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Fringe Benefit Auto in Busta Paga con Tassazione Ridotta per Assegnazioni Fino a Giugno 2024

  • Redazione Assodigitale
  • 25 Aprile 2025
Fringe Benefit Auto in Busta Paga con Tassazione Ridotta per Assegnazioni Fino a Giugno 2024

L’assegnazione dell’auto aziendale e la tassazione del fringe benefit

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L’assegnazione dell’auto aziendale al dipendente per uso promiscuo, ossia per finalità lavorative e personali, costituisce un fringe benefit rilevante ai fini fiscali e contributivi secondo l’articolo 51, comma 4 del TUIR. Il valore imponibile si calcola applicando alle tabelle ACI, che prevedono una percorrenza convenzionale di 15.000 km annui, una percentuale che varia in funzione della data di immatricolazione o assegnazione del veicolo e delle sue caratteristiche ambientali, al netto di eventuali trattenute operate sul lavoratore.

Indice dei Contenuti:
  • Fringe Benefit Auto in Busta Paga con Tassazione Ridotta per Assegnazioni Fino a Giugno 2024
  • L’assegnazione dell’auto aziendale e la tassazione del fringe benefit
  • Le novità introdotte dal decreto bollette per le assegnazioni fino al 30 giugno 2025
  • Impatto per lavoratori e aziende: vantaggi e prospettive future


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In particolare, le aliquote di riferimento sono le seguenti:

  • Immatricolazioni e assegnazioni anteriori al 30 giugno 2020: 30% del valore convenzionale;
  • Dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2024: aliquote differenziate in base alle emissioni di CO2 – 25% per veicoli con emissioni fino a 60 g/km, 30% per 61-160 g/km, 50% per 161-190 g/km, 60% oltre 190 g/km;
  • Dal 1° gennaio 2025, il valore imponibile sarà calcolato applicando una percentuale fissa del 50%, ridotta al 20% per veicoli ibridi plug-in e al 10% per mezzi esclusivamente elettrici.
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Il valore così determinato costituisce reddito mensile da lavoro dipendente e viene rilevato in busta paga, con imputazione proporzionale in caso di uso parziale. Tale importo è da considerarsi base imponibile anche ai fini previdenziali, determinando così coincidenza tra imponibile fiscale e contributivo. È importante sottolineare che il riconoscimento del fringe benefit avviene nel momento in cui il veicolo esce dalla disponibilità dell’azienda e viene effettivamente assegnato al dipendente, cioè alla firma del relativo atto di assegnazione.


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La puntuale distinzione tra data di immatricolazione e data di assegnazione è fondamentale, dato che condiziona l’applicazione delle aliquote fiscali, come confermato dalla Risoluzione Agenzia delle Entrate n. 46/E del 2020. Questo sistema mira a garantire una tassazione equa e coerente con le caratteristiche tecniche e temporali del veicolo concesso in uso promiscuo.

Le novità introdotte dal decreto bollette per le assegnazioni fino al 30 giugno 2025

Il decreto bollette ha introdotto una misura fondamentale per contrastare l’aumento della tassazione sui fringe benefit auto, in particolare per i veicoli assegnati ai dipendenti nel primo semestre del 2025. Grazie a questa norma, viene garantita la conferma del regime fiscale più favorevole in vigore fino al 31 dicembre 2024 per tutte le auto aziendali ordinate entro tale data e concesse in uso promiscuo entro il 30 giugno 2025.

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Questo intervento risponde all’esigenza di evitare l’impennata dei costi fiscali e contributivi che aveva scoraggiato molte imprese a procedere con nuove assegnazioni di veicoli. In pratica, per tutte le assegnazioni effettuate entro il 30 giugno 2025, le aliquote di tassazione continueranno a essere calcolate in base alle emissioni di CO2 del mezzo, mantenendo così le aliquote differenziate dal 25% al 60% in base al livello di inquinamento, come disposto nel periodo 2020-2024.

Il nuovo sistema introdotto dalla Legge di Bilancio 2025, che prevede invece un’aliquota fissa del 50% per la maggior parte dei veicoli, ridotta al 20% per gli ibridi plug-in e al 10% per i veicoli completamente elettrici, sarà applicabile esclusivamente ai veicoli ordinati oltre il 31 dicembre 2024 o assegnati dal 1° luglio 2025 in poi. Ciò permette di preservare la convenienza fiscale per le aziende e per i lavoratori coinvolti nell’assegnazione fino a metà anno 2025, evitando interruzioni o penalizzazioni improvvise.

Di fatto, la norma agisce come una “clausola di salvaguardia” volta a stabilizzare il mercato delle assegnazioni di veicoli aziendali e a garantire una transizione graduale verso i nuovi criteri di tassazione. Resta quindi ancora valida per questo periodo la correlazione diretta tra emissività del veicolo e aliquota fiscale applicata, evitando così un aumento generalizzato e immediato dell’imponibile in busta paga e dei relativi contributi previdenziali.

Impatto per lavoratori e aziende: vantaggi e prospettive future

L’intervento normativo rappresenta un importante sollievo sia per i lavoratori sia per le imprese, consolidando un quadro di certezza fiscale nel breve termine. Per i dipendenti, la conferma della tassazione più favorevole significa un minore impatto sul reddito netto mensile derivante dall’uso promiscuo dell’auto aziendale, preservandone il potere d’acquisto. Allo stesso tempo, le aziende sono incentivate a proseguire nelle assegnazioni senza dover sostenere un incremento significativo dei costi fiscali e contributivi legati a questi fringe benefit.

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Dal punto di vista operativo, la proroga di tale regime agevolato consente un piano di gestione delle flotte aziendali più sostenibile, evitando blocchi o rallentamenti nelle assegnazioni di mezzi ai dipendenti e garantendo la continuità delle politiche di welfare aziendale.

Sul medio termine, tuttavia, le imprese dovranno prepararsi al progressivo adeguamento verso il nuovo sistema introdotto dalla Legge di Bilancio 2025, che sposta l’attenzione sull’alimentazione del veicolo anziché sulle sole emissioni di CO2. Questo mutamento rende strategico programmare l’aggiornamento del parco auto privilegiando veicoli ibridi plug-in o elettrici, che beneficiano di aliquote significativamente ridotte nel nuovo assetto fiscale.

In prospettiva, l’auspicio è che questa fase transitoria favorisca anche una diffusione più rapida dei veicoli a minore impatto ambientale, in linea con le politiche europee di decarbonizzazione e sostenibilità. Tuttavia, è indispensabile monitorare costantemente le evoluzioni normative e le interpretazioni dell’Agenzia delle Entrate, affinché le aziende possano ottimizzare la gestione della componente salariale in natura e adeguare tempestivamente la propria compliance fiscale e contributiva.


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