Festival di arti performative a Milano
FAROUT Live Arts Festival si appresta a vivere la sua quarta edizione, portando la vibrante energia delle arti performative contemporanee nel cuore di Milano. Quest’anno, dal 3 al 13 ottobre, il festival occuperà non solo gli spazi di BASE Milano in Zona Tortona, ma si espanderà verso altri angoli significativi della città, come gli emblematici Armani/Silos e i quartieri più vivaci di Barona e Giambellino. Tale scelta riflette l’intento di abbattere le barriere tra il pubblico e le arti, rendendo la cultura accessibile e coinvolgente per tutti.
Il festival esplora le problematiche sociali e culturali del nostro tempo, rispondendo a ciò che ci circonda attraverso opere performative che invitano alla riflessione e all’interazione. La direttrice artistica, Linda di Pietro, sottolinea che l’esperienza proposta è sia collettiva che individuale, mescolando il personale con il politico, in un dialogo che tiene conto delle urgenze contemporanee. “Si intersecano con le urgenze del nostro tempo”, afferma, chiarendo l’importanza di un simile approccio.
Il tema centrale di quest’anno, Abitare l’inabitabile, invita a una reinterpretazione degli spazi comunemente percepiti come marginali o inaccessibili, trasformandoli in luoghi di incontro e creazione. FAROUT nasce da un’ispirazione cosmica, richiamando “FAROUT VG18”, l’oggetto spaziale distante dal Sole, per suggerire nuove prospettive e modalità di interazione con l’ambiente urbano. I festivalieri sono così esortati a distaccarsi dalle visioni tradizionali, per abbracciare una varietà di esperienze artistiche che spaziano dalle installazioni visive alle performance live.
Il programma include una ricca varietà di eventi artistici che coprono questa dinamica, accogliendo artisti emergenti e riconosciuti che metteranno in scena opere che invitano a vivere la città in modo nuovo. I partecipanti saranno coinvolti non soltanto in spettacoli, ma anche in laboratori, conversazioni e momenti conviviali che stimoleranno il dialogo e la condivisione di idee e progetti. Il festival si presenta come una piattaforma multifunzionale, capace di attrarre e stimolare la partecipazione di un ampio pubblico, ricercando attivamente la connessione tra l’arte e le sfide sociali attuali.
Con un ricco palinsesto pronto a sorprenderci e a farci riflettere, FAROUT si profila come un appuntamento imperdibile per tutti gli amanti delle arti performative e per chi desidera esplorare il potenziale creativo della propria città.
Il tema del convivialismo
FAROUT Live Arts Festival 2024 si distingue per la sua capacità di esplorare il concetto di convivialismo, invitando il pubblico a riflettere su nuove modalità di interazione sociale che trascendono il semplice intrattenimento. Con oltre 30 artisti e 45 eventi, la rassegna promuove un’esperienza immersiva e collettiva, incoraggiando i partecipanti ad assumere posture individuali e sociali che possano sembrare scomode ma necessarie nel contesto attuale. Secondo gli organizzatori, l’obiettivo è quello di esplorare forme innovative di presenza e appartenenza, che coinvolgono non solo il corpo dei performer, ma anche lo spazio urbano e il tessuto sociale della città.
Il festival si propone di stimolare la consapevolezza riguardo ai temi di coesione sociale e sostenibilità, attraverso performance che toccano temi fondamentali quali il corpo, la città e la storia. In questo modo, gli artisti agiranno come catalizzatori di riflessione, modello di attivazione di spazi pubblici e privati, trasformando Milano in un palcoscenico vivo in cui il pubblico diventa parte integrante dell’opera. Come afferma Linda di Pietro, “l’idea è quella di esplorare nuovi modi di stare nel presente”, una sfida che richiede la partecipazione attiva e consapevole degli spettatori.
Un elemento chiave di questa edizione del festival sarà la Scuola del convivialismo, un’iniziativa pensata per facilitare il dialogo tra artisti, filosofi, ricercatori e designer. Qui, il pubblico avrà l’opportunità di partecipare a pranzi e cene in compagnia, favorendo un’esperienza di apprendimento e condivisione. Il tavolo progettato dal duo di architetti Lemonot, Moéca, diventa simbolo di questa interazione, rendendo il convivio una vera e propria pratica artistica. La cucina si trasforma così in uno spazio di creazione, dove le diverse culture e gusti si fondono in un’unica esperienza, invitando a riflessioni più profonde sui nostri rapporti con gli altri.
