Insulti su WhatsApp: condanna e 70 frustate
Insulti su WhatsApp? Beccati 70 frustate. La news come spesso accade giunge da paesi del medio oriente in questo caso dall’Arabia Saudita dove una donna è stata appunto condannata dopo aver insultato un uomo sul servizio di messaggistica privato WhatsApp.
La donna, il cui nome è ignoto, ha 32 anni e sarà costretta a pagare 20.000 Rial (3,604 sterline) poiché ha infangato la reputazione di un uomo. Questo è quanto ha stabilito il tribunale.
Il caso è stato archiviato dal tribunale penale di Al Qatif, nella parte orientale dell’Arabia Saudita. Non è noto quale sia la natura dell’insulto.
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L’imputata è stata dichiarata colpevole per aver insultato un uomo, ma ha respinto la sentenza del tribunale. La notizia è stata riportata dal Gulf News.
Insulti su WhatsApp, l’articolo violato
L’articolo tre della legge contro i crimini cibernetici dell’Arabia Saudita stabilisce che ogni persona che commette “diffamazione e inflizione di danno ad altri” utilizzando di dispositivi tecnologici, potrebbe dover affrontare la reclusione fino a un anno e una multa non superiore a 500.000 Riyal saudita (90,171 sterline) .
Nel mese di giugno dello scorso anno due donne di Jeddah sono state condannate in modo simile a dieci giorni di carcere e 20 frustate dopo aver insultato un uomo utilizzando il servizio di messaggistica. Nel 2013 il governo dell’Arabia Saudita aveva vietato l’uso di WhatsApp.
Un portavoce della Commissione di Informazione Tecnologia e Comunicazione del Paese ha dichiarato: “Abbiamo comunicato con WhatsApp e con altre piattaforme simili affinché cooperino e siano conformi ai fornitori di telecomunicazioni saudite, tuttavia per il momento non si sono trovati accordi“.
Alcune persone credono che il tentativo del governo di controllare WhatsApp sia dovuto alle leggi severe su come gli uomini e le donne dovrebbero interagire in paese. Insulti su WhatsApp a prescindere.
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