Inflazione a settembre: i dati aggiornati
Secondo le stime preliminari dell’Istat, nel mese di settembre 2024, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra una diminuzione dello 0,2% su base mensile, mentre segna un incremento dello 0,7% su base annua. Questo rappresenta un calo rispetto al +1,1% registrato nel mese precedente, attestandosi come il livello più basso dall’inizio dell’anno.
Un elemento di interesse è l’andamento del ‘carrello’ della spesa, che mostra un cambiamento significativo: i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, tornano ad accelerare su base tendenziale, passando da +0,6% a +1,1%. Questa situazione si verifica mentre il ritmo di crescita su base annua dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto diminuisce, scendendo da +1,1% a +0,6%.
Il calo del tasso d’inflazione è attribuibile principalmente all’evoluzione dei prezzi dei beni energetici, i quali segnano una riduzione significativa, col –8,7% rispetto al -6,1% di agosto. Inoltre, il rallentamento su base tendenziale dei prezzi di alcune categorie di servizi, come quelli ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei trasporti, contribuisce a questo risultato. Tuttavia, il settore alimentare mostra un’inversione di tendenza, con un incremento dei prezzi che accelera lievemente, portando il ‘carrello della spesa’ a evidenziare una crescita dell’+1,1%, in rialzo rispetto all’anteriore +0,6%.
Per settembre, l’inflazione di fondo si ferma a +1,8%, una riduzione rispetto al +1,9% registrato negli ultimi tre mesi.
Analisi del calo dell’inflazione
Crescita dei prezzi nel carrello della spesa
In settembre, la dinamica dei prezzi associati al ‘carrello della spesa’ mostra segnali di crescita, invertendo la tendenza osservata nei mesi precedenti. I beni alimentari, quelli per la cura della casa e della persona, mostrano un aumento significativo dell’accelerazione dei prezzi, portando la variazione su base annua a +1,1%, rispetto al +0,6% del mese precedente.
Questa ripresa si inserisce in un contesto più ampio in cui, sebbene i Beni alimentari non lavorati subiscano una leggera rivalutazione (+1,4%), il settore dei beni durevoli e semidurevoli cresce a un ritmo più moderato, con un aumento pari a +0,3%. Tale contesto suggerisce che, mentre alcuni consumatori potrebbero beneficiare di riduzioni sui prezzi energetici, il costo della vita per i beni essenziali mantiene una pressione al rialzo.
Particolare attenzione va riservata ai prodotti ad alta frequenza d’acquisto, per i quali il tasso di crescita su base annua si è attenuato, scendendo da +1,1% a +0,6%. Questo potrebbe riflettersi in un cambiamento nel comportamento dei consumatori, che potrebbero essere costretti a rivedere le proprie priorità nel contesto di un’inflazione generale in decrescita, specialmente nei segmenti più vulnerabili.
Sebbene l’inflazione stia calando in termini generali, il rincaro dei beni alimentari e dei prodotti per la casa e la persona potrebbe rendere più difficile per le famiglie contenere le spese, evidenziando come il capitolo della spesa quotidiana rimanga un’importante area di attenzione nell’analisi economica attuale.
Crescita dei prezzi nel carrello della spesa
In settembre, la dinamica dei prezzi associati al ‘carrello della spesa’ mostra segnali di crescita, invertendo la tendenza osservata nei mesi precedenti. I beni alimentari, quelli per la cura della casa e della persona, mostrano un aumento significativo dell’accelerazione dei prezzi, portando la variazione su base annua a +1,1%, rispetto al +0,6% del mese precedente.
Questa ripresa si inserisce in un contesto più ampio in cui, sebbene i Beni alimentari non lavorati subiscano una leggera rivalutazione (+1,4%), il settore dei beni durevoli e semidurevoli cresce a un ritmo più moderato, con un aumento pari a +0,3%. Tale contesto suggerisce che, mentre alcuni consumatori potrebbero beneficiare di riduzioni sui prezzi energetici, il costo della vita per i beni essenziali mantiene una pressione al rialzo.