La rassegna non si limita a presentare eventi di performance; è piuttosto un viaggio esperienziale che incoraggia gli spettatori a interrogarsi su come e dove possa esprimersi la convivialità. Attraverso un’interpretazione creativa degli spazi urbani e la valorizzazione di esperienze collettive, FAROUT si propone di riattivare il senso di comunità, rinvigorendo il legame con la città e con la sua storia. In questo contesto, il festival diventa un luogo di incontro e dialogo, un’iniziativa che si pone come ponte tra artisti e cittadini, con l’intento di costruire relazioni significative e durature.
Eventi e performance in programma
Il programma di FAROUT Live Arts Festival 2024 è progettato per offrire un’ampia gamma di eventi, performance e installazioni che si sviluppano in vari luoghi emblematici della città. La rassegna, che prenderà il via il 3 ottobre con una cerimonia inaugurale, si arricchirà di iniziative che spaziano dall’arte visiva alla musica, alla danza e al teatro. La manifestazione si propone di esplorare non solo la dimensione artistica, ma anche quella partecipativa, con l’intento di coinvolgere il pubblico in un dialogo attivo e creativo con le opere esposte.
Una delle inaugurazioni più attese è quella dell’installazione “Terra solida, Vento liquido” dell’artista tedesca Ulla von Brandenburg, che avrà luogo nella ground hall di BASE Milano. Questa installazione non è solo una mostra statica, ma un’opera che invita i visitatori a immergersi in un’esperienza multisensoriale, riflettendo sul concetto di spazio e presenza. La von Brandenburg utilizza il corpo come strumento di interazione con l’ambiente, trasformando lo spazio in un palcoscenico che spinge alla riflessione e all’emozione.
Inoltre, il festival ospiterà le performance di artisti e compagnie rinomate come Mette Ingvartsen e i Canzonieri, il duo Emiliano Maggi e Cosimo Damiano, che realizzeranno un progetto musicale ampliato in collaborazione con Le Cannibale. Salvo Lombardo presenterà “Breathing Room” negli spazi di Armani/Silos, un’opera che promette di esplorare le dinamiche del respiro e della presenza nel contesto urbano, incorporando elementi di danza e performance teatrale.
Gli eventi si svolgeranno non solo all’interno delle mura di BASE e di Armani/Silos, ma anche all’esterno, in una scelta che sottolinea l’intenzione di rendere l’arte accessibile a tutti. Luoghi come Barrio’s, Piazza Tirana e Piazza Enrico Berlinguer saranno trasformati attraverso interventi artistici e musicali, creando dialoghi tra le opere e gli spazi stessi. In questo contesto, artisti come Davide Tidoni, Eva Bubla, LUIT e Ruggero Franceschini portano le loro visioni uniche all’interno delle piazze milanesi, promuovendo un’impressionante fusione tra arte e vita quotidiana.
Nei quartieri di Barona e Giambellino, il festival proporrà una serie di attività interattive e laboratori, progettati per coinvolgere attivamente i partecipanti. Questa interazione si estende ben oltre gli eventi programmati; il pubblico avrà l’opportunità di approfondire le proprie esperienze attraverso incontri e discussioni con artisti e creativi, alimentando un senso di comunità e appartenenza.
La varietà di eventi previsti dal festival non solo riflette la ricchezza delle arti performative ma è anche una risposta alle esigenze di un pubblico sempre più desideroso di esperienze coinvolgenti e significative. FAROUT si prefigge così di diventare non solo un luogo di spettacolo, ma un laboratorio di idee, un ambiente di scambio e creazione collettiva che stimola la riflessione e il impegno sociale.
Interventi negli spazi pubblici
Un aspetto distintivo del FAROUT Live Arts Festival 2024 è l’impegno a trasformare spazi pubblici di Milano in piattaforme dinamiche per la performance artistica. Attraverso una serie di interventi progettati per curiosare sul rapporto tra arte e vita quotidiana, il festival intende coinvolgere passanti e cittadini, creando momenti di interazione e riflessione collettiva. Luoghi iconici della città saranno utilizzati come palcoscenici per una vasta gamma di pratiche artistiche, rendendo l’arte accessibile a tutti e invitando ciascuno a farsi parte del processo creativo.
Tra le aree selezionate per gli interventi spiccano Barrio’s, Piazza Tirana e Piazza Enrico Berlinguer, che si trasformeranno in scenari ricchi di eventi e performance sorprendenti. Questi spazi, spesso considerati marginali, diventeranno protagonisti di un’esperienza artistica che mira a risvegliare l’attenzione sugli ambienti urbani e sul loro potenziale di trasformazione sociale. Il collettivo Electrico 28, insieme a nomi come Davide Tidoni ed Eva Bubla, esploreranno l’interazione tra script performatici e il contesto urbano, creando un’interfaccia diretta tra arte e comunità.
