Gasparri e la news source “mio cugino… mio cugino…”: lezioni di Twitter
Se c’è una cosa su cui bisogna riflettere oggigiorno, prima di pubblicare un tweet, è se la notizia che stiamo retwittando, usando, copiando, sia verificata o sia solo una bufala o una diceria. E’ bello vedere come, proprio le personalità che ricoprono alte cariche istituzionali, possano essere spunto anche per gli ordinari cittadini per riflettere su come utilizzare in modo appropriato un mezzo di comunicazione potente come Twitter.
Non sprecare soldi comprando pubblicità programmatica ma investi su contenuti eterni. ==> LEGGI QUI perchè.
In un periodo in cui tutto ciò che tocca le questioni mediorientali è estremamente delicato e crea enorme risonanza mediatica, la questione di Greta e Vanessa si fa ancor più carica di significato e diventa argomento del discorso politico italiano online, offline e sui mass media. Ed ecco che anche Gasparri dice la sua con questo tweet (ricordiamo che Gasparri non è nuovo alla gaffe twitteriana):
Peccato abbia preso la notizia da un sito che non dava alcuna certezza sulla veridicità dell’affermazione e non si sia minimamente preoccupato di verificarla. Fra i commenti, davvero al vetriolo, contro Gasparri ne compare uno dello user @avvincentement che parafrasato risulta più o meno così: se oggi citi senza sapere la fonte è un po’ come quando gli amici citavano come fonte sicura delle loro notizie fantomatici cugini, insomma, è facile incappare nella bufala.
Gasparri, infatti, si difende dicendo di aver trovato la notizia su un sito (il nuovo cugino mediatico), ma di non aver la minima idea se il sito sia affidabile o no. Dice anche di non aver affermato nulla ma solo chiesto se la notizia fosse vera o meno, ma questa affermazione non è riuscita a convincere.
Gasparri però non cede, anzi. Se dobbiamo dare onore al merito, è uno dei pochi politici italiani che risponde fra i commenti agli users, peccato che anche il tenore di questi non siano dei migliori. Insomma, se c’è una lezione da imparare è che su Internet non ci si può fidare della prima notizia sensazionalistica che si legge, soprattutto se si lavora per rappresentare un’istituzione, come fa Gasparri.
Ma per essere costruttivi ecco alcune semplici mosse che tutti, Gasparri in primis, dovrebbero fare prima di pubblicare una notizia come questa:
Non buttare via soldi per comprare contenuti effimeri sui social media. ==> LEGGI QUI perchè.
- cercare conferma della notizia su più siti, non limitarsi a leggere una notizia e credere ciecamente a ciò che si legge;
- non fermarsi dopo aver letto il titolo della news senza approfondire il contenuto;
- cercare di capire se l’autore della notizia è riconoscibile, è una persona reale, e se ci mette la faccia;
- indagare le motivazioni del blog/sito su cui stiamo navigando: sta facendo propaganda? E’ un giornale/blog online che lucra su scandali?
- Cercare conferma anche sulle testate tradizionali e i social network. A volte è proprio qui dove la bufala nasce e dove viene smascherata più velocemente;
E infine i commenti: quando si scrive su Twitter è auspicabile avere dei commenti al proprio tweet così come è auspicabile che a questi si risponda. Tuttavia la pratica del “bloccare”, parlare di querele o continuare a ripetere “@… OUT” non è una buona pratica comunicativa. Se è da apprezzare lo sforzo, c’è ancora tanta strada da fare per poter aprire un dialogo davvero diretto e costruttivo con i cittadini.
Ma per concludere la questione, e con la speranza che Gasparri decida di non usare più Twitter in modo compulsivo… questa storia me l’ha raccontata mio cugino.. è meglio se andate a verificare.
Non sprecare soldi comprando pubblicità programmatica ma investi su contenuti eterni. ==> LEGGI QUI perchè.