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Garante blocca Gedi: vendita dati personali a OpenAI vietata

  • Redazione Assodigitale
  • 29 Novembre 2024
Garante blocca Gedi: vendita dati personali a OpenAI vietata

Avvertimento del Garante a Gedi sulla cessione dei dati personali

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Il Garante per la protezione dei dati personali ha formalmente avvertito il Gruppo Gedi riguardo le potenziali violazioni legate alla cessione dei dati personali a OpenAI. Questo intervento si fonda su un accordo siglato tra Gedi e OpenAI a settembre, che prevede la comunicazione di contenuti editoriali e, di conseguenza, l’accesso a un vasto archivio di dati, comprendente anche informazioni di natura estremamente sensibile. L’ente ha sottolineato i rischi connessi alla possibilità che queste informazioni vengano utilizzate senza le necessarie cautele, in violazione delle normative europee in materia di protezione dei dati.

Indice dei Contenuti:
  • Garante blocca Gedi: vendita dati personali a OpenAI vietata
  • Avvertimento del Garante a Gedi sulla cessione dei dati personali
  • Contesto dell’accordo tra Gedi e OpenAI
  • Rischi legati alla vendita di dati sensibili
  • Implicazioni giuridiche e normative
  • Reazioni delle aziende coinvolte e prossimi passi


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Il Garante ha inviato una comunicazione ai soggetti coinvolti, tra cui Gedi News Network Spa e Gedi Digital Srl, evidenziando come la cessione dei dati senza adeguate valutazioni possa portare a sanzioni severe. La questione è emersa in seguito ai riscontri iniziali forniti dall’azienda, durante un’istruttoria in corso. Secondo le informazioni, l’operazione prevede il trattamento di un ampio volume di dati personali, inclusi dati di carattere giudiziario e particolarmente sensibili, e la valutazione d’impatto presentata da Gedi non sembra sufficiente a giustificare legalmente la cessione di tali informazioni a OpenAI, specialmente per finalità di addestramento di algoritmi.

Contesto dell’accordo tra Gedi e OpenAI

Nel settembre scorso, il Gruppo Gedi ha siglato un accordo strategico con OpenAI, mirato a sfruttare l’intelligenza artificiale per analizzare e gestire contenuti editoriali provenienti dai suoi archivi. Questa intesa prevede una cooperazione per l’utilizzo di tecnologie avanzate nell’ambito della distribuzione e valorizzazione dei contenuti informativi. Tuttavia, l’alleanza solleva interrogativi rilevanti in merito alla sicurezza e alla privacy dei dati, considerando che l’archivio di Gedi contiene notizie e informazioni riservate che riguardano milioni di persone.

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L’accordo implica il trasferimento di diritti e l’accesso a massa di dati che potrebbero includere informazioni sensibili e di natura giudiziaria. Nella pratica, ciò significa che OpenAI potrebbe potenzialmente utilizzare questi dati per addestrare i propri algoritmi, un’operazione che se non gestita con attenzione, potrebbe comportare violazioni normative e il rischio di sanzioni da parte delle autorità competenti.

Il retroterra di questa intesa è caratterizzato da un contesto normativo europeo rigoroso, che stabilisce linee guida precise sul trattamento dei dati personali. La valutazione d’impatto presentata da Gedi deve considerare non solo la liceità della cessione dei dati, ma anche il rispetto delle normative vigenti in materia di protezione dei dati, molto più che un semplice formalismo burocratico. Il rischio di impatti negativi sui diritti e le libertà dei soggetti interessati può porre seri rilievi legali e reputazionali per le aziende coinvolte.

Rischi legati alla vendita di dati sensibili

La cessione di dati personali, in particolare quelli di natura sensibile, comporta rischi significativi che non possono essere trascurati. Il Garante per la protezione dei dati ha espresso preoccupazioni specifiche riguardo alla potenziale violazione delle normative europee, poiché l’archivio di Gedi contiene informazioni su milioni di individui. L’inclusione di dati di natura giuridica o particolarmente delicata aumenta la complessità della situazione. Un utilizzo inappropriato di tali dati potrebbe danneggiare gravemente la privacy e i diritti dei soggetti interessati.

