Gillo Dorfles. Critico, non storico dell’arte. Suo il termine “kitsch”.
La morte di Gillo Dorfles a 109 anni d’età ci fa pensare quanto sia stata duratura e incisiva la sua presenza nel mondo dell’arte contemporanea italiana. Riportimo qui i principali commenti della stampa italiana.
Non sprecare soldi comprando pubblicità programmatica ma investi su contenuti eterni. ==> LEGGI QUI perchè.
Vittorio Sgarbi su Il Giornale: «Gillo Dorfles era vecchio da giovane, ed è diventato giovane da vecchio. Questo è il suo vero miracolo. Da vecchio, oltre il tempo, ci parlava di ciò di cui non aveva mai parlato quando indicava le tendenze dell’arte contemporanea o inventava, con felicissima intuizione, il kitsch come modalità dell’esperienza estetica, tanto dominante da avere invertito il senso del gusto. La nostra è l’epoca del cattivo gusto perché anche l’arte si è fatta democratica. E l’arte contemporanea non è selettiva, e non prevede né ingegno né talento né mestiere. Inevitabile che il kitsch la superi e indichi le rotte e gli strumenti di navigazione per il mare di merda che ci sommerge. Di questo nessun è stato miglior nocchiero di Dorfles.
Ma quando, ai suoi tardi e luminosi anni, andavi a parlargli, ti riportava con la memoria agli anni della sua formazione, a Trieste, e ti parlava come coetanei di Silvio Benco, di Italo Svevo, di Carlo Sbisà, di Leonor Fini. Erano quelli gli stessi giorni di Dorfles innamorato di Leonor, troppo moderna e spregiudicata per i tempi, e invece Gillo, composto, sobrio, agitato dentro, nella città più freudiana d’Italia. Spero che l’amico Luigi Sansone, che gli è stato vicino come un figlio, abbia trascritto i racconti di Gillo, che hanno reso «vita nuova» la sua vecchiaia, in un perpetuo ricordo della sua giovinezza che non gli ha mai veramente consentito di diventare vecchio. Ed era nato quando, fra balli e feste, Trieste era ancora capitale del regno austro-ungarico» .
Tratto dal sito anteprima.news
Nel cimitero di Lajatico (Pisa) i funerali di Gillo Dorfles, critico d’arte ma anche pittore, medico-psicoanalista, saggista, poeta, morto venerdì all’età di 107 anni: «La mia educazione vera avvenne tra gli intellettuali e gli artisti triestini: Italo Svevo, Umberto Saba, Bobi Bazlen. Da quest’ultimo ho appreso l’amore per la letteratura mitteleuropea. Passavamo le serate a discutere di Kafka e Wedekind. Decidemmo anche di prendere delle lezioni di Joyce, nel senso che un professore della Berlitz ci istruiva sulle pagine dell’Ulysses, un testo come si sa impervio, infestato dal gergo e pieno di concetti.
Non buttare via soldi per comprare contenuti effimeri sui social media. ==> LEGGI QUI perchè.
Il primo incontro con Saba avvenne nella sua libreria antiquaria di via San Nicolò. Ricordo che entrai e vidi questo vecchio con la visiera che mi guardò e bruscamente mi disse: “Cos’ ti vol picio?” Mi sentivo a disagio. Poi vidi una magnifica edizione del Settecento del Fedone di Platone, cominciai a sfogliarla. E Saba, meno bruscamente: “No xe roba per ti”. Comunque quella libreria rappresentò per me qualcosa di straordinario. Vi incontrai il meglio della cultura triestina: da Svevo a Stuparich, da Marin a De Benedetti.
La mia formazione è stata abbastanza singolare. Sono laureato in Medicina con una specializzazione in Psichiatria. Mi sarebbe piaciuto analizzare la mentalità del prossimo, rilevarne le stranezze e le anomalie. Ma alla fine hanno prevalso gli interessi estetici ed artistici. Ho scelto di fare il critico e non lo storico dell’arte perché ho una certa difficoltà a memorizzare le date. E poi il passato è una grande immensa nebulosa, occorre un talento particolare per saperlo attraversare. Preferisco il presente. È il motivo per cui mi sono interessato fra l’altro al design, una esperienza contemporanea della quale ho vissuto gli albori» [a Aldo Cazzullo].
Due mesi fa ha inaugurato alla Triennale di Milano la sua ultima mostra di dipinti, 15 nuove tele realizzate lo scorso anno (leggi qui la sua biografia).
Lo sapevi che chiedere la pubblicazione di comunicati stampa promozionali gratuitamente è evasione fiscale. ==> LEGGI QUI perchè.
Lo sapevi che chiedere la pubblicazione di comunicati stampa promozionali gratuitamente è evasione fiscale. ==> LEGGI QUI perchè.