Influencer minorenne guadagna oltre 200.000 euro senza dichiarare i redditi online legalmente

scoperta dell’evasione fiscale
Un’approfondita indagine fiscale ha portato alla luce una significativa evasione di redditi da parte di un influencer minorenne, che ha occultato compensi per oltre 200.000 euro provenienti da attività svolte su piattaforme digitali come TikTok e YouTube. Le verifiche condotte dai Finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza sono nate da un controllo mirato contro fenomeni di evasione fiscale legati alla crescente economia digitale e hanno avuto come fulcro un’impresa locale operante nella gestione di campagne marketing online.
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Attraverso l’analisi delle movimentazioni bancarie sono emersi pagamenti consistenti in bonifici effettuati da società estere specializzate nella vendita e promozione di contenuti digitali. Questi accrediti non risultavano dichiarati nella posizione fiscale della società, sollevando così sospetti di occultamento di ricavi ai fini tributari.


Le indagini hanno rivelato che le entrate derivavano dall’attività di digital content creator esercitata dal figlio minorenne dell’imprenditrice, che aveva gestito la propria attività sotto il paravento della società di famiglia. Tale stratagemma ha consentito di sottrarre al Fisco una somma rilevante, compromettendo la correttezza fiscale e l’integrità del sistema tributario nazionale.
modus operandi dell’influencer minorenne
Il funzionamento dell’attività economica del giovane influencer si è basato sull’utilizzo strategico di canali digitali ad alto impatto mediatico, come YouTube e TikTok, dove ha costruito una vasta audience attraverso contenuti accattivanti e sponsorizzazioni mirate. Le entrate derivanti dei contratti di collaborazione con piattaforme estere e brand internazionali venivano però formalmente contabilizzate attraverso un’impresa familiare, guidata dalla madre, che fungeva da schermo.
L’influencer minorenne non ha mai agito come soggetto fiscale diretto, poiché per legge i minorenni non possono autonomamente gestire posizioni fiscali complesse. Di conseguenza, i compensi sono stati incassati su conti correnti intestati all’imprenditrice, la quale non ha dichiarato i redditi percepiti né versato le imposte dovute. Questa modalità ha consentito di evitare i controlli fiscali tipici dell’attività di digital content creator, occultando così redditi significativi e beneficiando di un’effettiva evasione fiscale.
Le piattaforme estere utilizzavano regolarmente bonifici per trasferire i pagamenti, che, pur risultando formalmente regolari nelle movimentazioni bancarie, non venivano regolarmente denunciati alle autorità italiane. La strategia di intermediazione familiare ha rappresentato dunque un meccanismo efficace per mascherare la reale titolarità dei redditi, ponendo in evidenza le criticità normative esistenti nella gestione fiscale delle nuove professioni digitali minorenni.
conseguenze legali e fiscali
Le implicazioni derivanti dall’evasione fiscale contestata sono di natura sia penale che tributaria, riflettendo la gravità dell’omissione dichiarativa per un ammontare superiore a 200.000 euro. L’Autorità Giudiziaria, informata dagli organi di controllo, ha avviato accertamenti approfonditi per valutare le responsabilità dell’imprenditrice e del minore, nonché per quantificare l’entità delle imposte evase e delle eventuali sanzioni applicabili.
Dal profilo tributario, è prevista l’applicazione di multe pecuniarie proporzionali ai redditi non dichiarati, oltre al recupero degli importi non versati a titolo di imposta sul reddito e contributi. L’uso improprio della partita IVA della madre per la gestione delle entrate minorili ha altresì configurato un’ipotesi di frode fiscale, con conseguente aggravamento delle sanzioni.
Sul piano penale, l’occultamento dei redditi può essere sanzionato con pesanti pene detentive e pecuniarie secondo quanto previsto dal Codice Penale in materia di dichiarazione fraudolenta e evasione fiscale. Ancora più rilevante appare l’aspetto della tutela del minore, chiamato a rispondere indirettamente delle conseguenze, con possibile intervento di specifiche misure di protezione da parte della Magistratura Minorile.
La vicenda evidenzia, infine, l’urgenza di adeguamenti normativi e di controlli mirati nel settore dell’economia digitale, in cui spesso le nuove modalità di guadagno non si confrontano ancora con una regolamentazione fiscale sufficientemente dettagliata per prevenire abusi e garantire la correttezza dell’intero sistema tributario nazionale.





