Requisiti per la NASpI
Per ottenere l’indennità di disoccupazione NASpI, è necessario soddisfare requisiti specifici. In particolare si tratta dei seguenti:
- Perdita del lavoro involontaria: il lavoratore deve aver perso il lavoro per causa indipendente dalla propria volontà, come licenziamento, scadenza di un contratto a tempo determinato o altri eventi simili. Non è invece concessa in caso di dimissioni volontarie (salvo giusta causa) o di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro.
- Contribuzione minima: è richiesto che il lavoratore abbia versato almeno 13 settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti l’inizio dello stato di disoccupazione. Anche i periodi di maternità obbligatoria, malattia dei figli fino agli 8 anni di età e lavoro all’estero sono inclusi nel computo dei contributi.
Questi requisiti rappresentano una base fondamentale per l’accesso alla NASpI e devono essere integralmente soddisfatti. Solo i lavoratori che soddisfano entrambe le condizioni possono presentare domanda per l’indennità, garantendo così un supporto economico a chi si trova in difficoltà lavorative a causa di circostanze non controllabili.
Soggetti ammessi alla NASpI
La NASpI spetta ai lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che hanno, dunque, perduto involontariamente l’occupazione, inclusi:
- Apprendisti: i lavoratori assunti con contratto di apprendistato, che soddisfano i requisiti di disoccupazione involontaria.
- Soci lavoratori di cooperative: coloro che hanno un rapporto di lavoro subordinato con le cooperative di cui sono soci.
- Personale artistico: i lavoratori del settore artistico con rapporto di lavoro subordinato.
- Dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni: anche loro possono accedere alla prestazione in caso di perdita involontaria del lavoro.
Un’importante novità è l’inclusione, dal 1° gennaio 2022, degli operai agricoli a tempo indeterminato dipendenti da cooperative che trasformano, manipolano e commercializzano prodotti agricoli e zootecnici, prevalentemente propri o conferiti dai loro soci.
Tuttavia, non tutti i lavoratori subordinati possono beneficiare della NASpI. Sono esclusi:
- Lavoratori autonomi e liberi professionisti: non possono richiedere l’indennità.
- Collaboratori coordinati e continuativi: per loro è prevista la Dis-Coll, una specifica indennità.
- Dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni: per questa categoria sono disponibili altre forme di sostegno.
- Operai agricoli a tempo determinato: sono esclusi dalla NASpI.
- Lavoratori extracomunitari: che possiedono un permesso di soggiorno per lavoro stagionale non possono richiedere l’indennità.
- Lavoratori con diritto alla pensione: coloro che hanno maturato i requisiti per il pensionamento di vecchiaia o anticipato non possono accedere alla NASpI.
- Lavoratori titolari di assegno ordinario di invalidità: in caso di opzione per la NASpI, il diritto all’indennità decade.
Come fare domanda per la NASpI
La richiesta della prestazione deve essere presentata per via telematica, accedendo al servizio online INPS dedicato alla NASpI. Per effettuare questa operazione, è necessario utilizzare le credenziali SPID, CIE (carta d’identità elettronica) o CNS (carta nazionale dei servizi). In alternativa, è possibile richiedere supporto tramite un patronato, che offre assistenza professionale per la presentazione della domanda.
In aggiunta, è possibile contattare il Contact Center INPS chiamando il numero 803.164 da rete fissa (gratuito) oppure il numero 06.164.164 da cellulare, dove il costo della chiamata varierà in base al piano tariffario del proprio operatore.
Dopo aver completato la domanda, è obbligatorio iscriversi presso il centro per l’impiego locale, dove bisognerà dichiarare la propria immediata disponibilità al lavoro (DID). Questo passaggio è essenziale per accedere all’indennità di disoccupazione. La registrazione al centro per l’impiego consente di avviare le procedure per eventuali attività di orientamento e reinserimento professionale.
