Gli spazioplani. Oltre il muro del suono
Il primo ‘spazioplano’ potrebbe essere pronto al decollo già nel 2020, con un volo inaugurale senza equipaggio da Cape Canaveral, Florida. Costruito dalla Boeing e dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (Darpa), sarà un veicolo riutilizzabile a metà strada tra un aereo e un razzo, progettato per portare satelliti in orbita e tornare alla base.
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L’ESPERIENZA VIRGIN
Lo spazioplano VSS Unity ha raggiunto una velocità massima di Mach 1.87. Nell’aprile 2018 la nave madre WhiteKnightTwo è decollata dallo spazioporto nel deserto del Mojave, trasportando il VSS Unity a 4600 metri di altitudine, sopra le montagne della Sierra Nevada. Dopo la fase di sganciamento dal velivolo madre, il VSS Unity ha acceso per la prima volta il suo motore a razzo ibrido, bruciando il protossido di azoto ed il composto HTPB. Lo spaceplane ha iniziato una salita di 80 gradi accelerando fino a Mach 1.87 nei 30 secondi di combustione del razzo. Il motore ibrido ha propulso per la prima volta il VSS Unity dal volo transonico a quello supersonico.
Durante lo spegnimento del razzo, lo spazioplano sperimentale ha raggiunto un apogeo di 84.271 piedi prima di iniziare la fase di discesa in configurazione “piumata”. Le piume consentono di effettuare la manovra di rientro atmosferico facendo affidamento sulle forze aerodinamiche che rallentano il vettore. E’ la chiave per una capacità di rientro affidabile e ripetibile per un veicolo alato ed incorpora i meccanismi di sicurezza aggiuntivi adottati dopo l’incidente del vettore VSS Enterprise avvenuto nel 2014. A circa 50.000 piedi, il VSS Unity ha iniziato la planato verso Mojave, atterrando pochi minuti dopo. Il test di volo ha generato dati sulle prestazioni dell’aeromobile durante la combustione del motore e nel passaggio dalla velocità subsonica a quella supersonica.
NUMEROSI TEST
Il vettore sperimentale a razzo aveva effettuato precedentemente sette test di planata dopo essere stato rilasciato da oltre 40.000 piedi dalla nave madre WhiteKnightTwo. Il primo test a propulsione è avvenuto dopo la tragica esplosione in volo del 2014 che ha provocato la morte di uno dei due piloti. Lo scorso gennaio la navicella Vss Unity dell’azienda aerospaziale inglese appartenente al Gruppo Virgin del magnate Richard Branson ha portando a termine un nuovo test, in vista del primo volo turistico suborbitale.
SKYLON
In futuro i satelliti potrebbero essere messi in orbita da un razzo di nuova concezione, che “assomiglia e si comporta come un aeroplano convenzionale”. È il progetto dello ‘spazioplano Skylon‘, presentato nel padiglione dedicato allo spazio della Maker Faire Roma – The European Edition. “È un velivolo senza pilota che potrà mettere in orbita un satellite o portare materiale verso la Stazione Spaziale Internazionale (Iss)”, ha spiegato all’ANSA Fabrizio Bernardini, responsabile della sezione italiana della British Interplanetary Society (Bis), la principale associazione britannica per lo sviluppo dello spazio.
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Nato proprio all’interno della Bis, il progetto sarà sviluppato dalla compagnia privata Reaction Engines. “Il primo lancio dovrebbe avvenire entro il 2025”, ha precisato Bernardini. “Skylon sarà in grado di raggiungere l’orbita terrestre con un solo stadio, decollando e atterrando come un aeroplano”. L’Agenzia Spaziale Europea (Esa) ha già finanziato una parte del motore, “la vera novità del progetto – ha concluso Bernardini – capace di ottenere ossigeno liquido da usare come carburante direttamente dall’aria”.
LA RUSSIA
Si chiama Yu-71 il futuro spazioplano ipersonico russo. Questo velivolo top secret fa parte del Progetto 4202 del programma missilistico russo. Ci sono molte poche informazioni sul velivolo, ma presumibilmente l’aereo può sviluppare velocità fino a 11.000 chilometri orari, e pare che questo aerorazzo sia anche super-maneggevole e in grado di entrare nello spazio orbitale. I test del nuovo velivolo continuano, anche se si ritiene già che con l’aiuto di questo nuovo tipo di arma la Russia otterrà un vantaggio nucleare sugli USA entro il 2025.
“La corsa agli armamenti alla fine del secolo scorso ha dato l’opportunità al nostro paese di lasciarsi alle spalle i paesi della NATO nello sviluppo del settore della difesa, e di creare armi di quarta generazione”, ha detto il Vice Primo Ministro russo Dmitrij Rogozin. “La quinta generazione, cerchiamo di essere obiettivi, per una serie di ragioni comprensibili legate al crollo dell’Unione Sovietica, è rimasta bloccata a livello degli uffici di progettazione. Il compito attuale della nostra industria della difesa è quello di migliorare le armi di quinta generazione e fare un passo verso il futuro, dobbiamo lavorare sulla sesta e la settima generazione. Abbiamo già sviluppi del genere, e devo dire che sono molto riusciti, queste sono armi assolutamente nuove e talvolta imprevedibili”.
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