Identità Digitale. Pubblicato il 9 dicembre il Decreto Spid
Il 9 dicembre e’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Spid che stabilisce le regole per il rilascio, l’utilizzo e la gestione delle identità digitali delle imprese e dei cittadini italiani.
SPID e’ l’acronimo del Sistema Pubblico di Identità digitale. SPID è un insieme di credenziali per accedere in rete a tutti i servizi della pubblica amministrazione e a quelli degli operatori commerciali che vi aderiranno. SPID consentira’ agli utenti di avvalersi di gestori dell’identità digitale e di gestori di attributi qualificati per permettere ai fornitori di servizi l’immediata verifica della propria identità e di eventuali attributi qualificati che li riguardano.
Si vuole in pratica permettere a tutti i cittadini e le imprese che lo vorranno di dotarsi di una o più identità digitali che varranno a renderli identificabili, allo stesso modo di quanto accade nella vita reale attraverso l’esibizione di un documento di identità, agli sportelli telematici di amministrazioni e fornitori di servizi privati allo scopo di potet usufruire di ogni genere di servizio, da remoto.
“L’identità digitale è la rappresentazione informatica del
la corrispondenza biunivoca tra un utente e i suoi attributi identificativi, verificata attraverso l’insieme dei dati raccolti e registrati in forma digitale secondo le modalità di cui al decreto Spid e dei suoi regolamenti attuativi”.
A rilasciare le identità digitali saranno dei soggetti che dovranno ottenere un apposito accreditamento da parte dell’Agenzia per l’Italia digitale, dopo aver dimostrato di disporre di una serie di requisiti idonei a garantire la sicurezza e l’affidabilità necessarie a svolgere un compito così rilevante e delicato.
Sarà, infatti, presso gli identity providers che avverrà la conversione tra l’identità anagrafica tradizionale e l’identità digitale. Tale identità non sarà altro che una credenziale di autenticazione ovviamente qualificata che permetterà all’individuo di accreditarsi sulla porta d’accesso di ogni servizio telematico il cui fornitore – entrando a far parte del Sistema pubblico dell’identità digitale – sceglierà di accettarlo.
Potrebbe funzionare bene solo se – a mio parere – questo sistema dialoghera’ sul serio con i maggiori fornitori già accettati e condivisi dal pubblico, come Facebook, Google, Microsoft e Twitter.
Ovviamente qualora questi Signori smettano di “fare gli americani” e si pieghino alla volontà delle gente in accordo con le regole privacy italiane ed europee. Nessuna Esclusa (come il diritto all’oblio ad esempio).