Un altro rischio critico è legato alla possibilità che l’algoritmo di OpenAI elabori dati senza un’adeguata anonimizazzione. Persino una gestione superficiale dei dati potrebbe portare a disvelamenti non intenzionali di informazioni personali, esponendo Gedi a possibili azioni legali. Inoltre, in caso di una violazione delle normative, il Gruppo potrebbe trovarsi a fronteggiare sanzioni pecuniarie considerevoli, oltre a danni reputazionali che possono influenzare negativamente la fiducia del pubblico nei propri servizi e contenuti.

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É fondamentale notare che i rischi non si limitano soltanto all’ambito legale. La reputazione di un’azienda può facilmente deteriorarsi nel caso in cui venga percepita come irrispettosa dei diritti dei consumatori. In quest’ottica, la gestione trasparente e responsabile dei dati diventa un tema cruciale. Le imprese hanno la responsabilità di garantire che i dati personali siano trattati con la massima attenzione e nel pieno rispetto delle normative, instaurando così un rapporto di fiducia con i propri utenti e curiosi.

Implicazioni giuridiche e normative

L’accordo tra Gedi e OpenAI solleva questioni cruciale legate alle implicazioni giuridiche e normative, poiché il trattamento dei dati personali è regolato da un insieme complesso di leggi e regolamenti volti a proteggere la privacy degli individui. La normativa europea sulla protezione dei dati personali, in particolare il Regolamento (UE) 2016/679 (GDPR), stabilisce rigorosi principi relativi al consenso, alla trasparenza e alla sicurezza dei dati. In questo contesto, la cessione di dati sensibili senza un’adeguata giustificazione legale potrebbe comportare gravi conseguenze per Gedi.

Un aspetto fondamentale è la necessità di una base giuridica solida per il trattamento di tali dati. La valutazione d’impatto fornita da Gedi deve dimostrare che la cessione a OpenAI rispetti i requisiti di liceità, necessità e proporzionalità previsti dal GDPR. Il Garante ha sottolineato che non è sufficiente una mera genericità nella valutazione; è necessaria un’analisi dettagliata e contestualizzata dei rischi associati alla cessione dei dati, soprattutto considerando la loro natura delicata.

In aggiunta, l’eventualità di sanzioni pecuniarie si configura come una delle principali preoccupazioni per le aziende coinvolte, in quanto violazioni delle normative possono comportare multe che raggiungono il 4% del fatturato annuo globale. Le implicazioni giuridiche oltrepassano la mera questione di compliance, investendo anche la reputazione e la fiducia che i consumatori ripongono nell’azienda. È dunque imperativo che Gedi e OpenAI considerino attentamente tutte queste variabili giuridiche e normative per garantire un trattamento dei dati conforme ai principi etici e legali in vigore.

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Reazioni delle aziende coinvolte e prossimi passi

In seguito all’avvertimento del Garante per la protezione dei dati, le aziende coinvolte nell’accordo tra Gedi e OpenAI stanno attuando misure cautelative e analisi approfondite per tutelare la propria posizione legale. Il Gruppo Gedi ha dichiarato di voler cooperare pienamente con l’Autorità, rimarcando la sua volontà di mantenere elevati standard di protezione dei dati. L’azienda ha avviato ulteriori verifiche interne per garantire che ogni trattamento di dati personali avvenga nel rispetto delle normative vigenti e con la necessaria valutazione d’impatto associata.

D’altra parte, OpenAI ha rilasciato dichiarazioni per confermare il proprio impegno verso la compliance normativa, sottolineando l’importanza di adottare pratiche trasparenti e responsabili nella gestione dei dati. Le aziende intendono esaminare attentamente le implicazioni legali del loro accordo per evitare qualsiasi complicazione futura. A tal riguardo, è previsto un incontro tra i rappresentanti di Gedi, OpenAI e il Garante, nel quale saranno discusse le misure da adottare e le necessarie revisions delle clausole dell’accordo.

Inoltre, le parti si preparano a un possibile adeguamento dell’intesa, volto a garantire che i dati sensibili non vengano trasferiti o trattati senza testare appieno la validità legale dell’operazione. Tendendo conto dei rilievi sollevati dal Garante, è plausibile che i prossimi passi comprendano un potenziamento delle procedure di gestione dei dati e la formalizzazione di un protocollo rigoroso per la cessione delle informazioni. La tensione attuale sottolinea un periodo di attenta riflessione e riesame strategico per entrambe le parti, con un occhio attento alle conseguenze normative e reputazionali suscitate da questa situazione.


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