Il musical “Fame” torna in teatro a Milano

“FAME”, NUOVA VERSIONE TEATRALE DEL CELEBRE FILM
– E’ in scena a Milano, al Teatro San Babila, un musical già visto anche in precedenti versioni italiane, Fame, che, per chi era ragazzino negli anni ’80, è stato prima un film e poi una serie televisiva indimenticabile.
E’ proprio il 1980 quando Fame, con la regia di Alan Parker, sbanca al botteghino raccontando le vicende della prestigiosa High School of Performing Arts di New York, scuola di formazione per lo spettacolo.
Alle audizioni per il nuovo anno si presentano moltissimi giovani aspiranti cantanti, attori e ballerini; alla fine delle selezioni, gli studenti ammessi alla scuola d’arte dovranno affrontare gli studi di tutte le discipline che li accompagneranno per i successivi quattro anni. Fra di loro Leroy Johnson, bravissimo ballerino di colore in contrasto con gli insegnanti; la viziata ballerina Lisa Monroe, il musicista di umili origini Bruno Martelli, la dolce ma determinata ballerina Coco Hernandez, la timida ed insicura attrice Doris Finsecker, l’intrattenitore Ralph Garcy, il timido ma talentuoso Montgomery MacNeil. Alla fine degli anni di liceo, il percorso si conclude con un saggio a cui partecipano tutti gli studenti la cui personalità, una volta usciti dalla scuola, sarà profondamente cambiata.
LA SERIE TV
La serie televisiva è andata in onda dal 1982 al 1987; fu una delle prime ad affrontare, oltre al lato artistico, piaghe sociali che, negli anni ’80, iniziavano a diffondersi sempre più: il consumo di stupefacenti, la discriminazione razziale, la criminalità organizzata, la prostituzione minorile, l’alcoolismo. Alcuni attori rimasero gli stessi del film, in primis il Leroy Jonhson di Gene Anthony Ray, un mito per gli studenti di danza dell’epoca: danzatore straordinario che ha lasciato il segno, purtroppo scomparso prematuramente nel 2003, a soli 41 anni, sieropositivo, per infarto cerebrale, dopo aver abusato per anni di alcool e droghe.
IN SCENA A MILANO
La versione in scena a Milano vede la regia di Federico Bellone: certamente il palco piccolo non aiuta, ma è una regia molto frammentata, con moltissimi bui a poca distanza uno dall’altro, che spezzano molto il ritmo. Le scene si possono cambiare anche in luce con apposita strategia. In più, molte, troppe parolacce e battute volgari con doppi sensi, addirittura una canzone intera interpretata dal personaggio di Jose: forse ci si è dimenticati che si è in teatro, non in un bar di terz’ordine, e che fra il pubblico ci possono essere anche dei minori. Le coreografie di Gail Richardson sono abbastanza scontate, senza nulla di particolarmente innovativo.
Il cast sembra molto giovane e convince in parte: c’è impegno ed energia, ma dato che il confronto con gli originali scatta automaticamente, e dato per certo che il paragone non reggerebbe comunque, si sarebbe potuto fare di meglio. Soprattutto Leroy, qui rinominato Tyrone, è il meno azzeccato in assoluto: è un bravo breaker, cosa che non era Leroy, ma con l’originale non c’entra nulla. In più un marcato accento francese lo rende quanto di più distante ci possa essere dal personaggio. Molto brava invece Francesca Taverni, la Vice Preside Esther Sherman, che, come sempre, non si smentisce mai. Altrettanto belle le voci di Simona Di Stefano (Carmen), Giulia Fabbri (Serena) e Michelle Perera (Mabel): nel complesso il canto funziona, la danza molto meno. Raramente insieme, pirouettés imprecise, alcuni fisici decisamente in sovrappeso, merita menzione solo Giovanni Abbracciavento.
Una copia molto all’italiana di quello che è stato un cult per un’intera generazione: meglio rivedersi il film.
Chiara Pedretti
Teatro San Babila – Piazza San Babila, Milano
Fino al 14 aprile, ore 20.30; sabato ore 15.30 e 20.30, domenica ore 15.30 e 19.00
Biglietti da EUR 24,00 a EUR 44,00
www.teatroarcimboldi.it