Guardare canali a pagamento via internet, anche Youtube entra nel mercato della Paytv
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Ai piani alti di YouTube c’è una certa fretta nel voler introdurre al più presto i nuovi canali tematici a pagamento: secondo il quotidiano “Financial Times”, che sarebbe in possesso di fonti più che attendibili, entro la fine di questa settimana avverrà il lancio del nuovo servizio che si prevede sarà composto da una cinquantina di canali.
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Per usufruire della loro visione, bisognerà pagare un canone mensile di circa 2 dollari per ciascun canale a cui ci si intende abbonare.
Per YouTube, che al momento è la piattaforma di condivisione video più grande e diffusa al mondo, potrebbe trattarsi di un’altra ampia fonte di ricavi che andrà ad affiancarsi alle pubblicità che compaiono all’inizio dei filmati e al noleggio di pellicole cinematografiche in diversi Stati esteri.
A testimoniare l’enorme successo ormai raggiunto da YouTube e l’inarrestabile crescita dei contenuti all’interno della piattaforma ci pensano i numeri: secondo le ultime statistiche, infatti, solo nell’ultimo mese è stato raggiunto e superato il traguardo dei 6 miliardi di ore di visualizzazione complessive.
Per non parlare, poi, di come YouTube sia stato, fin dagli albori, il terreno ideale dove esprimere la propria creatività sul web: se nei primi tempi a farla da padrone erano i montaggi ironici, con il passare degli anni si sono affermati diversi autori amatoriali che hanno visto il proprio numero di visualizzazioni incrementare giorno dopo giorno fino a raggiungere cifre con più di 6 zeri. Infine, è avvenuta la proliferazione dei canali allestiti apposta per YouTube con contenuti inediti e originali.
Ora l’ultima frontiera è rappresentata dai canali a pagamento, per i quali YouTube ha affrontato grossi investimenti, ma i dirigenti sono convinti che saranno ripagati con gli interessi.
Del resto, però, era importante fare in fretta vista la concorrenza di alcuni competitor come Netflix, che negli Stati Uniti ha in programma di inaugurare un nuovo servizio in cui trasmettere programmi televisivi in streaming ad alta qualità sul web. Sul fronte delle webseries, inoltre, anche Amazon ha deciso di lanciare il suo guanto di sfida al colosso YouTube attraverso l’aiuto del pubblico che potrà esprimere un giudizio sui prodotti visionati.
In base a queste premesse, cosa può riservarci il futuro?
Sapendo che, entro il 2017, lo streaming video proveniente dai dispositivi portatili arriverà a generare i due terzi del traffico dati mondiale, le aziende punteranno forte sugli schermi di nuovissima generazione che caratterizzano (e non poco) gli smartphone e i tablet di domani.
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Perché la parola chiave per avere successo nel campo dell’information technology da qui ai prossimi anni si chiama “ubiquità”, cioè essere collegati al resto del mondo a prescindere dalla posizione in cui ti trovi.
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