Il significato emozionale dei verbi negli adolescenti
—- photo credits Greta V. Galimberti —–
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Una ricerca svolta in Italia e pubblicata anche in Portogallo da Nuno Sousa, University of Minho, studia la conoscenza dei verbi emotivi nei bambini e adolescenti a partire da tre fasce di età (8-11, 12-15, 16-19 anni) analizzando familiarità nell’uso dei verbi, età dell’acquisizione, valenza, eccitazione, immaginazione e motore ed emozione-relazionalità. Il campione più giovane (8-11) attribuiva un carattere emotivo ai verbi meno frequentemente rispetto al gruppo di mezzo (12–15) e i gruppi più anziani (16–19). Nel gruppo 8-11 i maschi hanno valutato i verbi come legati alle emozioni meno frequentemente rispetto alle femmine. I risultati indicano che l’elaborazione verbale dei concetti legati alle emozioni si sviluppano gradualmente e dopo 12-15 diventa piuttosto stabile. La consapevolezza si sviluppa tardi: i più anziani (16-19) segnalavano di aver imparato i verbi prima rispetto alle stime fatte dai gruppi più giovani (8-11 e 12-15). L’aspetto emotivo inoltre aumentava quando si attribuiva la correlazione motoria ai verbi e diminuiva quando si attribuiva la correlazione emotiva.
La valenza affettiva dei verbi
Riportare la valenza affettiva dei verbi (felice vs.infelice) cambia con l’età: i più giovani (8-11) giudicano i verbi generalmente più “felici” di entrambi i gruppi più anziani. La felicità è aumentata durante l’elaborazione dei verbi come correlati al movimento, diminuita durante l’elaborazione dei verbi come correlati all’emozione. Immaginabilità influenzata dall’età: il gruppo più giovane (8-11) considerava i verbi più facili da immaginare rispetto ai due più anziani suggerendo che a questa età la stima della vividezza è ancora approssimativa, mentre dopo 12-15 è stabile.
I verbi che ricevevano valenza positiva erano quelli che erano difficili da immaginare e correlati negativamente con l’eccitazione, nel senso che i verbi che erano più difficili da immaginare hanno suscitato una bassa attivazione fisiologica.
Conclusioni
Coerentemente con altri studi e osservazioni (ad esempio, Reilly et al., 1990; Zieber et al., 2014), nella presente inchiesta i partecipanti hanno dimostrato di conoscere i verbi emotivi fin da piccoli.
Lo studio suggerisce che i bambini diventino consapevoli del significato reale trasmesso dai verbi gradualmente, continuando fino alla tarda adolescenza / prima età adulta.
I bambini più piccoli hanno assegnato un significato emotivo ai verbi meno frequentemente dei più vecchi. Anche l’immaginazione era influenzato dall’età, con il gruppo più giovane che valuta i verbi come più facili da immaginare, indicando però un’immaginazione approssimativa. L’ipotesi è che i bambini
riescano a sviluppare la consapevolezza dei contenuti emotivi dei verbi non appena possono padroneggiare gli aspetti complessi del linguaggio e della realtà, che inducono la loro attenzione verso elementi astratti, sentimenti o stati interni.
La consapevolezza del contenuto emotivo dei verbi sembra essere influenzata anche dal genere, riflettendo una tendenza innata delle femmine ad essere più inclini all’emozione rispetto ai maschi. Tuttavia, la differenza tra femmine e maschi esiste solo all’interno del gruppo dei bambini più piccoli (8-11 anni). Ciò suggerisce che la differenza può essere culturalmente influenzata. In ogni caso è probabile che le femmine siano di più emotive e inclini alla gentilezza e all’affabilità rispetto ai maschi e quindi sono più esposte al linguaggio emotivo.
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