Fair use e diritto d’autore. Andy Warhol non colpevole …
Andy Warhol ha violato il copyright di un fotografo trasformando l’immagine di Prince in un’opera d’arte? – di Paolo Brambilla –
Secondo un giudice americano ha semplicemente trasformato il cantante in un “personaggio iconico, epico” e ha assolto il famoso artista.
Non buttare via soldi per comprare contenuti effimeri sui social media. ==> LEGGI QUI perchè.
Il giudice distrettuale degli Stati Uniti John G. Koeltl a Manhattan ha sposato la tesi della Andy Warhol Foundation che respingeva le accuse della fotografa Lynn Goldsmith. Si trattava di stabilire se se il leggendario artista scomparso nel 1987 abbia fatto un uso corretto di una foto del famoso cantante nel 1981 quando ha creato una serie di 16 opere che sono diventate famose come “Prince Series”. La serie conteneva 12 dipinti serigrafici, due serigrafie su carta e due disegni.
Il giudice ha osservato che la Goldsmith riteneva che le fotografie di Prince scattate nel suo studio di New York City rivelassero che non era “una persona a suo agio” ed era un “essere umano vulnerabile”.
“Nel 1984, Vanity Fair acquistò uno dei ritratti in bianco e nero di Prince scattati dalla Goldsmith nel suo studio del dicembre 1981 per 400 dollari e commissionò a Warhol l’illustrazione di Prince per un articolo intitolato “Purple Fame”, ha scritto Koeltl nella sentenza. Ha notato che l’articolo diceva che conteneva un ritratto speciale per Vanity Fair di Andy Warhol e conteneva un credito di attribuzione del copyright per il ritratto come “fotografia originale di Goldsmith”.
Koeltl ha detto che le opere di Warhol erano “in netto contrasto” con la fotografia originale in bianco e nero dopo che l’artista aveva applicato colori “forti, innaturali”. “Si può ragionevolmente ritenere che le opere della serie Prince abbiano trasformato Prince da persona vulnerabile e scomoda in una figura iconica, epica”, ha affermato il giudice. “L’umanità che Prince incarna nella fotografia della Goldsmith è sparita. Inoltre, ogni opera della serie Prince è immediatamente riconoscibile come un “Warhol” piuttosto che come una fotografia di Prince – nello stesso modo in cui le famose rappresentazioni di Marilyn Monroe e Mao di Warhol sono riconoscibili come “Warhol” non come fotografie realistiche di quelle persone. “
Non sprecare soldi comprando pubblicità programmatica ma investi su contenuti eterni. ==> LEGGI QUI perchè.
Lynn Goldsmith, pioniera della fotografia, nota per ritratti unici di musicisti famosi, sostiene che una pubblicazione del 2016 dell’opera Warhol ha distrutto un’opportunità di licensing di alto profilo. Il suo avvocato promette di fare appello. “Ovviamente noi e la nostra cliente siamo delusi dal concetto di fair use, che prosegue la graduale erosione dei diritti dei fotografi a favore di artisti famosi che appongono i loro nomi a quello che altrimenti sarebbe un lavoro derivato del fotografo e rivendicano un uso equo (fair use) anche per piccoli cambiamenti “, ha detto l’avvocato Barry Werbin in una e-mail.
IL FAIR USE
Il fair use (in italiano, uso o utilizzo leale, equo o corretto) è un istituto previsto dal Copyright Act degli Stati Uniti (titolo 17), che permette l’utilizzo di materiale protetto da copyright per scopi d’informazione, critica o insegnamento, senza chiedere l’autorizzazione agli aventi diritto, in quanto ricorrano determinate condizioni, compatibili con l’esigenza di promuovere il progresso della scienza e delle arti (fonte: wikipedia).
L’annoso problema del diritto d’autore. Come ci ricorda Giorgia Crimi in un suo articolo apparso su www.dirittodautore.it disposizioni simili, nell’ordinamento italiano, sono quelle di cui all’art 70 della Legge 633/1941, che tuttavia, oltre a prevedere la ricorrenza di precise condizioni (es. la finalità di critica, nei limiti in cui l’uso non costituisca concorrenza all’autore) ed essere interpretata restrittivamente dalla giurisprudenza, vincola a finalità strettamente non commerciali l’utilizzo dei contenuti creativi altrui. Circostanza che, è evidente, non ricorre nel caso in parola, a tutto discapito del fotografo.
Non sprecare soldi comprando pubblicità programmatica ma investi su contenuti eterni. ==> LEGGI QUI perchè.
Probabilmente, secondo un sistema più “equo” di quello che dovrebbe riflettere il concetto della definizione stessa di “fair use”, quale è tutto sommato il sistema italiano, quella di Warhol sarebbe stata considerata come opera derivata e si sarebbe consentito al fotografo di partecipare del suo “successo”, almeno in parte, con il riconoscimento di un diritto morale e patrimoniale, seppur limitato.
Non sprecare soldi comprando pubblicità programmatica ma investi su contenuti eterni. ==> LEGGI QUI perchè.