Milano, la città all’avanguardia in materia di politiche ambientali e di salute pubblica, continua il suo cammino verso una metropoli più sostenibile e salubre, annunciando un’espansione significativa delle restrizioni al fumo all’aperto.
Questa mossa segue l’introduzione delle prime limitazioni introdotte nel 2021 e riafferma l’impegno del capoluogo lombardo nella lotta contro l’inquinamento e i rischi per la salute correlati al fumo di tabacco.
L’Origine del Divieto e il Primo Livello di Attuazione
Nel dicembre 2020, il Consiglio comunale di Milano ha adottato il “Regolamento per la qualità dell’aria del Comune di Milano”, entrato in vigore il 21 gennaio 2021. La prima fase di questo regolamento mirava a limitare l’esposizione passiva al fumo in luoghi all’aperto affollati o destinati al tempo libero e allo sport, introducendo il divieto di fumare a meno di dieci metri da altre persone in aree quali parchi, fermate di mezzi pubblici e strutture sportive comunali.
Questo primo passo era essenziale per abituare gradualmente i cittadini alle nuove norme, pur riscontrando una certa difficoltà nell’applicazione e nel controllo. Dalle informazioni fornite dalla Polizia Municipale, emerge che nei primi dodici mesi dall’entrata in vigore del regolamento, le sanzioni effettivamente comminate sono state sorprendentemente basse, con una media di solamente due multe al mese.
Questa statistica non solo riflette le sfide nell’attuazione di tali politiche ma anche un approccio inizialmente più tollerante, volto a permettere una transizione più morbida per i cittadini.
Il Passaggio alla Seconda Fase e l’Allargamento del Divieto
Con il nuovo anno, il 1 gennaio 2025, entrerà in vigore la seconda fase del regolamento, estendendo il divieto a tutte le aree all’aperto pubblicamente accessibili della città. La decisione di espandere il divieto nasce dall’esigenza di consolidare gli sforzi intrapresi e di rendere l’aria di Milano ancora più pulita, limitando drasticamente le occasioni di esposizione passiva al fumo. Importante notare che, al contrario di altre città come Torino, Milano ha scelto di non includere le sigarette elettroniche in questo giro di vite contro il fumo, limitando le restrizioni esclusivamente alle sigarette tradizionali.
Questa scelta politica segna una linea di demarcazione importante nelle strategie di prevenzione della salute pubblica adottate dalle diverse città italiane, riflettendo una valutazione specifica del contesto urbano e delle sue esigenze. L’allargamento del divieto rappresenta un ulteriore passo verso la trasformazione di Milano in una città leader nella lotta contro l’inquinamento e per la promozione di uno stile di vita più sano.
Guerra senza quartiere al fumo passivo: la salvezza è usare le e-cig
Il rafforzamento delle misure antifumo si inserisce in un contesto più ampio di politiche ambientali e di salute pubblica, che vedono la città di Milano impegnata anche nella riduzione del traffico veicolare, nella promozione di spazi verdi e nell’incremento dell’uso di energie rinnovabili. Queste politiche mirano a creare un ambiente urbano che favorisca il benessere dei suoi abitanti e che attragga turisti e investimenti grazie alla sua alta qualità della vita.
Inoltre, si prevede che l’estensione del divieto possa avere un effetto deterrente sul consumo di tabacco, contribuendo a ridurre i tassi di fumatori nella popolazione milanese e, di conseguenza, l’incidenza di malattie correlate al fumo. L’impegno del Comune nel monitorare e applicare efficacemente il regolamento sarà cruciale per garantire il successo di queste misure.
La decisione di Milano di estendere le restrizioni sul fumo all’aperto rappresenta un esempio significativo di come le politiche locali possano influenzare positivamente la salute pubblica e l’ambiente. Mentre la città si prepara a questa nuova fase, rimane da vedere come questa politica sarà accolta dai cittadini e quale impatto avrà nel lungo termine sul profilo sanitario e ambientale di Milano.