Il Vertical Farming porterà frutta e ortaggi a chilometro zero nelle grandi città e permetterà di sfruttare le proprie tecnologie per la ripartenza post Covid.. Luca Travaglini, Chairman e Co-Ceo di Planet Farms dichiara “Obiettivo è produrre più cibo, di migliore qualità, con meno risorse”.
L’agricoltura verticale
L’agricoltura verticale è la pratica di coltivare colture in strati sovrapposti verticalmente, spesso in ambiente controllato, che mira a ottimizzare la crescita delle piante, con tecniche di coltivazione fuori suolo come l’idroponica, l’acquaponica e l’aeroponica. Alcune scelte includono edifici, container, tunnel e pozzi minerari abbandonati.
Le attuali applicazioni dell’agricoltura verticale, abbinate ad altre tecnologie all’avanguardia, come luci a LED specializzate, hanno prodotto una resa del raccolto oltre 10 volte superiore a quella ottenuta con i metodi di coltivazione tradizionali.
Il vantaggio dell’utilizzo di tecnologie di agricoltura verticale non è solo l’aumento della resa del raccolto su di una superficie unitaria più piccola, ma anche nella capacità di coltivare una più ampia varietà di raccolti contemporaneamente. Inoltre si evitano i problemi legati al maltempo o alla siccità. Altro vantaggio: l’agricoltura verticale è meno distruttiva per le piante e gli animali autoctoni, portando a un’ulteriore conservazione della flora e della fauna locali.
Agrifood
Anche se i costi di avviamento sono normalmente più elevati rispetto alle aziende agricole tradizionali, la trasformazione digitale sta velocemente cambiando il mondo dell’agrifood. Le nuove tecnologie e l’automatizzazione dei processi, infatti, rendono possibile una maggiore trasparenza. Dall’intelligenza artificiale alle blockchain, passando per agricoltura di precisione e le biotecnologie: oggi le aziende hanno accesso a molti strumenti in grado di aiutarle a soddisfare le esigenze sia su scala globale, sia locale.
Stando ai numeri diffusi dalle Nazioni Unite, con una proiezione demografica globale di 9,7 miliardi di persone entro il 2050, la produzione agricola dovrà aumentare di almeno il 70% rispetto ai livelli attuali per soddisfare il fabbisogno della popolazione mondiale.
La digitalizzazione del settore agrifood avrà anche importanti ricadute sociali, assicurando l’accesso al cibo e una nutrizione adeguata a strati della popolazione che ad oggi ne sono esclusi e rendendo autosufficienti quelle aree del mondo che oggi dipendono dall’importazione. Il vero kilometro zero direttamente nel centro delle città.
“Secondo un recente report di Barclays, le vertical farm potrebbero capitalizzare complessivamente 50 miliardi di dollari sul mercato a livello globale poiché possono coltivare prodotti più gustosi su scala, senza ricorrere alle pratiche agricole convenzionali, che incidono sul cambiamento climatico, e possono garantire un approvvigionamento di alimenti freschi a livello locale” sottolinea Luca Travaglini in un’intervista concessa a Forum Retail.