Fedez vs Selvaggia Lucarelli: il giudice difende l’uso di bimbominkia come termine appropriato

### Il giudice assolve Selvaggia Lucarelli
Selvaggia Lucarelli è stata recentemente assoldata dal giudice Giuseppe Cernuto del Tribunale di Milano dall’accusa di diffamazione avanzata da Fedez, in seguito all’utilizzo del termine “bimbominkia” nei suoi commenti sui social. Secondo il magistrato, tale termine non ha un equivalente adeguato per esprimere l’idea di infantilismo e risulta insostituibile nel richiamare la celebre canzone “Bimbominkia4life”, dove lo stesso Fedez si definisce così. La sentenza evidenzia che questo uso del termine da parte della Lucarelli non solo esprimeva ironia, ma era perfettamente in linea con il diritto di satira. Nonostante il potenziale carattere offensivo della parola, il giudice ha sottolineato che nel linguaggio corrente, “bimbominkia” può essere utilizzato in contesti provocatori e scherzosi, diminuendo quindi la gravità dell’accusa di diffamazione.
### La controversia e il contesto social
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La polemica tra Selvaggia Lucarelli e Fedez ha preso piede attraverso i social media, dove entrambi i protagonisti hanno una forte presenza. Lucarelli ha commentato una lite tra Fedez e Luis Sal, ex socio del rapper, definendo quest’ultimo un “bimbominkia” durante una storia su Instagram. Questo commento, apparentemente di facile lettura, ha acceso un dibattito sull’identità e il ruolo di Fedez nel panorama culturale contemporaneo. La scelta di Lucarelli di utilizzare un linguaggio provocatorio ha fatto emergere non solo questioni comunicative, ma anche l’influenza dei social media sulla percezione pubblica dei personaggi famosi. Fedez, in risposta alle affermazioni della giornalista, ha deciso di intraprendere un’azione legale, sollecitando un intervento del tribunale per difendere la propria reputazione.
Questa disputa si innesta in un contesto più ampio, dove la definizione di ciò che è accettabile e ciò che è offensivo negli scambi online è sempre più soggetta a scrutinio. Il termine ‘bimbominkia’, utilizzato da Lucarelli, solleva interrogativi su come le parole possano evocare risate o conflitti, a seconda del contesto in cui vengono inserite. La fruizione dei contenuti su piattaforme come Instagram aumenta la necessità di introspezione attorno alla comunicazione e all’engagement su tali spazi pubblici, dove reputazione e humor possono cambiare rapidamente. In un mondo sempre più caratterizzato da polarità nei discorsi, è evidente che ogni commento può avere ripercussioni ben oltre le intenzioni iniziali.
### Le motivazioni della sentenza
Le motivazioni espresse dal giudice Giuseppe Cernuto nella sentenza sono di grande rilevanza ai fini dell’interpretazione del linguaggio utilizzato nel contesto della satira. Cernuto ha evidenziato come il termine “bimbominkia” sia “privo di qualsiasi equivalente adeguato” per descrivere l’infantilismo e l’atteggiamento immaturo, specialmente quando utilizzato per riferirsi a una figura di grande notorietà come Fedez. Inoltre, il giudice ha sottolineato l’importanza della canzone “Bimbominkia4life”, nella quale Fedez si autonomina con il medesimo termine, conferendo alle parole di Lucarelli una dimensione ironica e una legittimità non comune in ambito giudiziario. Secondo Cernuto, l’uso di tale espressione rientra perfettamente nell’ambito del diritto di satira, il quale permette di esprimere opinioni pungenti, soprattutto quando legate a personaggi pubblici. Questo approccio critico e stratificato, indicato dal magistrato, non solo offre un senso di protezione ai commenti satirici ma stabilisce anche dei confini nel modo in cui le personalità pubbliche possono essere discusse e valutate nel discorso pubblico.
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