Particolare attenzione va riservata ai prodotti ad alta frequenza d’acquisto, per i quali il tasso di crescita su base annua si è attenuato, scendendo da +1,1% a +0,6%. Questo potrebbe riflettersi in un cambiamento nel comportamento dei consumatori, che potrebbero essere costretti a rivedere le proprie priorità nel contesto di un’inflazione generale in decrescita, specialmente nei segmenti più vulnerabili.
Sebbene l’inflazione stia calando in termini generali, il rincaro dei beni alimentari e dei prodotti per la casa e la persona potrebbe rendere più difficile per le famiglie contenere le spese, evidenziando come il capitolo della spesa quotidiana rimanga un’importante area di attenzione nell’analisi economica attuale.
Contributi dei beni energetici e dei servizi
La recenti tendenze del tasso d’inflazione possono essere comprese analizzando i contributi dei beni energetici e dei servizi. Da un lato, i prezzi dei beni energetici hanno registrato un notevole calo, con una contrazione del -8,7% rispetto al -6,1% di agosto. Questa flessione è visibile sia nei beni energetici regolamentati, che passano da una crescita del 14,3% a un 10,0%, che in quelli non regolamentati, dove la discesa è più pronunciata, passando da -8,6% a -11,0%.
Questa discesa nei prezzi energetici ha avuto un impatto significativo sull’inflazione generale, poiché questi beni tendono a influenzare a cascata i costi di produzione e, di conseguenza, i prezzi al consumo. Allo stesso tempo, la diminuzione dei tassi di crescita dei servizi è stata un altro fattore determinante; i servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona hanno mostrato una riduzione della crescita da +4,5% a +4,0%, mentre i servizi legati ai trasporti hanno visto un abbassamento del tasso da +2,9% a +2,5%.
Contrariamente a queste flessioni, il settore alimentare ha testimoniato un’inversione di tendenza, con i prezzi dei beni alimentari non lavorati che passano da -0,5% a +0,3%. Inoltre, i beni alimentari lavorati mostrano un aumento dal +1,5% al +1,8%. Questi aumenti, sebbene limitati, contribuiscono a un rafforzamento del “carrello della spesa”, che evidenzia una tensione inflazionistica in un contesto di calo generale dell’inflazione.
Nel mese di settembre, l’inflazione di fondo è scesa a +1,8%, un dato che riflette l’equilibrio precario tra le fluttuazioni dei beni energetici e la stabilità dei servizi, evidenziando la natura complessa della situazione economica attuale.
Prospettive future e inflazione acquisita
In uno scenario economico in continuo mutamento, le previsioni sull’inflazione richiedono un’analisi attenta e approfondita. Attualmente, l’inflazione acquisita per il 2024 si attesta a +1,0% per l’indice generale e a +2,1% per la componente di fondo. Questi valori suggeriscono che, nonostante il recente rallentamento del tasso d’inflazione, vi sarà una pressione persistente sui prezzi nel prossimo futuro.
Le stime preliminari indicano che l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) ha registrato un incremento dell’1,2% su base mensile, principalmente a causa della conclusione dei saldi estivi, di cui il Nic non tiene conto. Inoltre, sul fronte annuale l’Ipca mostra un aumento dello 0,8%, in decelerazione rispetto al +1,2% di agosto. Ciò implica un andamento differente rispetto ai dati presentati dall’indice nazionale dei prezzi al consumo, evidenziando le differenti dinamiche all’interno dei vari settori economici.
Come evidenziato dai dati, la diminuzione dell’inflazione può essere dovuta non solo ai beni energetici, ma anche all’evoluzione dei servizi e al comportamento del consumo. Le famiglie potrebbero ancora trovarsi ad affrontare costi elevati per i beni essenziali, mentre le aspettative di inflazione possono influenzare le decisioni di spesa e di investimento nel breve e medio termine.
Inoltre, la stabilità economica delle famiglie e la loro capacità di affrontare eventuali aumenti nei costi della vita dipenderanno da vari fattori, inclusi gli sviluppi sui mercati energetici e le politiche economiche adottate a livello nazionale e internazionale. Pertanto, è fondamentale monitorare con attenzione le dinamiche inflazionistiche e le risposte dei consumatori, per anticipare e gestire i possibili effetti sull’economia complessiva.