrived at Bund, a wonderful harbor in Shanghai filled with brilliant lights and had earned the nickname “The Eastern New York” and got in an elevator which took us to the top floor of a restaurant called Ocean. As they lead us to the best table with the most beautiful of views leading to the outside world you really got a sense of high class and royalty. Especially as everyone’s eyes were transfixed on us as we are sat down.
Unperturbed by the sudden attention, Davide puts his hands inside pocket of his white linen suit which covered a deep maroon shirt underneath which looked like a flower blooming on his chest. He gently passes his fingers through his hair, looks at me with a slightly distracted look, I should include that we were often interrupted by people demanding to have their picture taken with Davide. Again, Davide doesn’t let the attention phase him and even seems to enjoy taking pictures with his fans. Afterwards he sat back down to get back to our dinner.
He smiles and kindly asks, “How’s your third book “Come back home, Letter” going?” to which I replied that it was going along fine but our meeting today was about him and not about me!
Here are the details from the conversation that we had:
Q: “First of all let’s start with who is Davide Giliberti? Introduce yourself.”
A: “I am a person that always tries to pave his own way, without using any kind of easy shortcut. I imagine walking in a dark tunnel, and slowly a light begins to become visible and shows me the path that I need to follow. Before directing myself, I first try to find the meaning of that path, otherwise it would not go anywhere. My logic is extrapolated from everything I experience, in order to keep on moving and never have a reason to stop and being satisfied. This is typical for people like me who is often questioned and that wants answer from life.”
Q: “Nowadays, the stereotype that models aren’t the brightest people has gone down, which is evident in your case seeing as you graduated with a degree in engineering! What do you think about it?
A: “After completing my engineering course in Naples, I started to think about what career I wanted to have, and I came to the conclusion that a career in englineering was just not right for me, so I went into fashion, but without going against my moral principles. I see fashion as an expression of my honest body and mind, to which I accpept no compromise. This path is satisfactory, but there is a chance that I will try a new career path in the future, acting for instance, I have experience in acting as I have done a little bit of it in the past. Frankly, my job has changed over the years, there are no more prejudices. For example nowadays, stylists are looking for models that can interpret a style and do it in their own emotional way. The coat hanger of which the clothes are hung on is full of the soul of the person who is dressed in the clothes as if it was a part of him. This is interesting because every model that you meet you can learn a lot from, for example with models from different countries you can learn a lot about their culture, because everyone contains the unique characteristics of their ethnicity. For example I believe I incarnate the latin charm, which is my fashion and emotional style. I believe my latin charm is a value that photographers and stylists would choose me for, especially if there is a parade or they need a specific pose. This way we become the summary of a cultural background, and help portray the historic and social side of our nation. Another example of this is that we live in such a globalised world. Everyone has their own characteristics. For example brazillians, typically, they’re very sporty and careful about their bodies and are ment for surfing, so the brazillian models are great at moddelling things like swimsuits.”
Q: “Considering you graduated, you could have chosen to hide behind a safe and golden desk, but instead, you did a risky choice. Why this job?”
A: “It would have been easy but I am not interested in endogenous processes, like being the queen bee and watching the pollen being turned into honey inside of her beehive. I moved away from the idea of an easy life because I believe that only by distancing myself I could value the truth of my choice, and I have no regrets, even if this life isn’t as easy, there are lots of obstacles to jump over in this career and you have to have a strong heart to deal with it. I must again reiterate that I do not regret my decisions, because I believe that my creativity as an engineer would not have flourished and since I have a high sense of freedom, I would not have been able to work under the supervision of anyone.”
Q: “What do you offer to your customers and to the public as a model during a parade or photo shooting? What do you feel makes you so good at your job?”
A: “It will sound presumptuous, but it is the truth. All myself, during a parade or pose or shooting, I want to bring my truth in that precise moment. My acting teacher told me ‘When you act you don’t have to act the situation, but the way you would move if you were in that circumstance’. That’s what I do, inside of the container I put all my quality, my being. And if it is working, it is because others can percieve the sincerity of my intents. I don’t cheat.”
Q: “Nowadays, the term beauty is very popular. you yourself are very beautiful, define what is beauty. What does it mean for you?”
A: “You know well, Cinzia, what beauty is because in your book “Anna and her miracles” you explained it through the model Steve, the fragility that is held inside the materialistic cult of beauty and hedonism that can cause the magnification of physical aspect. The concept of beauty is constantly changed over the years. During the economic growth of 1960 for example, after the war and just as Italy had just finished rebuilding our society, most of women were busty and plump since they were inspired by Sophia Loren. Nowadays the concept of beauty is linked with the concept of charm. I love to say that charm is the way through which you show your beauty, it becomes the curriculum vitae of yourself. The public are smart people and they don’t want to see the same product being realised again and again, they prefer to see a product which is made unique by the individuality of the model.”