In questo contesto, l’arte non è relegata all’interno di gallerie o teatri; piuttosto, invade le strade e le piazze, rendendo la città stessa un palcoscenico aperto. Attraverso performance site-specific, gli artisti non solo presenteranno le loro opere, ma incoraggeranno anche il pubblico a partecipare attivamente al processo artistico, rompendo le barriere tradizionali tra performer e spettatori. La presenza di artisti come LUIT e Ruggero Franceschini in questi spazi promuove una riflessione su come l’arte possa fungere da medium per l’incontro e il dialogo, stimolando interazioni significative.
Nei quartieri Barona e Giambellino, il festival organizzerà attività interattive, laboratori e conversazioni che invitano i cittadini a esplorare la loro creatività in modi nuovi e inaspettati. Attraverso un approccio che valorizza la partecipazione diretta, gli eventi si propongono di riflettere sulle dinamiche sociali, incoraggiando una maggiore coesione tra le diverse comunità. Ogni performance diventa quindi un’opportunità per creare legami, far emergere storie e condividere esperienze.
Questa modalitá di attivazione degli spazi pubblici non solo arricchisce l’esperienza del festival, ma contribuisce anche a un ripensamento degli spazi urbani come luoghi di incontro e confronto. La città di Milano, grazie a FAROUT, si rivela in grado di ospitare opere d’arte che parlano del presente e invitano alla riflessione sui temi di inclusività e appartenenza. In questo modo, il festival si configura come un momento di rinnovamento culturale e sociale, un’occasione per riappropriarsi degli spazi comuni attraverso l’arte e la partecipazione.
Collaborazioni e artisti coinvolti
Il FAROUT Live Arts Festival 2024 si fa palcoscenico per una varietà di artisti e collaborazioni che arricchiscono l’offerta culturale di Milano, puntando su creazioni artistiche innovative e interattive. Questa edizione del festival ospiterà oltre 30 artisti provenienti da diverse discipline, ognuno pronto a esplorare nuove strade di espressione e comunicazione, collegate al tema del convivialismo e della rielaborazione degli spazi pubblici. La scelta degli artisti non è casuale: ciascuno di loro porta con sé un bagaglio culturale unico, invitando il pubblico a partecipare attivamente alla reinterpretazione della vita urbana.
Tra i nomi di spicco presenti nel programma, si trova Ulla von Brandenburg, la cui opera “Terra solida, Vento liquido” sarà inaugurata all’interno della ground hall di BASE Milano. La von Brandenburg, artista tedesca, si distingue per il suo approccio che fonde cinema, performance e installazione, creando un’interazione dinamica tra il corpo e l’ambiente circostante. Le sue opere invitano a riflessioni profonde sugli spazi e sulle relazioni sociali, rendendola una figura centrale nel discorso contemporaneo.
Altre presenze significative includono Mette Ingvartsen, nota per le sue indagini sui confini tra danza e performance, e il duo Emiliano Maggi e Cosimo Damiano, che presenteranno un progetto musicale innovativo in collaborazione con Le Cannibale. Queste esibizioni si preannunciano come momenti cruciali del festival, riflettendo l’intento di collegare la musica alle dinamiche visive e performative.
La rassegna non è limitata a un’interpretazione ristretta delle arti, ma abbraccia anche una varietà di linguaggi espressivi. Tra gli artisti si trovano anche Salvo Lombardo, il cui lavoro “Breathing Room” sarà presentato negli spazi di Armani/Silos, e il collettivo Electrico 28, che porterà l’arte in spazi pubblici, stimolando interazioni con il pubblico e valorizzando il contesto urbano.
In aggiunta ai nomi affermati, il festival si propone di dare visibilità anche a talenti emergenti, creando un ambiente fertile per la scoperta e la sperimentazione creativa. Attraverso incontri, laboratori e attività interattive, il festival incoraggia i partecipanti a collaborare con artisti e a esplorare nuovi modi di essere e di agire nella città.
L’approccio interattivo dell’evento è testimoniato dalle collaborazioni con istituzioni locali e realtà creative, che insieme al festival lavorano per costruire un ponte tra arte, cultura e comunità. Questa rete di sinergie contribuisce a far del FAROUT un evento non solo per gli appassionati delle arti performative, ma per tutti coloro che desiderano esplorare le potenzialità della propria città e partecipare attivamente a un dibattito culturale e sociale di ampia portata.