È importante sottolineare che la tempistica per la presentazione della domanda è cruciale. Infatti, la domanda di NASpI deve essere presentata entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro. In casi specifici, come maternità o malattia indennizzata, il termine di 68 giorni comincia a decorrere dalla fine di tali situazioni. Inoltre, se la richiesta viene presentata entro gli 8 giorni successivi alla perdita del lavoro, l’indennità sarà erogata a partire dall’ottavo giorno. Al contrario, se la domanda viene presentata successivamente, il diritto all’indennità decorre dal giorno seguente alla presentazione della domanda, sempre rispettando i termini di legge.
Calcolo dell’importo della NASpI
Il calcolo dell’importo della NASpI si basa sulla retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali dei lavoratori, riferita agli ultimi 4 anni di lavoro. È fondamentale comprendere le modalità attraverso le quali viene determinato l’importo dell’indennità per garantirsi un sostegno adeguato durante il periodo di disoccupazione.
Il calcolo dell’indennità segue regole specifiche:
- 75% della retribuzione media: Se la retribuzione media mensile è inferiore o uguale a 1.425,21 € (soglia 2024), l’indennità corrisponderà al 75% di tale importo.
- 75% + 25% della differenza: Per retribuzioni superiori a 1.425,21 €, l’indennità sarà calcolata come il 75% della soglia base più il 25% della differenza tra la retribuzione media e tale importo.
Ad esempio, per il 2024, il massimo importo mensile della NASpI è fissato a 1.550,42 €. Questo rappresenta il limite massimo che un beneficiario può ricevere, indipendentemente dalla retribuzione previdenziale anteriori alla perdita del lavoro.
È inoltre importante sapere che l’importo dell’indennità non rimane invariato durante tutto il periodo di fruizione. Infatti, l’indennità subisce una riduzione progressiva a partire dal 6° mese di percezione, con una decurtazione mensile del 3%. Per i lavoratori che hanno compiuto 55 anni, la riduzione inizia dall’8° mese.
Questa riduzione ha come obiettivo quello di incentivare il reinserimento rapido nel mercato del lavoro, pur garantendo un adeguato supporto economico per un periodo congruo. Un’adeguata pianificazione economica è quindi essenziale per gestire al meglio queste variazioni di importo nel tempo.
Cessazione della NASpI
Esistono diverse circostanze che possono comportare la cessazione del diritto alla NASpI. È fondamentale conoscere queste situazioni per evitare interruzioni indesiderate nell’erogazione dell’indennità. Tra le cause principali di cessazione si annoverano:
- Ritorno al lavoro: Se il beneficiario trova un impiego, anche temporaneo, l’indennità di NASpI viene subito sospesa. È importante segnalare all’INPS il nuovo stato occupazionale per evitare addebiti o situazioni irregolari.
- Raggiungimento dell’età pensionabile: Quando il beneficiario compie l’età necessaria per la pensione di vecchiaia o anticipata, il diritto alla NASpI termina automaticamente.
- Mancata partecipazione alle attività di reinserimento lavorativo: Qualora il beneficiario non partecipi, senza giustificato motivo, alle attività di orientamento e formazione proposte dai centri per l’impiego, ciò può portare alla decadenza dall’indennità. È fondamentale rimanere in contatto con il centro per l’impiego e partecipare attivamente agli incontri previsti.
- Dimissioni volontarie: Qualora il beneficiario decida di dimettersi durante il periodo di fruizione della NASpI, l’indennità verrà immediatamente interrotta. Solo in caso di dimissioni per giusta causa si potrà continuare a ricevere il sussidio.
È di vitale importanza comunicare all’INPS qualsiasi variazione dello stato di disoccupazione, così come eventuali nuovi lavori o situazioni di reddito. La NASpI è compatibile con l’attività lavorativa, ma solo entro certi limiti di reddito. Superare questi limiti comporta una riduzione dell’indennità, che può arrivare fino alla perdita totale del diritto alla NASpI. Questo aspetto deve essere gestito con cura per garantire la stabilità economica.