Q: “Nowadays, the term beauty is very popular. you yourself are very beautiful, define what is beauty. What does it mean for you?”
A: “You know well, Cinzia, what beauty is because in your book “Anna and her miracles” you explained it through the model Steve, the fragility that is held inside the materialistic cult of beauty and hedonism that can cause the magnification of physical aspect. The concept of beauty is constantly changed over the years. During the economic growth of 1960 for example, after the war and just as Italy had just finished rebuilding our society, most of women were busty and plump since they were inspired by Sophia Loren. Nowadays the concept of beauty is linked with the concept of charm. I love to say that charm is the way through which you show your beauty, it becomes the curriculum vitae of yourself. The public are smart people and they don’t want to see the same product being realised again and again, they prefer to see a product which is made unique by the individuality of the model.”
Q: “Now give me three adjectives for China, a country which to you is both a happy and a sad place, but still giving you a lot of success. As in my opinion, you are the most important model that works in the fashion scenario in Shanghai.”
A: “The most obvious, ‘big’. But this was always my impression of china ever since I had arrived. My second adjective is ‘closed’, because even though China has embraced the progress of the Western world, it struggles to completely change its ways. The last adjective is ‘confused’ because as all the other countries are progressing, China is filled with doubts and contradictions because there are still people that follow the old traditions. I want to add that I owe a lot to China and I love to remember it.”
Q: “Speaking of China and the Western world. How do you see this long range relationship, social ad economic. you’ve been living here for months and you are facing a very different culture from ours, even if Shanghai is called “The eastern Milan” and is one of the biggest cities in the East.”
A: “Thinking of West I like to compare China with America, it’s biggest competitor. I think of America as a big carnival wagon that represents the lifestyle that everyone would love to have. Despite it’s apparent liberalism, America does not help show people the way to success, it is incorrect to say that they stop people from succeeding but they are protected, undiscovered. It’s uncommon for people to be rich, because there are a lot of jobs that pay the minimum wage, but those people that aim for high-profile jobs are seen as a threat. In China, despite the dictatorial regime, with regular documents, you can aim for your own personal goals. I believe that I am an example of this, even with a lot of troubles, the western man can become a precious resource.”
Q: “You also got caught up in the American dream. I know you would love to get the VISA to get to the States.”
A: “It is catchy because it marked the big economic and social transformation of 20th and 21th century. The American dream becomes possible because even people that work in small garages can grow to become a multinational giant. The best example of this would be Facebook where a young guy, by taking inspiration from different social networks, ended up getting a huge profit. I like to understand everything that I see and I like to be clear and limpid, so my will to get into the fashion market is not very welcomed and I need to fight against the resistances.”
Q: “Tell me about your typical day in Shanghai, your job, the set for the shooting or a parade, about your days off, where do you go, what do you do, which places do you prefer the most?”
A: “My workday has very fast rhythm, it doesn’t matter if it’s a photoshoot or a parade. When I am not working, I am still busy with meetings or auditions, or offering my services to a customer. This can happen during individual meetings, where I just follow the advice of my agent that, depending on the customer, suggests my look that fits the best for the meeting and for the customer’s taste. This can also happen when your boss gets so charmed by the model that he can even choose a style to fit to the model themself. It happened to me for an advertising campaign that I will soon shoot, of which I suggested some modification for the clothes that I will be wearing. My suggestions were about the sidecut of the shirt, the finishing of the wristbands and the width of the collar. Obviously we cannot forget the target market that we aim for, which are young, classy, sporty and so on. If there is a meeting with other models and I get hired I think about what my stengths were that got me the chance to join in on this photoshoot. On the flip side of the coin, I have to think about what led me to not get the job. In my free time, which there is very little of, is spent with people that do not deal with my fashion job, otherwise it would feel like I never stop working. It is useless to tell you that I go to the gym, I know that I have to take care of my body. You know me and you know that I am not a fanatic about that, but my body is the most important part of my job, so I have to be really careful about it. I am also very interested about the local culture and the mixture of all the people that are in Shanghai. China’s territory equals to all Europe and in Italy we have trouble mixing North with South. Imagine a movement of people between countries that are far apart from each other. I like to observe its mix, like when you pour oil in a bowl with water and you see the figures getting their own forms. Or like when you mix cream with chocolate to test its new taste. Also in fashion, when it is up to European market, Chinese stylists generally prefer white and black, but when it is up to the chinese one, they are more free to welcome different things and mix their trend with the foreigner’s one.”
Q: “Explain to me in this order. What was the job that has given you the most satisfaction, which one disappointed you the most and, according to your expectations, which one has not yet arrived at your heart’s and brain’s desire. ”
A: “I’ll answer by explaining the way we work here in China. This country is like a huge rhino that is extremely strong but moves in an uncontrolled way, without considering the damage that his strength and speed can cause. As a foreigner I have huge opportunities which lets me in on the best of the fashion scene. Even though in reality, china is extremely variegated, its base is an ancient and imperial organization chart and today, still has a solid dictatorial regime. Even the beginning of days work is cheered in the streets with the typical Chinese square dances. I can obviously dream of progressing, but for foreigners there is no way to have our own independent power, even if the contribution of the western man is very well welcomed and paid, as it’s essential for the growth of the economy. I practice the art of mediation and of knowing how to live with my different self, a very strengthening art.
Q: “You are a very hardened young man, you know fully well that in the fashion scene, one false step on the parade can destroy a career. Anyway I wanted to ask you, what is your pet hate in relationships that can cause you to end it?”
A: “Since I travel a lot, I am used to meeting new people. What I cannot stand are the lies, because it makes the confidence, already hard to maintain in a hard environment, collapse. I instantly retreat and take the distances, like those who want to admire a wonderful view and get lost in absolute pleasure, but for example if they are in front of sea storm, they cannot catch its deep wonderfulness because they are distracted by the wind and the huge waves, denying him a clear and rewarding sight.”
Q: “You become a character in a videogame made to look like you, and this adventure is going to give you world-wide fame. Can you tell me about it?”
A: “A Chinese society called ‘Moba’ created a videogame named ‘We Moba’. The protagonist to whom I gave a face and a body is called Kevin and reminds us of the knights of Crusades. In Chinese it translates to ‘The God of the Holy War’ who fights against his evil antagonist, Lucifer, a fallen angel, that aims to get back to Paradise. All the profiles of the characters have real appearances, mine is defined as the character ‘Mars’, which means the main one. We then had press introduce the finished videogame, and are now waiting for it to sell in all the online platforms, such as mobile phones, tablets and computers. China is expecting a lot from this videogame that was born as an answer to the American success ‘Lord of Land’.”
Q: “Ask yourself a question that I have missed in this interview and answer it.”
A: “The question that I was expecting was the classic one: ‘What is your hidden dream?’ Maybe because I have too many, I do not think about any. Returning to the metaphor about the dark tunnel I am very thrilled about my current situation and I want to enjoy it. A lot of Chinese light enlightened my dark way. I suggest to whoever wants to do my job, to not take themselves too serious, to be proud of the success, but expecting that, once we reach the top, it is easier to fall. But when we do fail, you don’t have to become depressed over it, use the experience as fuel to move forward. In China I learnt a lot about the dedication to the job. As Confucianism says, which is a mix of Chinese religions, the man that works and earns does a worthy and admirable action.”
Q: “According to this piece of news about you. You became a manager by acquiring a corporate share of the model company you work for. What does this double job mean for you?”
A: “It’s like the passage from being a teenager to an adult. Increasing my experience and knowledge about my job inspired me to make use of all of my experiences, not only for myself, by making different things, but also by projecting my philosophy and way of thinking about the working environment to the new models, and creating, if I can use this term, new protégé, according to Davide Gilberti’s idea of ‘Italian gentleman’.”
Our interview is close to its ending along with the dinner. Davide apologizes about his frantic times and about the fact he was feeling more relaxed in Milan, in march for a photo shoot, rather then now. While we move away to end the night in a pub, another girl stops him asking for his ‘Wechat’. Since Facebook is censored, chinese people are using an application which is really close to ‘Whatsapp’, and is extremely popular. They spend a lot of time on it. Davide smiles and gives her his number. When we get in the elevator, he is clearly in a good mood, because he begins singing a song from the place of his origin, Campania, ‘O saracino bello guagliò tutte e femmine fa innamorà!’. Afterwards he makes me pirouette on my heels, as in a dance pass. As the night starts to come to an end, since we’ve had a strong friendship for years and since I am a connoisseur of the human spirit, I cannot miss the chance to comment on how well spoken his answers were and that it confirms his strength and strong cultural spirit. This young man emanates the vital energy of a man who lives to achieve his goals, and I know for sure he will make it. We can then say that beauty, charm and intelligence are an indissoluble winning trinity in Davide Giliberti.
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